I caschi degli amici di Thimoty allineati davanti alla chiesa: l’addio al sedicenne a Sant’Apollinare

I caschi degli amici di Thimoty allineati davanti alla chiesa: l’addio al sedicenne a Sant’Apollinare

I caschi colorati degli amici appoggiati a terra, in fila, nel piazzale davanti all’ingresso della chiesa parrocchiale di Sant’Apollinare.

Le motociclette dei compagni di scuola, tra scooter e moto da fuoristrada, parcheggiate in modo ordinato ad attendere l’arrivo del carro funebre. 

I genitori e i famigliari hanno tenuto il casco di Thimoty in mano anche all’arrivo della bara, lo hanno appoggiato sopra il feretro, vicino a dei fiori anch’essi arancioni, come quella KTM che Thimoty aveva profondamente voluto e che stava guidando quando è stato travolto da quell’imprevedibile fatalità. 

Un dolore che la comunità di Casella d’Asolo ha tentato di sopportare con un abbraccio numeroso attorno alla piccola chiesa, gremitissima anche all’interno specialmente dai giovani. Una cerimonia trasmessa anche nella Casa del Giovane, affinché tutti i tanti amici potessero assistervi.

“Ti chiamavano il Gigante buono – ha detto il parroco durante l’omelia – Prega per noi affinché qualcuno prenda il tuo posto nel prendersi cura della comunità di Casella e rispondi “arrivederci” al saluto dei tuoi amici”.

Durante le preghiere lo hanno immaginato correre con la sua moto in mezzo alle valli del Paradiso, hanno ragionato su come sarebbe opportuno ogni tanto “fare un tagliando alla nostra vita” per non “gripparla”. Un gergo che, immaginano, potesse far piacere al giovane Thimoty, scomparso dopo una vita vissuta nella gioia, nell’amore e nell’amicizia, ma troppo breve.

Il ricordo dei famigliari e degli amici

“Ciao Thimoty – inizia a dire un amico – È inspiegabile come tu non sia più qui tra noi. Noi ti ricordiamo, in tutta la tua bontà. Ricordiamo tutte le tue cavolate che ci facevano tanto ridere. Ricordiamo di quando mettevi litri di olio per fare le crêpe. Ricordiamo i giri in moto senza targa, le sbronze alle sagre e la tua immensa generosità. Ti ricorderemo sempre come un fratello”. 

“Ora come ora non abbiamo le parole per descrivere questo dolore – inizia a dire la sorella – ma io e Sara vogliamo ricordarti anche nei momenti felici. Come quando hai preso il foglio rosa, o quando sei andato col papà in Toscana a prendere la moto che volevi tanto. Ci ricordiamo anche noi di quando facevi le crêpe, anche se venivano sempre bruciate. E di quando andavamo a mangiare il sushi, che ti piaceva moltissimo.

Ti porteremo sempre con noi e faremo tutto ciò che avresti voluto fare tu: festeggeremo il tuo diciottesimo con i tuoi amici, facendo un gran casino. Ci iscriveremo in palestra, come volevi fare tu. Ti avevo chiesto di insegnarmi ad andare in moto e ora il papà me lo insegnerà per te. Ti salutiamo dicendoti una cosa che avremmo dovuto dirti più spesso: ti vogliamo bene“. 

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La cerimonia si è conclusa in un modo molto originale, pensato proprio per Thimoty: all’uscita, decine di amici in moto e scooter hanno iniziato a sgasare, facendo un gran chiasso. Contemporaneamente, i famigliari hanno lasciato volare in cielo una rosa di palloncini componendo il nome “Thimo”.

Un migliaio o più, con cinque moto per lato a scortare la bara, hanno accompagnato verso il cimitero il giovane Thimoty, senza smettere di fare quel baccano che al sedicenne sarà sembrato – dall’alto – una dolce e nostalgica melodia. 

(Foto: Qdpnews.it © riproduzione riservata).
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