Correva l’anno 1695 quando “nel levar del sole” del giorno di Santa Costanza – come oggi il 25 febbraio – si verificò nell’Asolano il più grande evento sismico mai avvenuto in Veneto, l’ultimo da oltre trecentotrent’anni nella provincia di Treviso. Gli effetti furono distruttivi e l’intensità macrosismica venne stimata – col senno di poi – all’ottavo grado della scala Mercalli, con magnitudo di 6,5. Qualche centinaio le vittime stimate in tutto il Veneto.
E possiamo solo immaginare come furono quegli attimi prima dell’alba in questi paesi, borghetti indifesi all’ombra della Rocca o del Massiccio del Grappa nel tremore violento della terra. A cosa avranno pensato gli abitanti, certamente in molti già alzati dal letto per le faccende quotidiane? A una punizione divina? Al giudizio universale? A una guerra improvvisa?
“Asolo non vi è case che non conti qualche fracasso di maniera che non più albergano nelle proprie stanze per li evidente precipitio” scrivono le cronache dell’epoca, riportate dall’amministrazione comunale che recentemente ha incaricato una storica e sismologa, la professoressa Emanuela Guidoboni, di riportare lo studio storico di tutti i terremoti che hanno colpito la città nel tempo. Ad Asolo il bilancio fu tremendo: 1477 le case distrutte, 1284 inabitabili, tra cinquanta morti e dispersi.
“Il sisma colpì duramente anche Alano di Piave, dove crollano 376 case, Segusino, San Zenone con 300 case crollate, Castelcucco con 200, 80 a Paderno e Fietta, 163 a Possagno e 282 a Cavaso” questi i dati che riportano gli studi storici su questo terremoto micidiale, che causò danni gravi anche sulla Sinistra Piave, fino a Conegliano e Sacile, ma anche a Treviso e nel resto del Veneto. Di questo terribile episodio, incubo degli Asolani di quell’epoca, esiste una lapide in via Browning, restaurata nel 2016. “Restaurato per l’horibile terremoto seguito l’an-o 1695 giorno di venerdì 25 feb hore 12” vi è riportato sopra.
Lo studio voluto dal Comune di Asolo non è rivolto alla storia, ma al futuro: l’episodio insegna che i Colli Asolani sono un’area caratterizzata da una sensibilità sismica rilevante e, considerando l’industrializzazione e la demografia attuale, è prioritario considerare quest’aspetto nel piano di assetto del territorio. Non a caso vi sono due centraline di rilevazione dell’Istituto Nazionale Geofisica e Vulcanologia in centro: una in Museo e una al Cimitero di Sant’Anna.
Il sindaco Mauro Migliorini fa sapere, quindi, che è in corso lo studio di micro-zonizzazione sismica di secondo livello su tutto il territorio comunale, con una ricerca approfondita sulla faglia che interessa i Colli Asolani, da Cornuda a San Zenone. In questa prospettiva rientra, oltre alla visione sugli altri edifici scolastici, anche il secondo intervento di miglioramento antisismico della Scuola Media, finanziato dal Pnrr, i cui lavori inizieranno tra un mese.
(Foto: Mauro Migliorini).
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