Barbisano, un centro polifunzionale di classe C4 al posto delle ex scuole. Soldan: “Sarà un edificio modello, in emergenza potrà ospitare la Protezione Civile”

Un centro polifunzionale di classe C4 al posto delle ex scuole a Barbisano
Un centro polifunzionale di classe C4 al posto delle ex scuole a Barbisano

Le ex scuole di Barbisano verranno abbattute e ricostruite trasformandosi in un centro polifunzionale modello dal punto di vista energetico e sismico (C4 è il livello massimo).

Il progetto, presentato alla cittadinanza in una serata informativa al Battistella-Moccia, del costo complessivo di 1 milione 450 mila euro, è incluso nel bilancio di previsione 2023 (prossimo all’approvazione) assieme ad altre opere. Fra queste rientra la realizzazione della rotonda sulla Sp 34 che fornirà alla frazione di Pieve un accesso diretto alla tangenziale

Una foto del progetto

I lavori di abbattimento inizieranno entro la fine dell’anno. Inequivocabile l’esito dell’analisi commissionata dal Comune sullo stato di “salute” delle ex scuole e pensato inizialmente con l’obiettivo di salvare l’edificio ottocentesco.

Non ci gira attorno l’architetto Patrizio Collatuzzo che dal 2017 ha coordinato una squadra di tecnici analizzando tessitura muraria, intonaci, malte, travi e fondamenta: “La costruzione è completamente marcia e priva di fondamenta. Salvare il salvabile, ben poco, comporterebbe costi esorbitanti e non garantirebbe un prodotto finale del massimo adeguamento sismico ed energetico”. 

La vecchia abitazione della famiglia Lava, poi adibita a edificio scolastico nel 1902, è vincolata dalla Sovrintendenza. Tuttavia lo stesso ministero dei Beni Culturali interpellato per un parere sul valore storico-culturale delle ex scuole ha confermato che allo stato attuale “è privo di caratteristiche stilistiche e morfologiche tale da giustificare l’apposizione di uno specifico provvedimento di tutela”. Troppi i rimaneggiamenti subiti negli anni per conservare una qualsivoglia originalità. 

Resta che molti abitanti di Barbisano sono affezionati a quell’antico edificio che spicca da via Montegrappa all’ombra di un imponente cedro del Libano, il più antico di Pieve, che al contrario gode di ottima salute. 

Un centro polifunzionale per la cittadinanza moderno e accessibile 

“Abbiamo valutato tutte le strade, ma purtroppo il recupero non è possibile. Lo attestano cinque anni di analisi approfondite – commenta il sindaco Stefano Soldan – Salvare la memoria è sempre stato l’obiettivo di questa amministrazione ma in questo caso non ci sono le condizioni. Il recupero comporterebbe una serie di interventi complessi e costosi a fronte di un risultato previsto incomparabile rispetto a quello garantito da una completa ricostruzione. Ci costerà di meno demolire e ricostruire trasformando le ex scuole di Barbisano nel primo edificio di Pieve si Soligo in classe 4, massimo adeguamento sismico” (la media è C2-C3). 

“Per fine anno – prosegue Soldan – l’opera sarà appaltata e inizieranno i lavori”. Già nel 2024 il nuovo edificio prenderà forma. Sarà una struttura completamente accessibile in cemento armato, efficiente dal punto di vista energetico. Al suo interno ospiterà una sala riunioni da un centinaio di posti adatta a conferenze, incontri ed eventi aperta a cittadini e associazioni, mentre il piano interrato ospiterà altri spazi anche utili per l’archivio. “Tenendo conto della massima sicurezza dal punto di vista sismico l’edificio in caso di emergenza sarà idoneo ad ospitare il centro operativo della Protezione Civile. Chiaro, speriamo non accada mai, ma in casi estremi la Protezione Civile potrà trasferirsi nel nuovo edificio che verrà appositamente cablato”. 

Il cortile, ora adibito a parcheggio provvisorio, dove svetta il cedro verrà valorizzato da un impianto di illuminazione studiato ad hoc. “Questo progetto è pensato per i cittadini che ci auguriamo possano ‘prendersi a cuore’ la nuova struttura. Penso ad esempio alla scuola d’intaglio che ora svolge le proprie attività nelle scuderie di Villa Brandolini, potrebbe tornare finalmente a Barbisano in uno spazio idoneo”. 

(Foto: Patrizio Collatuzzo).
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