“Due anni senza di loro”: una panchina bianca per Jessica, Sara e tutte le vittime della strada

La panchina bianca inaugurata

Sono trascorsi due anni da quel 30 gennaio in cui le due cugine Jessica Fragasso e Sara Rizzotto persero tragicamente la vita, vittime di un terribile incidente sulla A28.

E a distanza di tempo il pensiero di queste due giovani vite, e di tutti coloro che sono morti sulla strada, si è tradotto tangibilmente sull’installazione di una panchina bianca, posizionata in via Filzi a Conegliano, a lato del Monumento alla Resistenza, assieme a due piante.

I mazzi di fiori poggiati sulla panchina

Un gesto per ricordare Jessica e Sara, ma anche i quattro giovani che il 14 luglio 2019 persero la vita durante un incidente a Jesolo.

Presenti i genitori delle due cuginette, la nonna e altri parenti, anche dei quattro giovani menzionati, assieme ad amici, conoscenti, rappresentanti delle Forze dell’Ordine, dei Vigili del fuoco e delle associazioni combattentistiche, al fianco del sindaco Fabio Chies, degli assessori Primo Longo, Claudia Brugioni e Cristina Sardi, di alcuni ragazzi della scuola media Grava (con i loro insegnanti), che hanno letto e cantato alcuni brani in tema con la cerimonia.

Lo scoprimento della panchina

Una cerimonia dove non è mancata la commozione, non solo da parte dei parenti delle vittime, anche di fronte alla lettura della lettera di una mamma, il cui figlio è deceduto a causa di un incidente stradale: “La disattenzione può essere fatale in un attimo”, le parole significative scritte.

Il comandante della Polizia locale Claudio Mallamace ha colto l’occasione per ricordare il ruolo svolto dalle Forze dell’Ordine, in uno scenario ancora segnato dai molti incidenti stradali. “Serve la collaborazione di tutti noi – ha affermato, rivolgendosi ai ragazzi delle Grava – Non posso comprendere atti di stupidità come quanto avvenuto a Cimadolmo (dove un ragazzo è deceduto ‘facendo surf’ sul cofano di un’auto, ndr). Ricordiamoci che ogni incidente lascia un segno“.

Il comandante della Polizia locale, Claudio Mallamace

“Siamo stanchi e non vorrei dover più andare a bussare alle porte di casa delle famiglie, per dire che un loro caro è morto in un incidente – ha proseguito – Gli incidenti sono la maggior causa di morte“.

Dopo le parole di Mallamace è toccato ad Alain Fragasso e Barbara Rizzotto, i quali hanno affidato a una lettera i loro pensieri per la giornata odierna, spiegando che l’idea di posizionare una panchina (partita dagli stessi famigliari), in quel luogo, è sorta dal fatto che le due cugine avevano frequentato sia la primaria Pascoli che le medie Grava, vivendo di fatto quel giardinetto.

La cerimonia

“Sono due anni che cerchiamo di andare avanti senza di loro – le parole dei coniugi Fragasso, anche in rappresentanza del papà di Sara Rizzotto e degli altri parenti – Ai giovani vogliamo dire che ci vuole più concentrazione e prudenza: la vita è un soffio”.

“Volevamo tenere vivo il ricordo delle ragazze: la vita è una, bisogna fare le cose con la testa. Spero che la panchina dia un segno ai ragazzi”, le parole a margine di papà Alain Fragasso.

I genitori di Jessica Fragasso

“Oggi viviamo questo secondo anniversario come se fosse ieri: la vita per noi si è fermata dopo quell’incidente – ha raccontato Barbara Rizzotto – Quando leggo casi come quello del ragazzo morto ‘facendo surf’ su un’auto, provo tanta rabbia, perché è stata buttata via una vita”.

Romina Ceccato e Barbara Rizzotto

Un pensiero è andato però anche alla necessità di fare maggior giustizia nei casi di incidenti mortali: “Le vittime della strada sono uguali agli altri e le loro morti non devono essere inutili”, l’appello accorato di Romina Ceccato, madre di una delle vittime dell’incidente del luglio 2019 a Jesolo, la quale ha chiesto giustizia per queste morti, spiegando di aver aperto un’associazione “Alba luci sulle buona strada”.

I parenti delle vittime

“I dati degli incidenti stradali sono un vero e proprio bollettino di guerra – il commento del sindaco Chies – Ricordiamoci che dietro a questi numeri ci sono sempre delle persone. Pretendiamo quindi che la giustizia faccia il suo corso contro dei comportamenti incommentabili, per dare un segno di speranza per il futuro e un senso di giustizia a chi rimane”.

“Le vittime della strada lasciano un vuoto incolmabile, – ha continuato – ma oggi, da lassù, ci guardano e sorridono nel vedere che non avete mollato. La memoria è importante e facciamo un appello ai giovani, perché è inutile pentirsi il giorno dopo. Voi genitori e parenti avete trasformato una tragedia in un segno di speranza”.

(Foto: Qdpnews.it ©️ riproduzione riservata).
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