Un solo esercente di Maser oggi partecipa alla protesta “Io Apro”, garantendo una trentina di coperti sia a pranzo che a cena: l’Osteria Ristorante Jodo, un’attività storica per il paese. Il titolare Marco Bonotto, ha deciso di supportare l’iniziativa a pieno regime, sebbene la convinzione e l’entusiasmo con cui era stata lanciata in origine fosse venuta meno per la maggioranza delle attività.
A dare maggiore forza alla protesta, la presenza del sindaco di Maser Claudia Benedos, che ha pranzato nel ristorante assieme ad altri clienti, che hanno dimostrato nei confronti dell’attività una solidarietà eccezionale, esponendosi al rischio di una multa.
Quello che per alcuni clienti in loco è stato definito scherzosamente come “il pranzo più buono di sempre”, il primo dopo un periodo in cui andare al ristorante non era contemplato, è stato, secondo Bonotto, consigliere comunale e presidente di Maser in Rete, un segnale davvero importante.
L’adesione dei clienti è sinonimo di comprensione non soltanto nei confronti dei ristoranti, ma della situazione in cui verte tutta la catena di forniture, produzioni e distribuzioni.
Da ieri, il telefono dell’Osteria Jodo ha squillato senza sosta e Marco e Monica, i gestori, hanno dovuto declinare le richieste di prenotazione dei clienti, una volta raggiunta la quota di una trentina di coperti.
“Alcuni volevano prolungare questa protesta anche nei prossimi giorni, noi non siamo d’accordo – racconta il ristoratore della storica osteria maserina – Non vogliamo creare problemi, assembramenti o altro, vogliamo soltanto protestare per iniziare a lavorare in totale sicurezza. In molti abbiamo speso per mettere in regola i nostri locali e non possiamo più aspettare i ristori economici”.
Tanti i messaggi di supporto anche dai colleghi: nei vari gruppi creati in questo periodo, qualcuno si è persino proposto di dividere le spese delle eventuali multe e quindi sostenere le attività che si espongono a questo rischio.
Nonostante le pressioni della prefettura, anche il sindaco Claudia Benedos ha scelto di partecipare: “Ho deciso di aderire a questa protesta pacifica perché sono convinta che i ristoratori e i bar sono in grado di far rispettare le regole di prevenzione – ha affermato. La mia è una protesta anche contro questo governo, che non è in grado di capire le esigenze del mondo produttivo, in quanto la maggior parte di loro non ha mai lavorato, non conoscono il lavoro e di conseguenza non sono in grado di dettare le regole da seguire”.
Altri locali a Maser e nei dintorni hanno preso decisioni più moderate per quanto riguarda la protesta e accenderanno le luci del loro locale, attendendo all’interno senza però permettere l’ingresso ai clienti. “Non accenderemo nemmeno il riscaldamento – afferma uno di loro – al momento non possiamo permetterci altre spese”.
Se questa mattina si contavano sulle dita di una mano le attività rimaste fedeli alle promesse di quest’iniziativa nella sua forma più originale, questa sera queste aperture potrebbero aumentare: a Treviso si parla di aperture in piazza, con cordate di titolari di ristoranti, imprenditori, fornitori e persino studi legali.
(Fonte: Luca Vecellio © Qdpnews.it).
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