Storicamente, le palestre, intese come luoghi di allenamento, erano pensate unicamente per gli uomini. Secondo Alessandro Bergamin, imprenditore ed esperto di marketing, e Michela Alberton, questa tendenza è rimasta, nonostante queste attività siano oggi frequentate da tutti in egual modo: un presunto residuo di maschilismo sarebbe tuttavia rimasto sia nella disposizione degli esercizi, sia nel rapporto tra gli utenti, dove i maschi spesso “osservano e giudicano”, spesso – sempre secondo questi imprenditori – con malizia.
Per questo a Casella aprirà nei prossimi giorni MiaFit, una palestra tutta al femminile, che non consente l’accesso agli uomini: una scelta che viene motivata così dagli imprenditori, i quali hanno già un’attività identica a Castelfranco Veneto (che tra l’altro avrebbe avuto successo). “Prima di tutto è nata come un’idea imprenditoriale – spiega Bergamin, che da buon esperto di marketing ammette che – era il mercato a richiedere un ambiente protetto per le donne. Ci siamo poi però accorti che il progetto aveva anche una funzione sociale e ce ne siamo affezionati”.
Quando chiediamo il perché, dalla MiaFit arriva questa risposta: “Abbiamo scoperto che molte donne non vanno in palestra perché si sentono giudicate dagli uomini. C’è un problema concreto nelle palestre per entrambi i sessi: in tante ci hanno detto che gli uomini fissano, ci provano, giudicano continuamente. Noi abbiamo fatto in modo che il fitness riguardi sì una parentesi fisica, ma anche di benessere. Così aiutiamo molte mamme che non si erano mai dedicate del tempo, donne che hanno ripreso in mano la loro vita”.
La palestra, che verrà aperta in prova per tre giorni a partire da mercoledì, si trova in via Enrico Fermi a Casella d’Asolo ed è munita di un solo spogliatoio, quello femminile, e un circuito di esercizi pensato unicamente per le donne e per ciò di cui, secondo MiaFit, il loro corpo ha bisogno. I cicli d’allenamento durano trenta minuti, per ridurre la noia e consentire massima flessibilità anche alle mamme che lavorano.
Anche lo staff è prevalentemente al femminile, fatto salvo – forse – per un unico professionista al maschile.
“Ogni trenta giorni – spiega Bergamin – le clienti della palestra possono sottoporsi a un controllo gratuito per capire come cambia il loro corpo”.
Chiediamo loro: ma in un momento storico in cui si pensa a un genere fluido e tollerante voi fate una palestra per sole donne?
Sinceramente non abbiamo mai avuto una richiesta di iscrizione gender-fluid, però essendo aperti e all’insegna dell’inclusione sono certo che gestiremo una richiesta simile nel miglior modo possibile.
A questo punto avrebbe senso una palestra per soli uomini?
No, una palestra per soli uomini non avrebbe senso perché ci risulta che l’uomo abbia meno blocchi mentali, che non si faccia insomma grandi problemi a essere giudicato dal sesso opposto. E poi le palestre sono già state pensate per gli uomini, per le donne invece c’è bisogno di una coccola in più. Finora non è mai stata pensata, così siamo arrivati noi.
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