Anche un messaggio di Papa Francesco alla Settimana Sociale. Il Cardinale Zuppi: “La guerra è una sconfitta. La Chiesa non diventi un gruppo Whatsapp”

Oltre 500 persone hanno gremito l’Auditorium Toniolo di Conegliano ieri sera lunedì 13 febbraio al primo dei tre incontri della XX Settimana Sociale, con ospite il cardinale Matteo Maria Zuppi, arcivescovo di Bologna e presidente della Cei (Conferenza Episcopale Italiana), sul tema “Il gusto della fraternità: la fede nella società di oggi”.

L’Auditorium Toniolo gremito

L’evento si è aperto con una sorpresa che ha emozionato il pubblico in sala: la lettura, da parte del delegato vescovile per la Pastorale sociale don Andrea Forest, del messaggio di Papa Francesco, che a vent’anni dall’inizio delle Settimane sociali in diocesi a Vittorio Veneto – rassegne fondate a livello nazionale nel 1907 a Pistoia dal Beato Giuseppe Toniolo, le cui spoglie riposano nel Duomo di Pieve di Soligo – ha inviato il suo saluto e augurio, a firma del cardinale Pietro Parolin, segretario di Stato di Sua Santità.

“In occasione della XX Settimana Sociale della Diocesi di Vittorio Veneto, dal titolo ‘Avviare processi più che possedere spazi’, il Pontefice rivolge il suo beneaugurante saluto esprimendo vivo apprezzamento per l’iniziativa. Papa Francesco, mentre auspica che l’evento contribuisca ad una maggiore conoscenza dell’insegnamento del Beato Giuseppe Toniolo, la cui testimonianza di laico impegnato ha caratterizzato tutte le dimensioni della sua esistenza, incoraggia ad una più inclusiva azione formativa e ad una presenza operosa nel tessuto sociale, che favorisca rispetto e dignità per la persona umana e dia priorità al tempo, ‘senza ansietà’, però con convinzioni chiare e tenaci, come indicato nell’esortazione apostolica ‘Evangelii gaudium’, da cui avete tratto ispirazione”.

Il cardinale Zuppi insieme al vescovo Pizziolo e a don Andrea Forest

Moderata da Francesco Polo, direttore dell’Ufficio diocesano per la pastorale sociale, lavoro, giustizia, pace e salvaguardia del Creato, la serata è stata introdotta dal saluto del vescovo diocesano monsignor Corrado Pizziolo, che ha ribadito il senso profondo di questa edizione delle Settimane sociali, e in particolare dei “processi di fraternità, fiducia, fede”.

Il saluto del vescovo Pizziolo

Don Gian Pietro Moret, già direttore del settimanale diocesano “L’Azione” e delegato vescovile per i problemi sociali, il lavoro, la giustizia e la pace, ha ripercorso la storia delle Settimane sociali nazionali e diocesane, ricordando che il beato Toniolo evidenziò “la necessità della presenza attiva dei cristiani nella società” e promosse l’incontro tra laici cattolici sui temi cristiani e sociali.

Il cardinale Zuppi ha affrontato il tema del ruolo dei cristiani oggi: “Di fronte ad una devastante secolarizzazione della società e ad un fenomeno di stordimento da benessere, come cristiani siamo chiamati a essere nel mondo e ad accogliere le sfide dell’oggi” ha esordito il porporato, che ha poi evidenziato il peggioramento del fenomeno della solitudine e una “crescita della difficoltà di relazione, dovuta a reti fragili e individualizzate, in cui sei connesso con tutti, ma sei solo”.

Il presidente Cei ha messo in luce l’importanza dell’intersezione “tra la dimensione sociale e quella spirituale”: “Per un cristiano – ha detto – l’io e il noi non sono in contrapposizione, mentre il corteggiamento dell’individualismo sfacciato e volgare e il permissivismo di oggi dilatano l’io e lo gonfiano continuamente”.

“La Chiesa è maestra, ma prima di questo è madre, ma oggi fa fatica a far sentire quanto è madre” ha osservato ancora Zuppi, auspicando poi che la comunità cristiana “sia vissuta con un legame affettivo e fraterno, come una famiglia, e la Chiesa non diventi un gruppo whatsapp”.

Incalzato da alcune domande dei partecipanti in platea e galleria, Zuppi ha ammesso “la grande sconfitta dei cristiani divisi” nell’attuale guerra in Ucraina: “Ci ferisce molto, e penso che dobbiamo interrogarci sulla debolezza della fede, e di come le divisioni diventano alleate delle logiche della guerra”.

Comprendendo “la complessità del caso e la presenza di un aggressore e un aggredito” e auspicando che “il diritto dell’aggredito trovi piena risposta”, Zuppi ha messo in luce che “se l’unica via è quella della vittoria, vuol dire che bisogna aspettare che ci sia un vincitore e un perdente. A che prezzo? Che cosa richiede questo? Non possiamo fare nient’altro? Non posso accettare che non si possano aprire degli spazi per far ragionare, e che l’unica pace sia la vittoria”.

Zuppi si è espresso anche sul tema dei giovani, che hanno bisogno di “esempi di adulti e anziani che sognano e sono impegnati ad avviare processi: solo così i giovani avranno visione”. “Ho l’impressione – ha osservato – che come adulti di oggi invece diamo istruzioni per l’uso e continuiamo a spiegare anziché dare fiducia alle nuove generazioni, motivarle e coinvolgerle”.

La rassegna di eventi, che si era aperta lunedì scorso 6 febbraio con monsignor Paolo Bizzeti, vicario apostolico in Anatolia, proseguirà mercoledì 15 febbraio al Teatro Ruffo di Sacile, con Daniele Marini, docente di Sociologia all’Università di Padova, e don Bruno Bignami, direttore dell’Ufficio nazionale Cei per i problemi sociali e il lavoro, sul tema del lavoro, e si concluderà venerdì 17 a Pieve di Soligo con la messa in Duomo alle 18.30, e poi al Teatro Careni con Andrea Riccardi, fondatore della Comunità di Sant’Egidio, e Guglielmo Cevolin, presidente dell’Associazione “Historia”, sul tema della pace.

(Foto: Qdpnews.it © riproduzione riservata).
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