A Fratelli di Crozza l’intervento di Corona al 75esimo della Cantina Bedin: “Da astemio non è vera vita” 

Il video con Mauro Corona realizzato da Qdpnews.it – Quotidiano del Piave in occasione della cerimonia per il 75esimo anniversario di fondazione della Cantina Bedin è stato fonte di ispirazione per il comico Maurizio Crozzaper la puntata di venerdì 26 aprile di “Fratelli di Crozza” su canale Nove. 

Crozza, imitando Corona, ha esordito parlando dei vini rossi, definiti vini “da uomini”, dicendo di non sopportare quelli bianchi, considerati “vini da svezzamento”. 

“Io il vino lo mangio e le bevo – ha detto Crozza durante la parodia di Corona -, ma non è un alimento: è parte dei sentimenti dell’animo umano. C’è la tristezza e c’è il suo opposto che è il vino. C’è l’angoscia e c’è l’opposto che è il vino. C’è l’infelicità e il suo opposto, il vino. Come dice Albano: ‘felicità, un bicchiere di vino con un bicchiere di vino la felicità’ (nella canzone, in realtà si parlava anche del panino). Il vino è l’unico rimedio contro lo stress“. 

“Altro che venti gocce di Prozac – continua -, fatti venti sorsi di Prosecco e vedi come ti sparisce l’ansia dopo il lavoro! Io faccio un colpo di scalpello e un bicchiere di vino, un altro colpo di scalpello e un bicchiere…Ho perso il conto, quanti colpi ho dato? Nella società moderna la gente nelle aziende viene crocifissa al risultato con i chiodi degli obiettivi. Nella tempesta della produttività può salvarti solo il vino, che arriva come Pamela Anderson in Baywatch, solo che al posto delle ‘tettone’ ondeggiano due boccioni di Nebbiolo”. 

“Il vino rilassa – aggiunge -, placa e in questo stato di leggerezza vedi oltre. Percepisci tutta la gamma dei colori dell’arcobaleno: il rosso, il bianco, il Rosè, il Pinot Grigio. Senti il faggio che ti parla. Capisci il linguaggio del tordo, senti la voce del fungo che però non ha un c…. da dirti perché cosa vuoi che ti racconti un porcino del sottobosco, che nasce dopo una pioggia e due giorni dopo è già morto? Fra una bevuta e l’altra anche 30 secondi di fila smetto, ma cosa me ne frega a me di smettere di bere?”. 

“Alla mia età poi – evidenzia -, che ad agosto compio 68 anni. Ne ho 74 ma l’età si conta da quando si comincia a bere, i primi anni da astemio non è vera vita. Io al compleanno neanche le spengo le candeline: l’ultima volta che ho dato una fiatata sopra le fiammelle, si è incendiato mezzo bosco, sono dovuti intervenire i Canadair. Hanno buttato giù acqua, un incubo! Figuriamoci se io smetto di bere a 70 anni. A parte che il fegato non riconoscerebbe più l’organismo, avrei una crisi di rigetto”. 

“Poi il bello della vecchiaia è che puoi fregartene di tutto – aggiunge -, il solo pensiero che hai è rinascere ogni mattina. La vecchiaia è una figata perché puoi dire e fare quello che c…. di pare. Io, per esempio, domani mi voglio buttare da un dirupo con la tuta alare. Voglio andare con il trattore sulle ciclabili. Compro dei mocassini da fighetto e ci c… dentro. Mi voglio levare delle soddisfazioni. Mi voglio levare la soddisfazione di andare da Bianca Berlinguer(dalla Bianchina) e, mentre sto in collegamento, fare l’elicottero con il mio p……”. 

“Quando sei vecchio – conclude – non guardi in faccia la signora con la falce. Ho detto ‘non’ perché sono ubriaco, io sono un alcolista ma non me ne vergogno. Non so neanche quello che c…. dico. La signora con la falce la guardi ma non hai paura. La guardi e pensi: ‘Ma sai che forse una bottarella anche a lei…’. Anzi fammi bere così la vedo e ci scappa una sveltina sul momento”. 

(Foto: Fermo immagine canale Nove). 
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