Superare il concetto di “ente locale singolo” per passare a “una logica di area vasta e di collaborazione” è il messaggio più volte ribadito nel corso della presentazione della candidatura dell’area urbana del Coneglianese e del Vittoriese, tenutasi nel corso di una conferenza stampa indetta oggi, venerdì 1° aprile, nella sede municipale di piazza Cima a Conegliano.
In sostanza si tratta di una cordata di 13 Comuni, comprendente le amministrazioni di Conegliano, Vittorio Veneto, Colle Umberto, San Vendemiano, San Fior, Godega di Sant’Urbano, Santa Lucia di Piave, San Pietro di Feletto, Tarzo, Refrontolo, Pieve di Soligo, Susegana e Codogné, le quali hanno partecipato a un bando regionale che mira al riconoscimento di 9 aree urbane che andranno a spartirsi un fondo complessivo pari a 170 milioni di euro destinati alla concretizzazione di strategie in termini di sviluppo urbano.
Comuni che comprendono, nel complesso, una zona di rilevanza industriale, produttiva e commerciale, mentre “Conegliano, Vittorio Veneto e Pieve di Soligo sono anche i tre poli di riferimento per le attività culturali dell’area Unesco”. Un’area che, allo stesso tempo, “presenta problemi comuni di tipo demografico, sociale e ambientale che, lavorando insieme, possono essere meglio affrontati”.
Nell’ambito della programmazione 2021-2027 dei fondi strutturali della Regione Veneto, infatti, Conegliano è stato per la prima volta riconosciuto come Comune “polo urbano di sviluppo”, che può quindi essere promotore e capofila di un’area urbana.
Sulle nove aree che saranno riconosciute, e di conseguenza potranno beneficiare dei finanziamenti previsti, sette sono di priorità dei capoluoghi di provincia e dell’area di Montebelluna – Castelfranco Veneto, di conseguenza l’area del Coneglianese e del Vittoriese sta puntando a rientrare tra le due rimanenti anche se, come ha dichiarato il sindaco della città del Cima Fabio Chies, “l’obiettivo è intanto quello di essere riconosciuti in quanto area urbana“.
I risultati finali di questo bando regionale, che decreteranno la destinazione dei finanziamenti, saranno resi noti approssimativamente dopo l’estate, secondo quanto riferito dall’assessore al Turismo Claudia Brugioni, la quale ha spiegato che a tale cordata di amministrazioni si aggiungeranno anche partner come ad esempio le associazioni di categoria.
“Non è più l’epoca dei campanilismi, ma sono emerse delle problematiche da affrontare in maniera sinergica – ha affermato Chies – La speranza è che i problemi vissuti oggi dalle famiglie non diventino strutturali”.
Chies ha rilevato quanto nel tempo ogni singolo Comune abbia affrontato le problematiche del territorio singolarmente e dal proprio punto di vista, una prospettiva che a suo dire deve mutare, considerata la comunanza di criticità.
Una tra tutte è quella riguardante la carenza di personale amministrativo nei Comuni, un disagio confermato da tutti rappresentanti delle realtà comprese nella cordata del progetto presenti alla conferenza stampa, i quali non hanno nascosto quanto l’aspetto finanziario abbia contribuito al concepimento della candidatura.
“Fare squadra” è l’obiettivo che i tempi attuali impongono secondo Lisa Tommasella, sindaco di Codognè e confermato da Giovanni Fadelli, assessore all’Agricoltura a Colle Umberto. Da parte sua, il sindaco di Refrontolo Mauro Canal ha evidenziato quanto il progetto e Conegliano “sappiano trattare con dignità anche i Comuni più piccoli” e come tale unione “porterà anche a delle valutazioni sulla mobilità e a un abbassamento delle spese correnti (che aumentano quando ci sono più opere realizzate)”.
Il sindaco di San Pietro di Feletto Maria Assunta Rizzo ha invece rimarcato l’urgenza di risolvere le problematiche legate al calo del personale nei Comuni ed evidenziato, pertanto, l’utilità di un’unione tra territori limitrofi.
Una necessità di un lavoro in comune ribadita anche da Renzo Zanchetta, vicesindaco a San Vendemiano, il quale ha affermato che “la pandemia ha insegnato a trovare delle soluzioni insieme”. Inoltre, secondo Zanchetta, opportunità come quella presentata devono essere viste come delle occasioni per gli uffici comunali di conoscere delle tematiche nuove. L’assessore di Pieve di Soligo Tobia Donadel, invece, ha osservato quanto ciò sia soltanto “il primo passo di una strada che porterà verso il futuro”.
“In passato c’erano forme di collaborazioni, ma erano aggregazioni di Comuni che gestivano singolarmente le questioni – ha dichiarato Antonio Miatto, sindaco di Vittorio Veneto – Ora siamo accomunati da una logica nuova, ma dovremo stare attenti nelle scelte che faremo e non dovremo fare investimenti che poi pesino nel loro mantenimento”.
Chies ha specificato che la presentazione della candidatura dell’area urbana è solo la prima fase dell’iter e, nel caso in cui l’area stessa dovesse aggiudicarsi i finanziamenti, si svolgeranno delle riunioni durante le quali ai Comuni coinvolti verrà chiesto di indicare le problematiche da cui partire.
“Dovremo capire come posizionare le varie cose” nella futura mappa di questi 13 Comuni, ha sostenuto Chies, aggiungendo che d’ora in poi non si dovrà più ragionare in merito a dove saranno collocati i servizi, ma bisognerà invece focalizzarsi sul fatto che determinati servizi siano presenti sul territorio.
“Questa è una sfida da vincere” ha affermato anche Paolino Barbiero della Cgil, il quale ha puntato sul fatto che tutto ciò sarà una potenziale fonte di “nuovo lavoro con aumento di reddito pro capite”.
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