Grandi emozioni ieri pomeriggio a Gaiarine all’incontro in sala consiliare tra la professoressa Paola Del Din, Medaglia d’Oro al Valore Militare e prima donna paracadutista in Italia, e i neo-diciottenni del paese.
L’evento si è svolto in occasione dei festeggiamenti per il 77esimo Anniversario della fondazione della Repubblica Italiana (2 Giugno 1946), che a Gaiarine sono culminati nella cerimonia di consegna della Costituzione ai diciottenni.
Del Din, classe 1923, è nata a Pieve di Cadore da una famiglia alpina ed è stata una patriota militante nelle file della Brigata Osoppo dal 1943 al 1945.
L’anziana signora ha raccontato ai presenti un tratto di storia d’Italia, portando una significativa testimonianza di impegno civile e amore per la libertà.
Prima dell’intervista all’ospite d’onore dell’evento, curata dall’assessore alla cultura Michele Gottardi, il sindaco Diego Zanchetta ha salutato i presenti e ringraziato tutte le persone che si sono impegnate per la cerimonia.
Non poteva mancare un riferimento alla Festa della Repubblica e un richiamo al concetto di democrazia: “Utilizzando le parole di Tina Anselmi – ha detto il primo cittadino -, ‘democrazia è giustizia, è rispetto della dignità umana, dei diritti delle donne. È tranquillità per i vecchi e speranza per i figli. È pace’. Siamo chiamati a metterci a servizio delle nostre comunità, auguro ad ognuno di essere parte attività della propria comunità”.
In seguito, hanno preso la parola i giovani del Consiglio Comunale dei Ragazzi di Gaiarine, che hanno letto i principi fondamentali della Costituzione italiana.
“Essere uomo o donna non conta niente – ha affermato la professoressa Del Din -, perché bisogna saper fare le cose. Non pensavo di diventare così vecchia. Nella vita è inutile lamentarsi perché, se una persona lo vuole veramente, c’è sempre una soluzione per ogni situazione. Se uno si deprime, non risolve il problema. Rispetto alla guerra dico che all’epoca pensavamo che fosse doveroso salvare la Patria, che è tutta la nostra comunità. Non vedo grande differenza tra monarchia e repubblica: non tutti i problemi sono stati risolti con la Costituzione”.
“Libertà non è dare ragione a tutti – prosegue -, e un eccesso di libertà ha creato il disordine che stiamo vedendo. La strada per la maturazione del nostro Paese è ancora molto lunga. Io credo nei giovani ma devono essere meno ‘lamentosi’. Per la mia generazione la vita è stata severa e anche noi abbiamo avuto ristrettezze economiche: abbiamo imparato a conservare i libri e a tenere con cura i nostri abiti perché non c’erano tanti soldi. Per noi non è stata una vita tutta rose e fiori. Quando sono andata in giro per il mondo, saper fare le cose mi ha aiutato”.
“Bisogna vergognarsi solo della disonestà – prosegue -, ciò che è fatto onestamente va sempre bene. Sono patriota più che partigiana e ho sempre creduto nell’importanza di lottare per costruire e non per distruggere. Bisogna arrangiarsi nella vita e non dipendere da nessuno, perché difficilmente gli altri pensano a noi. Al referendum del 1946 diedi la mia preferenza al re. Sono una rivoluzionaria, ma tranquilla, perché non faccio attentati”.
“Rispetto ai tempi attuali – conclude -, dobbiamo maturare ancora: siamo infatti una generazione di passaggio. Quando una persona è seria va sempre nella strada giusta. L’evoluzione di una società dipende dal nostro senso di responsabilità. Lo Stato non può occuparsi di tutto, noi dobbiamo fare la nostra parte affinché la nostra nazione vada bene, in questo è importante anche il voto. Ho avuto una giovinezza ‘impegnativa’ ma sono stata ripagata perché poi la mia vita è proseguita serenamente”.
La storia della professoressa Paola Del Din
La professoressa Del Din nasce il 22 agosto del 1923 a Pieve di Cadore da Ines Battilana e Prospero Del Din, ufficiale alpino; trascorre un’infanzia felice insieme alla sorella Maria e al fratello Renato, che diventerà presto il suo punto di riferimento.
Allo scoppiare della seconda Guerra mondiale, il padre viene spedito sul fronte greco e poi, catturato dai greci, viene spedito prima in Libia e poi in India in un campo di prigionia inglese.
Con l’armistizio dell’8 settembre 1943, insieme al fratello Renato decide di impegnarsi in prima persona per liberare l’Italia dal Nazifascismo: aderiscono alla Brigata Osoppo, gruppo partigiano di orientamento cattolico, azionista e monarchico.
Il 25 aprile 1945 il fratello Renato cade eroicamente durante un assalto ad una caserma nazista e la professoressa Del Din decide di raccoglierne il testimone, impegnandosi ancora di più nella Resistenza con il nome di “Renata”.
Nel luglio del 1944 a Pielungo (PN), su proposta dell’ufficiale inglese Manfred Von Czernin, la donna accetta di trasportare dei documenti segreti attraverso l’Italia occupata dai nazisti per consegnarli al “maggiore Biondo”.
L’obiettivo dell’operazione è permettere uno sbarco alleato nell’Alto Adriatico e accorciare di almeno un anno la guerra.
Il 16 luglio arriva a Roma e, sotto minaccia, deve consegnare i documenti a un ufficiale inglese diverso dal “maggiore Biondo”. Trasferita a Monopoli, chiede che il padre Prospero venga liberato e gli inglesi esaudiscono il suo desiderio rimpatriando l’ufficiale alpino: padre e figlia si possono finalmente riabbracciare.
La professoressa ha fretta di tornare nel Friuli ancora occupato dai nazisti per ricongiungersi alla madre: per questo decide di frequentare un corso di paracadutismo.
Tutti i tentativi di partenza falliscono a causa della contraerea o del maltempo, ed è costretta ad attendere.
Il 9 aprile 1945 la missione ha buon fine e atterra in un campo nei pressi di Colloredo di Monte Albano (Udine): nell’atterraggio rimane infortunata ma il giorno successivo riesce a ritrovare la madre.
Del Din continua la sua attività di combattente fino al 10 maggio, quando i tedeschi completano la ritirata dal Friuli; in seguito, decide di concludere l’università.
Nel 1951 vince una borsa di studio negli Usa e nel 1955 si sposa con il medico e professore Pietro Carnielli, dal quale avrà 4 figli.
Nel 1957 le viene conferita la Medaglia d’Oro al Valore Militare, unica donna nella storia d’Italia a riceverla per atto di valore militare. Nel 2022 diventa Gran Ufficiale della Repubblica Italiana.
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