In mille nel Duomo di Oderzo per l’ultimo saluto a Barbara Brotto. A novembre scrisse alla madre: “Ti amo alla follia, sogno di vederti al mio matrimonio”

Il funerale di Barbara Brotto
Un momento del funerale di Barbara Brotto

C’erano almeno un migliaio di persone oggi pomeriggio, lunedì, nel Duomo di Oderzo per dare l’ultimo saluto a Barbara Brotto, la diciassettenne di Rustignè morta nella notte fra il 4 e il 5 marzo scorsi nel terribile schianto a Gorgo al Monticano in cui ha perso la vita anche l’amica Eralda Spahillari, il cui funerale è stato celebrato sabato scorso a Ponte di Piave con rito civile.

È toccato agli zii di “Barbi”, così la chiamavano gli amici e i compagni di scuola, sostenere mamma Gabriela, che stravolta dal dolore ha seguito fino all’altare il feretro bianco coperto di rose. Difficile, forse impossibile dare un senso ad una sofferenza tanto grande.

“Perché la stessa Madonna che me l’ha data, ora me l’ha tolta?”. È la domanda che Gabriela ha posto al vescovo di Vittorio Veneto Corrado Pizziolo, che ha celebrato il rito funebre. “Noi non abbiamo una risposta a questo interrogativo – ha detto monsignor Pizziolo all’inizio dell’omelia -. Ma la Vergine, a Gabriela, risponderebbe: ‘E’ capitato anche a me di perdere il mio unico figlio in modo così straziante’. Dei defunti, come Gesù, non ci rimane solo il ricordo e la memoria. Ciò che ne rimane è una reale quanto misteriosa presenza che ci guida ogni giorno. Il ricordo di Barbara, la sua dolcezza, la sua delicatezza d’animo e il suo prendersi a cuore la mamma e gli amici nutriranno questa presenza” ha concluso il presule.

Proprio come simbolo di questa presenza misteriosa ma palpabile, la famiglia ha ricevuto in dono un cero “da accendere nei momenti di preghiera e raccoglimento attorno a questa fiamma che simboleggia la nuova vita di Barbara dopo la sua breve esistenza terrena”.

La lettera alla madre e il ricordo delle compagne di classe

Barbara era profondamente legata a mamma Gabriela, il suo unico punto di riferimento in assenza del padre. “Senza te non potrei vivere, ti amo alla follia” scriveva in una lettera lo scorso novembre, le cui parole, piene di speranza, lette durante il funerale, hanno preso la forma di un testamento d’amore nel giorno dell’addio. “Ne hai passate tante mamma, da grande vorrei essere forte come te. Scusa se non ti ho dato le soddisfazioni che volevi, farò di tutto per mostrarti il meglio di me. Grazie per quello che fai per me, nonostante le difficoltà economiche, sogno che un giorno tu venga al mio matrimonio”.

Anche le ex compagne di classe di Barbara, a turno, con la voce rotta dal pianto e una rosa legata da un nastrino viola (“il tuo colore preferito”), hanno dedicato un pensiero all’amica. “È stato faticoso salutarti dopo la tua scelta di lasciare la scuola per andare a lavorare. Rallegravi le nostre giornate con il tuo senso dell’umorismo, con il tuo sorriso e la tua grinta. Ci mancherai, firmato le compagne della 3° S”.

Non è mancato l’appello del vescovo ai giovani, in riferimento alle morti sull’asfalto: “Solo la consapevolezza e il senso di responsabilità possono evitare un profondo dolore come quello che oggi affligge la famiglia di Barbara”.

Al termine della cerimonia la folla, raccolta attorno al sagrato, ha rivolto lo sguardo in alto per assistere al consueto lancio di palloncini, bianchi e viola in questo caso, che hanno colorato lo spicchio di cielo blu sopra la chiesa avvolta dal silenzio.

(Foto e video: Qdpnews.it © riproduzione riservata).
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