Il living che cambia secondo Alberto Battistella: “Miriamo all’estero, con i valori di sempre”

Alberto Battistella

È un colosso da 137 milioni di fatturato (dati 2022), conosciuto attraverso tre brand (Novamobili, Nidi, Cinquanta3) sia nel mercato nazionale che – sempre più – all’estero, ma il nome Battistella Company, (che l’anno scorso ha compiuto 70 anni) evoca per i pievigini anche una dimensione familiare, ancora fortemente legata al territorio nonostante una crescita e un’internazionalizzazione costante.

Intervista ad Alberto Battistella – video di Luca Vecellio

Quella che riportiamo oggi, partendo dal presente invece che dal passato, è la visione di una famiglia da quasi settecento dipendenti, col cuore a Pieve di Soligo, ma spalancata alle opportunità del settore internazionale del mobile. E la raccontiamo partendo da Alberto Battistella, giovane direttore generale di Novamobili, che ci accoglie nei vari spazi del nuovo luminoso showroom nella sede principale.

“Un’azienda non dev’essere considerata solamente per il prodotto, ma anche per l’etica, per la serietà e per la visione che porta avanti – comincia a dire, spiegando come i valori che lui stesso ha imparato dal padre Mario e, indirettamente, dal nonno Alfredo (che li ha fondati nel 1953), vengano condivisi dai dipendenti dell’azienda. – Il patrimonio umano è l’elemento fondamentale che ci ha permesso di crescere e siamo estremamente attenti a valorizzare questo aspetto anche attraverso la formazione. Essendo così numerosi rappresentiamo una comunità sociale importante e vogliamo che il benessere sia sempre al primo posto”.

Entrando nello specifico, in questi decenni il mondo del living si è trasformato: oggi in che direzione sta andando?

Chiaramente io nel 1953 non c’ero ancora, ma l’esperienza di quest’azienda insegna che il modo di vivere la casa è cambiato moltissimo, così come sono cambiate le tendenze di design. Le aziende come la nostra hanno dovuto adattarsi a questi cambiamenti per offrire un prodotto sempre più dedicato e mirato al cliente. Anche guardando i documenti è chiaro come un tempo i prodotti fossero seriali: le produzioni si concentravano sullo stoccaggio di articoli identici. Nel corso degli anni la nostra forza è stata quella di personalizzare sempre più il servizio, evolvendo una produzione “just in time” basata sui bisogni del cliente. Così oggi noi riusciamo a dare un prodotto trasversale che si adatta come forma e come funzionalità alle esigenze del consumatore.

Ma è cambiato anche come viviamo la nostra casa. Giusto?

Sicuramente sì. Dopo la pandemia il concetto di casa non è più statico, bensì dinamico: è anche ambiente di lavoro, è anche luogo di ritrovo. Tutto ciò con una contaminazione importante anche per tutto ciò che riguarda materiali e misure. Così abbiamo allenato la nostra azienda a garantire un equilibrio tra produzione industriale e un servizio artigianale dedicato.

In tecnologia, quanto investite?

Tantissimo. Per noi è sempre stata fondamentale la crescita tecnologica, anche a livello di investimenti industriali. L’azienda vive di una grandissima forza industriale, con investimenti in macchinari che consentono volumi e flessibilità nella produzione, ma anche di un’attenzione e un know-how artigianale di primissimo livello, grazie alle nostre persone e i nostri esperti. Mescolare questa grande innovazione industriale all’artigianalità è sicuramente la nostra forza.

Parliamo di export all’estero: quanto traina la vostra crescita?

Sicuramente l’estero è molto importante per noi e il tema dell’internazionalizzazione è nella vision futura dell’azienda. In questo momento il mercato principale è quello italiano, ma la nostra volontà è quella di crescere ancora all’estero, specie con il marchio Novamobili, che è quello che ha più appeal fuori dai confini nazionali.

(Foto e video: Qdpnews.it © riproduzione riservata).
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