Riapre il museo di civico di storia naturale “La Terra e l’Uomo” dopo la risistemazione. Ripartono le attività didattiche con le scuole

Foto dell'orso delle caverne
Foto dell’orso delle caverne

“Lunedì mattina riapriremo dopo due mesi di chiusura per la risistemazione dei locali”: è stato il professor Antonio Paolillo, direttore del museo civico di storia naturale “La Terra e l’Uomo” di Crocetta del Montello, a dare questa importante comunicazione.

Oltre alla possibilità di visitare uno dei musei più conosciuti dell’Alta Marca Trevigiana, ripartiranno regolarmente anche le attività didattiche all’interno della struttura.

Da sempre il museo di Crocetta, conosciuto anche come “Museo del Mammut”, accoglie scolaresche pronte a fare un viaggio nella storia attraverso i preziosi manufatti ospitati all’interno dell’edificio.

I fossili del celebre mammut sono stati rinvenuti nel 1974 nella cava Codello a Vidor grazie allo scavo condotto dal dottor Borselli dell’Università di Firenze con la collaborazione del Gruppo Archeologico di Crocetta del Montello e dell’Istituto di Geologia dell’Università di Padova.

L’interno del museo

L’esemplare del mammut conservato a Crocetta del Montello risale al Pleistocene superiore (glaciazione würmiana: 70 mila-20 mila anni fa): di sesso maschile, raggiungeva un’altezza di 3,50 metri alla spalla e la sua probabile età era di oltre 35 anni.

L’animale viveva in un ambiente molto freddo e arido e dopo la morte è stato inglobato in un deposito argilloso lacustre, ricoperto successivamente da breccia minuta di soliflusso formatasi in ambiente tipicamente periglaciale.

La determinazione e il restauro sono opera del professor Azzaroli e del dottor Borselli mentre il recupero è stato possibile grazie alla sensibilità di Enrico Codello al quale è stata dedicata la sala dove ora è ospitato il mammut.

La storia di questa impresa è stata raccontata ai microfoni di Qdpnews.it – Quotidiano del Piave dal professor Paolillo in un’intervista di qualche anno fa.

“Negli anni Settanta – spiegava il direttore del museo – si sono formati i primi gruppi spontanei appassionati di archeologia e paleontologia. Proprio qui a Crocetta c’era un gruppo, il Centro Montelliano Ricerche, al quale hanno aderito una ventina di ragazzi di 20-25 anni appassionati di queste materie. Veniamo a sapere che hanno trovato delle ossa enormi, corriamo e capiamo subito la loro importanza”.

“Coinvolgiamo quindi l’università di Firenze – continua -, tutti i ragazzi del gruppo del Centro Montelliano Ricerche si sono prodigati ad aiutare l’università e dopo un mese è venuto alla luce questo esemplare. Dalla zanna di tre metri e sessanta centimetri deduciamo che era uno dei mammut più grandi esistenti in Europa. È un maschio adulto e viveva probabilmente in un periodo interglaciale visto che le zanne non sono consumate. Quindi la neve non l’ha vista anche se erroneamente pensiamo che i mammut vivessero sempre in mezzo ai ghiacci e alle nevi”.

Ma nel museo di Crocetta non si trova solo il mammut perché i visitatori potranno ammirare anche l’orso delle caverne, il cui scheletro è stato ricostruito con resti provenienti da scavi effettuati nella grotta Bus de la Bela a Lamon, o affrontare un suggestivo circuito impreziosito dai fossili con le spiegazioni delle teorie sull’origine della vita oltre allo spazio dell’evoluzione della vita sulla terra.

Non mancano le sezioni sull’evoluzione dell’uomo e sulle scoperte che gli hanno permesso di progredire: dalla scheggiatura della pietra alla scrittura.

Il servizio di Qdpnews sul ritrovamento delle ossa del mammut di Vidor (2020)

(Foto: Museo civico di storia naturale “La Terra e l’Uomo”).
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