Con l’istituto “Beato Toniolo” una riflessione sulla Beata Armida Barelli: “Con studio, ricerca, fede e carità lottò per la fondazione dell’Università Cattolica”


“Beata Armida Barelli, passione, movimento, innovazione in una santa laica”: è su questo tema che si incentrerà la riflessione di domani venerdì 15 luglio alle ore 20.45 all’oratorio di San Romano a Negrisia di Ponte di Piave con la partecipazione di don Gianni Biasi, Maria Teresa Tolotto responsabile dell’archivio storico del Duomo di Oderzo e Marco Zabotti, direttore scientifico dell’Istituto diocesano Beato Toniolo di Vittorio Veneto.

L’obiettivo è ricordare e approfondire la figura di una persona che tra l’800 e il ‘900 si è spesa tantissimo per la società laica quanto religiosa, oltre ad aver promosso attivamente e con grande passione la nascita dell’università Cattolica del Sacro Cuore. Per l’occasione, e sempre nell’ottica di una rete di cooperazione culturale che rompa i confini fisici, l’Istituto Beato Toniolo darà il patrocinio alla serata.

Armida Barelli diventa beata quando il 20 febbraio 2021 Papa Francesco autorizza la Congregazione delle Cause dei Santi a promulgare il decreto riguardante un miracolo attribuito all’intercessione della Venerabile Serva di Dio Armida Barelli, che fu tra i promotori dell’Università Cattolica. Il processo di beatificazione ebbe inizio nel 1962 e ha trovato conclusione nell’anno del centenario della fondazione dell’Ateneo dei cattolici italiani. Armida Barelli è stata una figura eccezionale che ha lasciato una traccia significativa nella Chiesa ma anche nella cultura e nella società italiana “a cavallo fra due secoli”, l’Ottocento e il Novecento, come aveva scritto la sua biografa Maria Sticco. Come evidenzia l’università Cattolica Del Sacro Cuore in una nota che omaggia la Beata, è una traccia che è ancora ben visibile nelle istituzioni da lei fondate e seguite, e che continuano la loro storia, pur in contesti nuovi, sforzandosi di essere fedeli alle intuizioni e all’impegno che le ispirò.

Tale impegno ha reso Armida la pioniera di un nuovo modo di sentire e di una nuova organizzazione di intuizioni, opere e persone. I versanti della notevole attività di Armida – Gioventù Femminile, Missionarie francescane, Università Cattolica, Opera della Regalità – costituiscono quattro aspetti di un medesimo impegno di collaborazione caratterizzato da un legame ideale: l’amore per il Sacro Cuore. Scorrendo le principali vicende della vita di Armida Barelli spicca la grande forza di volontà: non dormiva, mangiava come poteva interrotta da visite e telefonate, viaggiava tanto, aveva una forte tensione dialettica in occasione delle tante adunanze. Si sforzava di essere semplice nel regime di vita e nel modo di essere “Sorella Maggiore”.

Il segno da lei lasciato nella società è sintetizzato dal rinnovamento spirituale nella storia religiosa italiana nella prima metà del secolo scorso caratterizzato da due guerre mondiali e dalla nascita di un nuovo ordine sociale. Il suo stile organizzativo era caratterizzato dall’ordine: archiviava tutto, catalogava ogni testo, scriveva la data su ogni lettera, conservava ogni scritto, annotava ora di arrivo e partenza, scriveva diari con notazioni su persone incontrate, contenuti dei discorsi, segnalazione di eventi.

Era dotata di capacità di comando, intuito finanziario, attitudine organizzativa, valorizzazione dei collaboratori, rispetto e cordialità nel tratto, accettazione serena delle responsabilità e conseguente gestione operativa delle stesse, rapidità nelle decisioni. Il suo segreto stava nella regolarità metodica, anche nella cura della sua anima: meditazione quotidiana, confessione settimanale, ritiro mensile, esercizi annuali. Durante la meditazione quotidiana poi annotava su un foglietto di quattro colonne: le grazie ricevute, i dolori sofferti, i propositi, il programma di lavoro. Si imponeva di correggere la sua vita intervenendo sui punti deboli: mediocrità, egoismo, comodità.

La sua volontà ferrea contribuì al sorgere e al sostegno dell’Università Cattolica, facendo amare dal popolo (e contribuendone al sostegno) un’istituzione per sua natura lontana dal comune sentire tanto che nel miracolo della provvidenza riconosceva la soprannaturalità dell’Università, e la sua missione di accrescere, attraverso lo studio e la ricerca, la fede e la carità.

La serata di riflessione di domani venerdì all’oratorio San Romano è a ingresso libero. L’accompagnamento musicale sarà curato da Tiziana Tornari all’arpa.

(Foto: web).
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