Il titolo del convegno svoltosi ieri, venerdì 23, alla Fornace di Asolo doveva riportare il termine turismo “in volo”, perché il turismo “al volo” – secondo i relatori – non esiste e non conviene a un territorio come quello dell’Asolano e del Monte Grappa: come ribadito più volte, per riuscire a sviluppare un tessuto d’accoglienza più solido sono necessarie competenze tecniche e un ragionamento sovracomunale che raggruppi anche tutte le istituzioni che si occupino di promuoverlo. Per questo, la Strada del Vino Asolo e Montello ha organizzato in collaborazione con SL&A Twissen un percorso formativo che ha portato, ieri, alla consegna di 39 “patentini dell’ospitalità”.
Non si tratterebbe di riconoscimenti retorici, ma di attestati che coronano un percorso capace di costruire un dialogo tra agricoltura, turismo e commercio. Anche perché per quanto si parli di turismo, secondo le stime presentate alla conferenza, la Provincia di Treviso non eccelle ancora per i flussi turistici rispetto alle altre: certo il numero sta crescendo esponenzialmente, mentre altrove è pressoché invariato. Gli elementi attrattivi del territorio dell’Asolano sarebbero tre: l’aspetto enogastronomico, quello legato all’outdoor e quello culturale. In più, c’è il clima: non a caso il coolcationing è la tendenza a scegliere destinazioni più “fresche”.
Gli interventi, alcuni dei quali prettamente tecnici, hanno anche toccato l’aspetto degli effetti del turismo sul territorio e quindi sulla capacità di intuire quando l’area è satura di flussi turistici. Molti relatori concordavano tuttavia nel dire che è meglio avere questo problema e gestirlo diversamente, piuttosto che non averlo.
“Il Patentino dell’Ospitalità è un progetto con il quale vogliamo dare vita ad un sistema di valorizzazione e promozione turistica che coinvolga in prima persona tutti gli attori del territorio. Una iniziativa grazie alla quale, per la prima volta nell’asolano, abbiamo messo assieme i protagonisti del mondo agricolo, dell’alberghiero e del commercio, e le rispettive associazioni di categoria. – ha sottolineato Simone Rech, presidente della Strada Vino Asolo Montello – Sostenibilità, territorio, tradizioni, sono termini che oggi devono necessariamente fare parte del vocabolario dei nostri operatori turistici, solo così potremo rispondere ad una domanda turistica sempre più alla ricerca di esperienze outdoor che sappiano coniugare attività sportive e non con tour nella natura e nei piccoli borghi come quelli che impreziosiscono le terre di Asolo e Monte Grappa”. Rech ha anche anticipato un festival di promozione turistica da collocare verso metà giugno.
Sono intervenuti nel dibattito anche Gerardo Pessetto, assessore del Comune di Asolo, Claudio Sartor, consigliere provinciale e la presidente dell’Ipa Annalisa Rampin, così come il presidente di Ascom Confcommercio Treviso Federico Capraro e Giulia Casagrande, presidente del Cda di Fondazione Marca Treviso. “Io vedo un futuro roseo per questo territorio – ha detto l’assessore Federico Caner – la Regione Veneto ha deciso di scommettere su questo e ha dato la possibilità e gli strumenti per poter lavorare. È necessario che vi sia fermento a livello locale ed eventi come questo lo confermano”.
“Sono davvero lieto – ha evidenziato il presidente della Camera di Commercio di Treviso – Belluno|Dolomiti Mario Pozza – che tra le priorità del turismo vi sia la formazione, sempre più irrinunciabile per sviluppare questo vero e proprio asset strategico della nostra economia. La persona viene posta al centro del concetto di turismo, sia come ospite che appunto come turista. Preparare gli operatori a un’accoglienza sempre più mirata alza l’asticella della qualità, amplia le conoscenze del territorio e apporta nuove idee per rendere questi luoghi ancor più unici e indimenticabili”.
“Come Ascom-Confcommercio – ha dichiarato il presidente Federico Capraro – siamo molto orgogliosi di aver portato a termine questo percorso di ospitalità in una delle zone più strategiche e promettenti della Marca trevigiana. Competenza e consapevolezza sono le parole chiave per qualificare l’offerta turistica e ricettiva ed il percorso è stato molto completo, ha coinvolto circa 50 operatori della Delegazione e questo porterà sicuramente vantaggio e coerenza con l’intera promozione turistica. L’area collinare apre a molte traiettorie e suggestioni, si presta a dare risposte alle nuove tendenze del turismo. Grazie a questa esperienza formativa, abbiamo reso una risorsa naturale esistente una realtà turistica di primaria importanza a disposizione di un enorme bacino di turisti ed escursionisti”.
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