Dopo il reportage sull’impresa di Aurelio Tommasi in Angola, arriva l’acqua all’intero villaggio di Rio Seco

I documentari e le missioni umanitarie hanno una capacità in comune: creano legami, connessioni, con aree del mondo che, altrimenti, verrebbero considerate distanti, aliene. Proprio grazie a questa forza, sui terreni sconnessi e pieni di buche dell’Angola, nazione ancora sconvolta e sbilanciata dal peso di quella che fu una violenta guerra fratricida, oggi corre l’automedica Mitsubishi Pajero a bordo della quale, prima, Pedemontana Emergenza salvava vite sul Monte Grappa. 

Foto di Simone Masetto

Quel fuoristrada, che corre imperterrito nonostante il suo chilometraggio, è il simbolo dell’impegno del dottor Aurelio Tommasi, cittadino di Castelcucco, e di Paola Zorzatto, valdobbiadenese oggi residente a Cavaso, che negli anni (con una trentina di viaggi), hanno aiutato queste comunità a ritrovare la speranza, ma soprattutto la volontà di migliorare la propria condizione.

Oggi nell’oasi di Amen, nel villaggio di Funda, c’è un centro medico, una scuola e altre piccole attività condotte da giovani del posto. La missione di TDoctor ODV, che veniva supportata in segretezza da alcune persone del territorio, non era mai stata raccontata prima. 

Il reportage “Angola, codice tre” girato nel novembre 2022 dai giornalisti di Qdpnews.it, Luca Vecellio e Simone Masetto, grazie anche ad alcuni sponsor (Cadorin Group e Crispi Sport), ha raccontato la loro impresa per poi diffonderla nel territorio senza censure. Nella produzione era stata documentata anche la condizione di un villaggio popoloso ed estremamente povero, Rio Seco, che, come si deduce dal nome, era del tutto sprovvisto di acqua potabile o di fonti d’acqua pulita.

ATTENZIONE IMMAGINI FORTI NON ADATTE A UN PUBBLICO SENSIBILE
Il reportage in Angola di Luca Vecellio e Simone Masetto

Ogni settimana, le famiglie del villaggio, stipate in baracche di lamiera, dovevano sperare in una fornitura via ruota, considerata estremamente costosa per i fondi a loro disposizione. Nei periodi peggiori, l’acqua potabile in Angola può arrivare ad avere un costo al litro superiore a quello della benzina.

Durante le riprese della consegna dell’acqua, una sorta di grande festa per la gente del posto, il capovillaggio aveva spiegato ai giornalisti che il governo aveva effettivamente predisposto tutto il necessario per portare l’acqua al villaggio, ma da alcuni anni il progetto era stato inspiegabilmente abbandonato.

L’arrivo dei tubi a Funda

Il paradosso stava nel fatto che l’acquedotto, costruito per fornire una delle diverse città fantasma costruite dalle grandi imprese cinesi, c’era già: bastava meno di un chilometro di tubature per far defluire l’acqua anche al villaggio. Proprio l’acquisto questo tubo, grazie alla generosità di chi ha voluto donare dei fondi dopo aver visto il documentario, tra cui Alto Trevigiano Servizi, ha permesso alle migliaia di persone che vivono a Rio Seco, tra cui moltissimi bambini, di avere l’acqua potabile a pochi metri da casa. 

Lo scavo per il tubo dell’acqua a Rio Seco

Qualche giorno fa, da Rio Seco, sono arrivate le immagini dell’arrivo dell’acqua potabile (in foto), che verranno collegate alle fontane pubbliche, garantendo un servizio che noi qui in Italia abbiamo sempre dato per scontato, ma che in Angola rappresenta un’opportunità preziosa.

Dopo qualche giorno, contestualmente all’arrivo dell’acqua, al villaggio è stata predisposta anche una linea della corrente elettrica (non per le singole utenze, ma ad uso comune). La gioia del villaggio e dei bambini, il sollievo degli anziani, la speranza concessa alle future generazioni di Rio Seco, può così rimbalzare all’indietro, attraverso queste immagini, ai donatori che hanno reso possibile questo risultato.

Foto di Simone Masetto

Ma non è tutto: il nuovo Centro medico dell’oasi sanitaria di Amen a Funda, tanto desiderato da Paola Zorzatto e da Aurelio Tommasi, è stato completato e inaugurato. Il personale sanitario, formato per essere autonomo (anche da Luca Tommasi, che ha tenuto un corso di BLSD), già vi lavora, salvando ogni giorno delle vite, spesso giovanissime.

Le donazioni hanno concesso di raggiungere il budget complessivo necessario per il completamento dei lavori e per l’acquisto di alcune attrezzature. “Vogliamo aiutarli qui, a casa loro” aveva Paola al tramonto davanti alla struttura incompleta, durante la sua intervista.

Foto di Simone Masetto

E così continua a essere: presto Aurelio e Paola partiranno di nuovo per Funda, con il supporto di un territorio, quello della Pedemontana del Grappa, che ha mostrato sensibilità e interesse nei confronti della loro missione.

(Fonte foto: Qdpnews.it + Oscarito Da Silva (dall’Angola) © Riproduzione riservata).
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