“Io non sono ecologo né ecologista. Io amo la ‘casa’ intesa come natura, creato, luogo vitale e unico degli esseri viventi fra i quali anche l’essere umano. Sono convinto che dalla natura-creato, che Papa Francesco chiama ‘casa comune’, ci giungano lezioni indirette di sapienza, almeno per chi non è così analfabeta da non comprendere proprio nulla“.
Esordisce così don Maurizio Dassie, parroco di Campea, Miane e Premaor, nel bollettino parrocchiale settimanale di Ferragosto, la solennità dell’Assunzione di Maria.
Un nuovo attacco a chi “distrugge la natura” o compie azioni in ambito agricolo che danneggiano se stesso e gli altri.
È una nuova presa di posizione dopo la lettera aperta indirizzata ai fedeli dai sacerdoti dell’Unità pastorale dell’Abbazia, schierati con le famiglie di Premaor e che evidenziavano “un crescere costante di indifferenza e qualunquismo morale verso la sofferenza, i disagi, le paure e i timori di tante persone causate da un uso talvolta incontrollato dei fitofarmaci (pesticidi)” (leggi l’articolo).
Don Maurizio attacca con parole dure chi compie azioni contro la natura: “Chi è mosso da amore intelligente e sapiente verso la natura la protegge e la custodisce. Chi la inquina, la sfrutta, la impoverisce, la distrugge per sola questione di produzione e di denaro è mosso da sentimenti, atteggiamenti e comportamenti necrofori, cioè portatori di morte. Tanto da far sì che la natura stessa si trasformi poi in portatrice di morte che, ipocritamente, noi chiamiamo cambiamenti climatici”.
“Come già si scriveva nella lettera alle nostre comunità – prosegue il parroco -, sono i comportamenti personali che mettono la propria e l’altrui incolumità, salute, vita in pericolo. Sono i comportamenti che sono irresponsabili o responsabili”.
“Ad esempio – continua l’affondo don Dassie – quando si irrorano i vigneti e non si mettono, con anticipo, i cartelli che preavvisano i giorni di trattamento e di rientro e il prodotto che verrà utilizzato, come prescritto dal PAN (Decreto 22 gennaio 2014 – Piano Azione Nazionale per l’uso sostenibile dei prodotti fitosanitari) al punto A.5.6″.
“Allora si assume un comportamento volontario irresponsabile e dannoso – conclude il messaggio ai fedeli don Maurizio -. Non solo: si allontanano anche turisti stranieri, come è già capitato nel mese di luglio, dalle verdi colline Unesco”.
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