Dieci anni fa a Roma la beatificazione di Giuseppe Toniolo: l’attualità del suo messaggio di fede e di vita

I ricordi della solenne cerimonia di beatificazione a Roma nella basilica di San Paolo fuori le Mura, dieci anni or sono, il 29 aprile 2012, sono ancora vivissimi, così come la memoria del convenire nella capitale di tanti pellegrini e devoti da ogni dove.

Oggi riandare con il pensiero alla data della salita agli onori degli altari di Giuseppe Toniolo (1845 – 1918), grande sociologo ed economista cattolico sepolto nel Duomo di Pieve di Soligo, significa soprattutto dare valore, importanza e nuovo slancio al messaggio di santità di un cristiano laico che ha vissuto in piena coerenza e fedeltà tutta la sua esistenza, dinanzi alle gravose sfide culturali, economiche e sociali del suo tempo.

Uno sposo, padre e docente universitario, un leader autentico del movimento cattolico in Italia e in Europa, tra fine ‘800 e inizi del ‘900, che arriva sino a noi con la verità, lungimiranza, forza e straordinaria attualità della sua visione e del suo concreto impegno a servizio della Chiesa e della società. E in questa fase drammatica di guerra locale e tensioni internazionali, non si può dimenticare il progetto di un Istituto di diritto internazionale per la pace, davvero profetico, da lui proposto nell’anno 1917.

Proprio avvertendo il dono e la responsabilità di custodire la testimonianza viva e le reliquie del beato Toniolo, alla luce dell’omonimo cammino tra fede e territorio avviato in diocesi di Vittorio Veneto a partire dal 2013, il vescovo Corrado Pizziolo ha voluto che nascesse un apposito Istituto Diocesano per assumere e declinare a livello ecclesiale e civile la lezione del professore trevigiano in una modernità ispirata a una “mission” di tradizione e innovazione, dottrina sociale e bellezza, arte sacra e spiritualità, formazione culturale e apertura delle chiese, Premio Giuseppe Toniolo e turismo religioso in rete con le comunità cristiane e le istituzioni e realtà sociali.

Una sfida avvincente, di cose antiche e di cose nuove, che in questi primi cinque anni di vita ufficiale del “Beato Toniolo”, oggi presieduto da don Andrea Dal Cin, ha costruito un soggetto di presenza efficace, progettualità concreta e relazioni diffuse capace di suscitare interesse, adesioni, riconoscimenti e sinergie in una dimensione pienamente diocesana, e anche di respiro nazionale.

In questo sostare di memoria e gratitudine nel decennale del Toniolo beato, rafforzando preghiera e azione in vista dell’auspicata canonizzazione del “Mosè” del movimento cattolico del nostro Paese, non possiamo dimenticare che la Chiesa di San Tiziano, tra Piave e Livenza, è ricca di volti e figure che hanno saputo vivere in pienezza di santità la loro vocazione cristiana.

Solo in questo 2022, abbiamo iniziato il 22 gennaio scorso con la solenne beatificazione di Padre Cosma Spessotto martire della fede, nativo di Mansuè, e proseguiremo il prossimo 4 settembre con la beatificazione di papa Albino Luciani, che per ben undici anni fu indimenticato Vescovo della diocesi di Vittorio Veneto, prima di diventare Patriarca a Venezia e poi essere eletto al soglio di Pietro il 26 agosto 1978, “Papa del sorriso” di un Pontificato che durò soltanto 33 giorni.

Ecco, sulle orme di santi e beati del nostro territorio, e di tanti altri modelli di fede e di vita della storia e di un passato più recente, si alimenta il cammino della Chiesa sinodale di questo tempo, capace di vivere presente e futuro perché dentro il vigore e la bellezza esemplare di radici spirituali e morali di primaria grandezza.

“Possiamo affermare con soddisfazione – sottolinea Marco Zabotti, direttore scientifico dall’Istituto diocesano Beato Toniolo – che tutto il lavoro culturale e sociale in rete, in sinergia e cooperativo messo in campo in questi anni è stato importante e prezioso, e ha contribuito a far comprendere in maniera innovativa e diffusa l’esemplare visione, lungimiranza, modernità e concretezza dell’opera del Toniolo, il primo economista cattolico salito agli onori degli altari. Insieme alle altre vite illustri della città di Pieve di Soligo, Giuseppe Toniolo ritrovato e riproposto nella sua grande attualità di principi e di azioni di bene comune offre lustro e rilievo nazionale a tutto il nostro territorio in chiave ecclesiale e civile, anche sotto il profilo del richiamo del turismo religioso, come ha  testimoniato il costante successo degli eventi organizzati in questo arco di tempo nell’area oggi Unesco. E non possiamo che esprimere profonda gratitudine a tutti coloro che in questi anni hanno condiviso, accompagnato e sostenuto concretamente in varie forme questo rinnovato impegno di animazione delle comunità nel segno del beato trevigiano, patrono delle famiglie e del laicato cattolico, che speriamo presto riconosciuto come santo”.

(Foto: Istituto Diocesano “Beato Toniolo. Le vie dei Santi”).
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