Poco più di 13mila uomini, dei 61mila che erano in tutto, riuscirono a fuggire dalla “sacca” di Nikolajewka: era il 26 gennaio 1943 e tra quegli uomini, massacrati dall’inverno e da mesi di combattimento, c’erano anche dei trevigiani.
Il 6° Reggimento Alpini contribuì a questa storica battaglia, fornendo del fuoco di copertura e consentendo alle ultime forze di rientrare in patria: per il 79esimo anniversario di quella battaglia, il sindaco Mauro Migliorini e una delegazione del Gruppo Alpini di Asolo si sono recati alla Caserma Lugramani di Brunico.
Il filo rosso tra Brunico, sede del “6°”, e la città di Asolo nacque lo scorso 5 dicembre, quando l’amministrazione scelse di conferire a questa sezione alpina la cittadinanza onoraria.
La motivazione del loro legame col territorio starebbe nella storia del Massiccio del Grappa durante la prima Guerra mondiale, e nel valore del tenente Giuseppe Testolini, che perse la vita sul Col Beretta nel novembre 1917. Inoltre, nel 6° Reggimento è alpina in armi l’asolana Sofia, che la delegazione ha potuto salutare.
La cerimonia ha previsto la deposizione di una corona d’alloro davanti al monumento ai Caduti che, secondo Migliorini, “rappresenta profonde radici storiche e dei valori che oggi come ieri accompagnano gli alpini in armi; radici storiche testimoniate dalla Medaglia d’oro al Valor Militare concessa in quell’occasione alla Bandiera di Guerra del Reggimento”.
Il sindaco ha presenziato a fianco del colonnello Italo Spini (in foto), comandante del 6° Reggimento, che a dicembre era venuto in visita in occasione del riconoscimento.
(Foto: Mauro Migliorini).
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