A ovest la Fornace, a est la Filanda (possibilmente riqualificata), come simboli delle eccellenze artigiane di Asolo, in centro invece, separata dal traffico di via Bassanese, una piazza alberata e ben illuminata dalla forma lineare, da vivere soprattutto a piedi e in bicicletta.
È questa la visione che è stata presentata alla Fornace ieri sera dal professor Franco Mancuso, fautore in precedenza anche di quel famoso progetto sulla mobilità alternativa del centro.
Si tratta di argomenti già discussi in passato, come ha spiegato il vicesindaco Franco Dalla Rosa, già presenti nel PAT e che potranno trovare applicazione con i futuri piani di intervento: idee che riposizionano il cuore di Casella al centro geografico dei suoi confini geografici e paesaggistici.
Il centro di Casella, per la prospettiva proposta dal professor Franco Mancuso, troverebbe spazio tra via Tuna e via Giorgione: i parcheggi che si trovano in piazza, a dividere i locali, verrebbero parzialmente sacrificati per consentire la piantumazione di alberi che consentano una più netta divisione dalla strada e una pedonalizzazione più intensa.
In mezzo alla piazza, con forma lineare, dove anche oggi si organizza ogni sabato il mercato, sarebbe opportuno avere un sistema di illuminazione pubblica più adatto, che consenta di seguire anche il tracciato ciclopedonale che già – secondo Mancuso – serve bene l’abitato. Questa prima fase richiederebbe tempistiche relativamente contenute.
Al centro della piazza, dove ora c’è lo storico stabilimento Scarpa, Mancuso proporrebbe l’ampliamento della piazza, con la demolizione della parte produttiva e l’utilizzo della struttura a tre campate come museo dell’artigianato o come zona per concerti, costruendo una torre civica in facciata (in metallo) che consenta una presenza più alta, verticale, come bilanciamento. Un’operazione più complessa, che richiederebbe molto più tempo.
La piazza vedrebbe così un proseguimento ideale verso sud, verso la biblioteca. “Attualmente l’area è utilizzata, ma l’azienda si è detta disponibile a dialogare su questo tema” spiegano il professore e i suoi collaboratori.
La sfida, a questo punto, sarebbe quella di riuscire a unire Casella con il nucleo urbano di Sant’Apollinare, superando via Galilei e arrivando alla chiesa, al cimitero, ai campi sportivi e alle scuole. Attualmente non esiste infatti un passaggio pedonale che sia ritenuto ottimale tra le due località. La visione di un’asse verticale lascia spazio anche al posizionamento di orti civici, giardini, parchi pubblici e monocolture.
Immaginando di prendere in considerazione qualche collegamento tra i due centri, il tragitto a piedi potrebbe ridursi a dieci minuti circa.
Il progetto tiene conto anche della maglia stradale di Asolo, che disegna un quadrante abbastanza regolare attorno alle frazioni in tre livelli (Asolo centro, Casella, Sant’Apollinare), dell’ex linea tranviaria verso Montebelluna (passando per via Palladio) e della presenza di edifici da salvaguardare sotto il profilo urbanistico e anzi valorizzare o riqualificare ulteriormente.
“Ne esce un quadro che guardiamo con grande ottimismo: questo territorio ha delle potenzialità notevoli” spiega il professor Mancuso. “Si andrebbe ad intervenire su quello che c’è già, senza stravolgere, mettendo in risalto alcuni edifici che potremmo non aver neppure mai visto. Il PAT ha una valenza soprattutto di gestione del verde, anche perché la nostra capacità edificatoria è praticamente esaurita” aggiunge Dalla Rosa.
Il pubblico presente ne ha approfittato per chiedere dell’eventuale spostamento della biblioteca civica (considerato ma per ora non fattibile), del mercato di Casella, della vecchia scuola, delle mura, degli edifici religiosi abbandonati (di pertinenza della curia), del cimitero di Sant’Apollinare.
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