Tutti pazzi per Pagnano, “l’oasi ideale per le api”: produttori e apicoltori da tutto il Veneto a caccia di aree dove stabilire le arnie

Pagnano, l'oasi delle api
Pagnano, l’oasi delle api

Che Pagnano sia una frazione pittoresca del Comune di Asolo lo sapevamo già. Per le api, però, è qualcosa di più: un’oasi, sempre ricca di acqua, di cibo, di fiori, con un microclima mite e un’aria sana, che risulterebbe meno interessata dall’applicazione degli insetticidi sulle coltivazioni. A dimostrarlo, oltre il distintivo di Città del Miele, sarebbe una recente “corsa ai terreni” da parte di vari apicoltori.

Le api a Pagnano

Alcuni residenti nell’area di Pagnano hanno più volte ricevuto la richiesta di consentire all’installazione di alcune arnie dentro i propri confini, perché posizionati in aree ideali per il benessere di questi insetti. La curiosità principale sta nel fatto che questi apicoltori non sono soltanto locali, ma soprattutto provenienti da altre province.

Gli apicoltori e i “i soggiorni asolani” delle loro api

Come Adriano, che gestisce la sua azienda agricola a Sant’Angelo di Piove di Sacco, in provincia di Padova, ed è un esperto apicoltore che ha visto evolvere questo mestiere, in parallelo all’agricoltura: “È da tempo che noi apicoltori ci siamo resi conto degli effetti dell’irrorazione massiva con gli insetticidi sulle api. Posizionandole vicino ai terreni coltivati, vengono indebolite continuamente dai prodotti – ci spiega, – Di conseguenza cerchiamo di trovare posti dove ci siano meno coltivazioni, come a Pagnano, dove in effetti c’è una rincorsa a cercare siti ancora liberi”.

Il prodotto di una delle arnie di Pagnano

“Ci si guarda attorno per cercare ruscelli, acqua, canalette, con un’ampia presenza di piante mellifere. Se poi ci sono vigneti biologici non è un problema per le api, mentre se vengono utilizzati altri prodotti può capitare che non producano miele. A Pagnano tutte le caratteristiche favorevoli ci sono in abbondanza, quindi, noi apicoltori puntiamo a cercarci uno spazio lì”.

C’è chi vi ha fatto un’attività a tempo pieno

Proprio Pagnano è stata scelta anche da un’azienda agricola di stampo giovane, che vi ha stabilito quasi un centinaio di arnie: quella della ventinovenne Alessia Girardi, che con il papà Maurizio e l’aiuto del fratello Loris, ha fatto del miele la propria attività principale. “Pensi che all’inizio mi avevano sconsigliato Pagnano per via dell’umidità – ci racconta – Invece noi l’abbiamo scelta come postazione fissa, in inverno e in estate, perché ci siamo resi conto che è uno dei luoghi dove le api stanno meglio in assoluto”.

“L’anno scorso nel bosco vicino alle arnie c’è stata un’ottima fioritura del tarassaco, tanto che stentavi a vedere il verde dell’erba tra i fiori – continua Alessia – Così abbiamo prodotto anche una buona quantità di miele di tarassaco. Capita che dei passanti ci chiedano sorpresi come sia possibile far sopravvivere le api vicino al nostro vigneto, perché nell’immaginario collettivo la vite è la maledizione per eccellenza. Facile: siamo certificati biologici. Basta fare i trattamenti con un po’ di testa e non si hanno problemi”.

Le arnie di Alessia con lo sfondo della Rocca

Il commento del vicesindaco Dalla Rosa

Anche il vicesindaco Franco Dalla Rosa commenta positivamente quest’attrattività specifica della frazione: “Gli apicoltori portano le api soltanto là dove trovano una sicurezza assoluta dal punto di vista dell’ambiente. Se hanno individuato Pagnano come zona favorevole significa che anche loro hanno considerato vari aspetti vantaggiosi in questa zona”.

Apicoltura, tra gli errori del passato e le scelte del futuro

A queste arnie, però, serve anche un futuro e a ricordarlo c’è sia l’esperienza di Adriano, sia l’entusiasmo di Alessia: “A un apicoltore esperto interessa anche l’avvenire – spiega Adriano – di lasciare le mie api a qualcuno di più giovane che se ne possa prendere cura. Altrimenti non avrebbe senso fare questa ricerca. Da una parte, il Triveneto rappresenta uno dei consumatori maggiori di insetticidi in Europa, dall’altra devo dire che i giovani hanno un’altra visione, molto più etica.

Due scatti ravvicinati sulle arnie

E se c’è chi mantiene quel residuo di mentalità contadina che ritiene che più butti più raccogli, le nuove generazioni hanno un immenso rispetto per le api. Penso anche a me stesso: da ragazzino, con mio padre durante un temporale, ho scoperto che l’insetticida che avevo buttato sul granoturco aveva immediatamente ucciso tutti i pesci nel canale. Pensi che mio zio veniva mandato a raccogliere le sciami di api tra i cespugli lungo le barene della laguna: oggi, a forza di irrorazioni arroganti, quegli sciami non ci sono più. E la colpa è stata nostra.

I giovani che si sono avvicinati al mondo delle api sono diversi, anche nell’attenzione all’insetto stesso. L’uomo ha sempre catturato le api per prenderne il miele, ma è anche vero che in passato si affumicavano in un tronco per poterlo prendere in sicurezza. A nessuno interessava della salvaguardia delle api mentre, al di là del fattore economico, oggi ci interessa che le api vivano e stiano bene”.

In effetti, la descrizione dell’azienda agricola di Alessia conferma quest’attenzione e anzi la giovane lancia un appello a chi volesse lavorare in questo campo quest’estate: “L’azienda agricola è in crescita – racconta – Stiamo cercando una persona che ci dia una mano a raccogliere il miele quest’estate”.

Dal Consiglio regionale ok al programma quinquennale di sostegno all’apicoltura

Martedì 14 febbraio il Consiglio regionale del Veneto ha approvato con voto unanime il programma di sostegno all’apicoltura 2023-27: un piano finanziario da 2 milioni di euro l’anno, per cinque anni, a sostegno dei 7.200 apicoltori veneti e di una produzione ad alto valore economico e commerciale, ma anche ambientale.

“Le api sono insetti fondamentali per la biodiversità dell’ecosistema, anche e soprattutto in agricoltura per l’impollinazione – commenta il consigliere regionale di FdI Tommaso Razzolini -. Per numero di arnie (oltre un milione e 700 mila) e con una produzione annua di circa 1.700 tonnellate di miele il Veneto risulta essere l’ottava regione in Italia”.

(Foto: Alessia Girardi).
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