Rispetto alla prosa, la poesia è un genere letterario che da un punto di vista editoriale si afferma con più difficoltà, ma non per questo trova meno persone che si dedichino alla scrittura di versi, intesa come la “scrittura dell’anima”.
E a tal proposito si inserisce la storia di Carlo Molinari, il quale ha voluto racchiudere le liriche scritte negli ultimi 30 anni in un’antologia da lui autoprodotta, una settantina di pagine dal titolo “Prime luci” (“poesie dell’anima”).
Perché autoprodursi? “Spesso le case editrici chiedono di pubblicare le opere a pagamento – la sua risposta – Quindi vale la pena fare da sé”.
“Si tratta del mio 19esimo libro, dedicato alle poesie più brevi che io abbia mai scritto in questi ultimi 30 anni – ha proseguito – Poesie di 4, 3 e anche due versi”.”Poesie accennate”, alla ricerca di “emozione e incanto”, o meglio, “un’umile testimonianza che l’Anima può esprimersi spaziando verso il Cielo senza tanti preamboli, senza essere prolissa, senza cadere nel tranello di narrare se stessa in interminabili strofe e versi senza fine”.
“Ho iniziato a scrivere poesie a 6 anni e mezzo, dopo la perdita di mio padre – ha raccontato Molinari, laureato in Giurisprudenza e con un diploma di Operatore socioassistenziale – Nel 2007 ho deciso di dedicarmi anima e corpo alla poesia, che è davvero la mia linfa vitale”.
“Io credo nel concetto di poesia catartica, purificatrice. Ritengo che aiuti a esternare il dolore di una persona, ma anche la sua massima gioia – ha proseguito – Chi non si è mai messo a scrivere qualcosa? La poesia ci consente di ‘buttare fuori’ il nostro inconscio”.
“Ho pubblicato di tutto su vari argomenti e anche ‘Prime luci’ conta su un parterre di argomenti molto vasto, – ha aggiunto – ma ho voluto dedicarmi alle poesie più brevi in assoluto. Scrivere in maniera variegata è una mia passione. La sintesi estrema rappresenta per chi scrive una sfida molto ardua, perché è molto difficile racchiudere in due o tre versi un intero universo”.
“Il titolo deriva dal fatto che ormai mi sono abituato ad alzarmi alle 3 e mezza-quattro del mattino, ad attendere l’alba – ha spiegato – La maggior parte delle poesie sono scritte durante le prime ore della giornata“.
Molinari due anni fa ha inoltre fondato “Poeti 2000”, un movimento che intende “rimettere al centro la poesia, come strumento per esternare tutta la varia gamma delle proprie emozioni”.
Un modo per radunare poeti e poetesse da tutto il mondo, per “promuovere la poesia a ogni latitudine”: “L’intento è di radunare sul web autori da tutto il mondo – ha spiegato – Siamo oggi oltre 3.300 (tra Italia, Europa, Centro e Sud America, ndr)”.
Nel 2007 ha ricevuto una menzione d’onore a Melbourne, in Australia, dall’Accademia letteraria Italo-Australiana Scrittori.
Nel 2021 ha invece dedicato la poesia “Voglia di tornare” alla città di Conegliano, tra il desiderio giovanile di andare in una grande città, pieno di speranze, e successivamente il ritorno al luogo di origine, per riscoprire e vedere con occhi diversi il territorio.
Una poesia che ha fatto parlare di sé, arrivando direttamente a Sydney e ricevendo il plauso da parte del presidente della Regione Veneto Luca Zaia.
Nello stesso anno Molinari ha inviato la poesia “Assunzione”, dedicata alla Madonna, in Vaticano, a papa Francesco, ricevendo una lettera di riconoscenza da parte del Vaticano stesso.
Per l’occasione Carlo Molinari ha concesso a Qdpnews.it la pubblicazione di una sua lirica, intitolata “Notte d’estate morente”, “scritta in una notte di tarda estate”, mentre il poeta si trovava sul proprio terrazzino “a contemplare il cielo”.
Una lirica dove si parla “del cielo di Conegliano e della bellezza arcana e misteriosa della notte, che può esser vissuta e sentita da qualsiasi coneglianese (e quindi anche da qualsiasi cittadino del mondo)”.
“Si lacerano di dolore/ gli adagi lenti/ dei plumbei grilli/ o son sì ameni e lieti? – si legge – Nessuna tachicardia/ di languida luna/ s’abbarbica/ su lenzuola di tenebre./ Solo un Requiem/ di sfiancate lanterne/ a intristire/ illibate e fioche stelle”.
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