Puos in silenzio per Walter Locatello: “Lui era di tutti”. La bara portata in chiesa con l’autoscala

L’addio a Walter Locatello

Brulica di uniformi dei Vigili del fuoco il piccolo paese di Puos d’Alpago, che nonostante il gran viavai rimane in silenzio per Walter Locatello, il vigile del fuoco 44enne inghiottito dal torrente vicino a casa sua e disperso nella notte dello scorso giovedì 2 novembre, poi ritrovato qualche giorno fa nel lago di Santa Croce.

Le strade che arrivano in centro sono state chiuse dalla Protezione civile e in piazza, davanti alla chiesa dove ha luogo il funerale sono stati schierati gli uomini dei Vigili del fuoco dei vari distaccamenti del Comando di Belluno. 

In attesa del rito, i paesani lo ricordano parlottando in silenzio, ricordando quanto sia stato una persona autentica, buona e sempre disponibile.

Sono presenti alla cerimonia il sindaco di Alpago, Alberto Peterle, il presidente della Provincia di Belluno Roberto Padrin, l’assessore regionale Gianpaolo Bottacin, il comandante provinciale dei Vigili del fuoco Antonio Del Gallo (assieme ai colleghi comandanti di tutte le Province del Veneto e al capo del Corpo Nazionale Carlo Dall’Oppio) oltre a varie altre autorità dai paesi vicini e rappresentanti delle forze dell’ordine.

Sono presenti anche rappresentanze del Suem 118 di Belluno e vari volontari. 

L’assessore regionale Gianpaolo Bottacin

La bara è stata trasportata a bordo dell’autoscala fino alla chiesa di Puos. Poi la bara è stata depositata sulle spalle dei colleghi di Walter. La famiglia, Sybil e il piccolo Martino nella carrozzina, con i genitori e altri parenti del defunto, è arrivata poco dopo e ha seguito il corteo funebre all’interno del piccolo edificio religioso.

“Quanto è difficile scrollarsi di dosso la pioggia, il buio e il fango di quella notte? – è iniziata l’omelia – Walter era di tutti. Ha vissuto la sua vita così, spezzandola come si fa con il pane. E le sue briciole sono arrivate anche a persone che non lo conosceranno mai. Era una persona gioiosa, scherzosa, generosa ma anche precisa e responsabile. Walter è per tutti e rimarrà per tutti: il messaggio che ci lascia è da raccogliere e consegnare a Martino”.

La lettera del Comandante Del Gallo

Verso la fine del rito funebre è stata letta la Preghiera dei Vigili del fuoco, poco prima che il comandante Antonio Del Gallo rivolgesse il suo saluto a Walter, ringraziando tutte le autorità presenti: 

“Tutti quelli che ti hanno conosciuto, Walter, hanno voluto sottolineare l’abnegazione, la preparazione professionale, lo spirito di gruppo e di sacrificio che ti caratterizzavano. È stato proprio il tuo altissimo senso del dovere che non ti ha fatto recedere dall’intervenire di fronte di fronte al furore delle acque per proteggere la tua comunità, pagando di prima persona il prezzo più alto.

I colleghi di Walter portano la bara del collega dopo il rito

Da quando nel 1999 sei entrato a far parte dei Vigili del fuoco volontari in forza al distaccamento di Pieve d’Alpago, poi nel corpo nazionale nel 2013, prima nel Comando di Treviso e poi dal 2017 passando a quello di Belluno, ti sei distinto per l’impegno profuso e la grande professionalità mostrata nel tuo lavoro, in particolare nel ricoprire incarichi di operatore di mezzi pesanti e addetto in sala operativa. 

Si dice sempre che la morte faccia parte della vita ma è difficile accettare che qualcuno che amiamo non sia più con noi. L’unica consolazione che resta sono i ricordi e tra i tanti che conserviamo di te ne abbiamo scelti due che meglio ti rappresentano: ricordiamo quando, in occasione della giornata di apertura della sede del Comando alle scuole di tutta la provincia, ti sei vestito da pompiere Marshall, passando tra i bambini per portar loro un sorriso. Perché quei bambini ti piacevano e ne desideravi tanto uno tutto per te e per Sybil. Ricordiamo tutti la tua gioia quando, lo scorso agosto, ci annunciasti l’arrivo di Martino e quando gli facemmo indossare il cappello da Comandante. 

Ma eri anche e soprattutto un valoroso pompiere: non certo un gigante di statura nonostante tuo padre ti chiamasse “il mio ragazzone”, eppure lo scorso agosto trascinasti fuori da solo, a bordo dell’autogrù, un aereo antincendio da quaranta tonnellate che era precipitato nel lago di Santa Croce. Uno strano destino, Walter, chi mai avrebbe immaginato che qualche mese dopo saremmo dovuti intervenire con il doloroso compito di strapparti proprio da quelle acque per riportarti tra noi?”.

L’esterno della chiesa per l’ultimo saluto

Terminato il rito funebre, in tanti si sono stretti ai genitori e alla moglie di Walter, che pur nella disperazione e nel dolore più insopportabile, sono riusciti a dire “grazie” a chi ha fatto tanto per riportarlo a casa, anche quando le speranze di riabbracciarlo erano già svanite.

(Foto: Qdpnews.it © Riproduzione riservata).
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