Migranti all’ex asilo di Campomolino, il sindaco chiude all’ipotesi: “Vi spiego perché”

Il sindaco di Gaiarine Diego Zanchetta

Gaiarine è uno dei Comuni a cui la prefettura ha chiesto un’eventuale disponibilità all’accoglienza diffusa, individuando come struttura per i migranti l’ex asilo di Campomolino. Ma è arrivato il “no” del sindaco Diego Zanchetta.

È l’ex asilo “Maria Immacolata” di Campomolino di Gaiarine la struttura individuata dalla Prefettura come stabile in cui ospitare richiedenti asilo, meno di una decina.

Lo stabile è della parrocchia, che così come l’amministrazione comunale ha risposto “no” all’interessamento dell’Ufficio del Governo per quella struttura. E’ stato lo stesso prefetto Angelo Sidoti a sottoporre l’idea al primo cittadino.

La risposta del sindaco Zanchetta

“Il Prefetto mi ha chiesto se abbiamo stabili comunali liberi per ospitare, in ottica di accoglienza diffusa, alcuni migranti. Ho risposto di no” ha spiegato Zanchetta, ed ecco perché: “Non credo che l’edificio sia in condizioni tali da poter essere vivibile, ma la valutazione sullo stato e disponibilità dei locali ovviamente non mi compete – prosegue -. A me, come sindaco, compete invece pensare a cosa potrebbe succedere dopo l’arrivo sul nostro territorio dei richiedenti asilo”.

“Nel nostro Comune abbiamo numerose situazioni di disagio già in essere e sempre in aumento purtroppo, e il personale comunale non è in numero sufficiente per dedicarsi anche a questa questione oltre a quelle presenti e a quelle di routine. Inoltre, come amministrazione siamo da anni di fronte alla problematica di non poter assumere altri dipendenti, di conseguenza non possiamo prenderci ulteriori carichi” precisa.

“Continuerò e continueremo a sostenere che il sito individuato non è idoneo all’accoglienza diffusa e che l’accoglienza diffusa non è per noi la soluzione e la soluzione non va trovata alla base ma dall’alto – continua il primo cittadino -. Chi avrà il compito di accompagnare queste persone se un giorno avessero bisogno di generi di prima necessità o di cibo piuttosto che per qualsiasi altra incombenza? E con la lingua italiana? Ci sarà un mediatore culturale per ogni Comune? Queste solo alcune delle problematiche che ravviso”.

“Capisco anche le difficoltà dei miei colleghi che hanno nei loro Comuni gli hub: Treviso e Oderzo già viaggiano con capienze ampiamente superate ma, ripeto, non può essere questa la soluzione al problema” dichiara Zanchetta.

Quindi il mio e nostro è un “no” ad una accoglienza diffusa, un “no” a scaricare ai Comuni il problema, un “no” che difenderò senza indugio – afferma -. Discorso diverso se tra questi migranti ci fossero professionalità e ci fosse la volontà di fare come fecero i nostri padri, ossia lavorare nelle aziende che cercano personale: ecco che allora un tavolo con la Prefettura e gli imprenditori mi sentirei anche di organizzarlo, magari alcuni di loro potrebbero anche fare quei lavori che con le nostre forze non riusciamo a fare, e mi riferisco ad esempio a sfalci dell’erba e manutenzioni”.

(Foto: archivio Qdpnews.it).
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