Grande commozione nel pomeriggio di oggi, giovedì 28 dicembre, per l’ultimo saluto al piccolo Riccardo Dall’Anese, mancato all’affetto dei suoi genitori poco prima di Natale a soli dieci mesi di età.
La comunità di Moriago della Battaglia si è stretta attorno a mamma Karin e a papà Christian, che hanno perso il loro splendido angioletto.
Nessuna parola sarebbe in grado di lenire un dolore così lacerante, per questo solo il silenzio ha regnato fuori e dentro la chiesa parrocchiale del paese in concomitanza con la funzione funebre, iniziata alle 15 e celebrata dall’ex parroco don Livio Dall’Anese e da quello attuale, don Walter Gatti.
“Solo in Gesù – ha detto don Livio nell’omelia – possiamo trovare un senso alla breve vita di Riccardo, nato al cielo lo scorso 23 dicembre. La festa dei Santi Innocenti Martiri, che si celebra oggi, ci ricorda che essere battezzati è prima di tutto essere in Cristo. Pensando al giorno d’oggi, riflettiamo sull’incuria di noi uomini rispetto ai diritti fondamentali, come la salute dei bambini. Se si investissero i soldi sulla sanità e sulla ricerca, e non sulle armi, potremmo salvare tante vite”.
“Di Riccardo voglio ricordare la gioia donata alla sua famiglia – continua rivolgendosi alla mamma del bambino -. È nato il 26 gennaio di quest’anno ed è stato battezzato il 23 aprile. Karin, era bello vederti portare Riccardo con il passeggino insieme ai familiari. Il giorno del vostro matrimonio vi abbiamo augurato di superare anche i momenti di difficoltà, ma non potevo immaginare che avreste dovuto affrontare questa difficoltà. Perché? Perché Signore? Maria aiutaci a vivere nell’amore, sostieni Christian e Karin in questo momento. Ci consola sapere che Riccardo è felice nelle tue braccia”.
Dopo la cerimonia funebre, i presenti si sono recati in corteo nel vicino cimitero di Moriago, dove la mamma di Riccardo ha letto una lettera davanti alla bara bianca del figlio, sopra la quale erano stati posati la maglia del Milan e una scimmietta peluche.
“Sei stato il coronamento del nostro amore – ha detto mamma Karin -. Così piccolino, hai condiviso con il papà la passione rossonera. Il rientro dal lavoro del papà era una gioia, perché il tuo sorriso non mancava mai. Lo hai migliorato in tutto. Amavi le lunghe passeggiate per il paese con il tuo sorriso contagioso e la tua linguetta fuori di lato. Gli zii Sara e Christian ti ricordano nei momenti spensierati di gioco, quando a turno giocavano con i tuoi piedini. I cugini Miriam e Alex ti ricordano in tanti momenti: il tirare il ciuffo ad Alex e prendere gli occhiali a Miriam”.
“Le nonne Tiziana e Agnese – continua – ti hanno amato e coccolato da subito. Per loro sei stato una gioia immensa. Zio Luigino ti ha insegnato a tirare i giocattoli per terra. Quanto hai giocato con lui e quante canzoni ti ha cantato zia Barbara. Eccomi qui Bubu, ora è il mio turno. In dieci mesi mi hai donato un amore incondizionato, con i tuoi grandi occhioni e il tuo adorabile granchietto rosso che tanto amavi mi hai fatto innamorare di te. Io ti ho dato la vita ma tu, amore mio, l’hai resa speciale perché mi hai reso mamma e la donna più felice di questo mondo”.
“Essere mamma è un privilegio – conclude -, ma essere stata la tua mamma è stato un onore. Il tuo sorriso rimarrà sempre scolpito nel mio cuore. Sei stato un leone. Nonostante la tua tenera età, non hai mai mollato neanche per un attimo, nemmeno in quei 40 minuti quando tutto il personale ti praticava le manovre di rianimazione. Nel momento più doloroso, tu eri tra le braccia di mamma e mano nella mano con papà. Però, amore mio, noi quel giorno siamo volati via con te. Ti amo e ti amerò per sempre. Ciao Bubu!”.
Subito dopo sono volati in cielo dei palloncini bianchi e un palloncino azzurro, a forma di cuore, con il nome di Riccardo.
Qualche giorno fa papà Christian ha affidato ai social un pensiero molto commovente: “Sai Riccardo, non sono mai stato una persona espansiva ma tu mi hai cambiato totalmente. Sei stato un insegnamento in tutto. Il dolore è allucinante, ma starò vicino alla mamma come vorresti tu. Non ti dimenticherò mai e poi mai. Ti amo e ti amerò per sempre”.
Nei giorni scorsi la famiglia aveva ringraziato tutto il personale della Pediatria dell’ospedale Ca’ Foncello di Treviso, in particolare la dottoressa Paola Moras, il primario Stefano Martelossi e il dottor Fontana per l’umanità dimostrata nei giorni del ricovero del piccolo Riccardo.
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