Da Contrada Bernardi alla Busa de Pieron: camminando a Pagnano d’Asolo tra i sapori e la tranquillità di una frazione tutta da scoprire

Il battito ritmato dell’intaglio del falegname che forma l’asse di una slitta, il fruscio di un artigiano che impaglia una sedia, il gorgoglio di un bicchiere di vetro spesso che viene colmato fino all’orlo: rumori di un tempo, che a Pagnano d’Asolo riecheggiavano questa domenica più che mai, tra le vie nascoste delle contrade.

E se è vero che una passeggiata domenicale che si rispetti dovrebbe portare a scoprire qualcosa di nuovo – che si tratti di un dettaglio mai considerato nonostante i tanti passaggi, o di uno scorcio su un nuovo orizzonte – l’iniziativa organizzata ieri dai volontari della frazione (Comitato Festeggiamenti di Pagnano e altri) ha avuto proprio questo effetto: i cittadini che hanno completato la passeggiata si sono sorpresi, ancora una volta, di quanto una passeggiata nel loro borgo tranquillo possa essere piacevole, anche a diversi chilometri dal rinomato centro storico.

“Camminando per Pagnano” è un’iniziativa giunta alla terza edizione, quest’anno arricchita con la presenza di quattro stand enogastronomici, che propongono assaggi di prodotti tipici: l’obiettivo è proprio quello di portare le persone a intraprendere quei sentieri che potrebbero non aver mai visto, suggerendo loro di lasciar stare il cellulare almeno per qualche ora.

A organizzare il tutto è stato Ennio Feltracco, custode assieme ai compari del Maglio di Pagnano e molto attivo nell’associazionismo asolano. “Ci abbiamo messo molto tempo a organizzare il tutto – racconta, facendo notare i dettagli e gli oggetti d’epoca con cui sono allestiti gli stand – Grazie all’aiuto di una ventina di volontari, siamo riusciti anche a curarlo nei minimi dettagli”.

Come si osserva nel servizio, per ogni tappa era presente un figurante (vestito a tema) che portava avanti un’attività artigianale ormai pressoché scomparsa.

Tra le degustazioni presenti: olio del posto, crostini fatti con pane preparato in casa nel forno a legna, vino nuovo, clinto (tipico della frazione), formaggio di capra e ovviamente non poteva mancare la patata di Pagnano De.Co. 

Il percorso predisposto, di circa sette chilometri, attraversava anche delle proprietà private, gentilmente concesse dai residenti: il punto di raccolta, la partenza e la conclusione del percorso è stato stabilito al tendone dove si svolge ogni anno la tradizionale sagra, in via San Cosmo, non lontano dal cimitero e dall’omonima chiesa.

Lì alcuni volontari consegnavano ai partecipanti un braccialetto e una bottiglietta d’acqua ciascuno, invitandoli poi a seguire un percorso con una mappa cartacea o attraverso una traccia GPS. Al ritorno, il percorso prevedeva un pranzo a base di gnocchi sotto il tendone.

Il tracciato conduceva alla prima tappa, localizzata in Contrada Bernardi: il piccolo quartiere, con un di sottopassaggio ad arco e diverse case antiche, ospita anche una chiesa settecentesca dedicata a San Valentino e Santa Maria. L’edificio, che oggi è solitamente chiuso, un tempo pare appartenesse (non è chiaro perché) alla Parrocchia di Mosnigo: una volta passato sotto la Parrocchia di Asolo, per alcune classi delle scuole di Asolo era abitudine celebrarvi una messa il 14 febbraio.

Non lontano da lì, percorrendo un viottolo fiorito, si raggiungeva un cortile interno dove era possibile visitare una stanza tradizionale custodita esattamente come ai primi dell’Ottocento.

Per raggiungere la terza tappa era necessario percorrere via Longa, via Malcanton e via San Gregorio per attraversare la provinciale e imboccare via dei Barbo, per poi fare ritorno: in fondo a questa strada piacevolmente pianeggiante, caratterizzata dalla presenza di panorami sul Grappa, sul Cesen e, a intermittenza, sulla Rocca e sui Colli Asolani, l’azienda agricola Cervellin aveva allestito al meglio un parchetto naturale che alcuni asolani (non ce ne vogliano per averne scritto) considerano un’oasi di tranquillità dove rifugiarsi per leggere un libro o parlare con un amico: la Busa de Pieron (antico soprannome dei Cervellin) è caratterizzata da una fonte risorgiva e da uno stagno dove nuotano grandi pesci, circondata e protetta da vecchi pioppi. Un’insegna di legno all’ingresso dell’area avverte: “Entra non temere, chi l’ha fatto ne ha piacere, solo cerca nel diletto, di ogni cosa aver rispetto”.

(Foto e video: Qdpnews.it © riproduzione riservata).
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