Le comunità italiane e brasiliane si sono unite in una partecipata messa in Duomo a Pieve di Soligo ieri sera domenica 26 febbraio nel segno della memoria di don Mario Gerlin, sacerdote e missionario pievigino morto 30 anni fa, il 27 febbraio 1993: a questo anniversario si è aggiunta la ricorrenza per i 20 anni dall’elevazione a Duomo della chiesa arcipretale pievigina, avvenuta per volontà dell’allora vescovo Alfredo Magarotto il 22 febbraio 2003.
Tante persone hanno preso parte alla messa, tramessa in diretta televisiva e visibile anche in Brasile. Erano presenti il sindaco di Pieve di Soligo Stefano Soldan, i soci dell’associazione “Amici di don Mario Gerlin”; rappresentanti delle varie realtà associative che compongono la rete VIP – Vite Illustri Pieve di Soligo, patrocinatore dell’iniziativa, di altri sodalizi della città e degli istituti scolastici del territorio, con cui l’associazione porta avanti vari progetti in memoria del missionario pievigino.
Ha presieduto la messa solenne l’arciprete monsignor Giuseppe Nadal e hanno concelebrato il brasiliano don Nicivaldo de Oliveira Evangelista, parroco nell’Opitergino, don Egidio Menon, vice-direttore del Centro Missionario Diocesano, insieme ai cappellani don Luca Soldan e don Davide Forest. La cerimonia è stata accompagnata dalla corale “Santa Maria Assunta”, con esecuzioni della Piccola Orchestra Veneta diretta dal maestro Giancarlo Nadai, e del soprano Loredana Zanchetta.
Pierina Gerlin, presidente dell’associazione, è intervenuta per sottolineare il “senso di comunità tra Pieve di Soligo e il Brasile nell’omaggio unito alla grande figura di don Mario”, che si è realizzato anche attraverso la lettura anche in portoghese delle preghiere dei fedeli da parte del concelebrante carioca.
Nell’omelia, monsignor Nadal ha ripercorso le varie fasi della vita e della vocazione di don Gerlin, sindaco di Pieve di Soligo tra il 1960 e il 1969, ordinato sacerdote a 50 anni dall’allora vescovo, oggi Beato, Albino Luciani; egli operò prima in Burundi, nel periodo di una grave situazione politica, e poi per molti anni a Bambui, tra i malati di lebbra, detti hanseniani, che lo stesso definiva “gli ultimi degli ultimi”: a loro si dedicherà fino alla morte, che lo colse a 74 anni.
“In Brasile si diffuse veloce la fama di sacerdote buono e generoso – ha detto -, e qui oggi facciamo memoria di questo uomo straordinario, che possiamo considerare tra le vite illustri di questa comunità”.
Il parroco ha anche ricordato “il dono che il vescovo Magarotto ci fece vent’anni fa con l’elevazione della nostra chiesa a Duomo per la sua maestosità, per aver fatto crescere tanti sacerdoti, per contenere le spoglie mortali del Beato Giuseppe Toniolo, e per essere uno stimolo per la nostra comunità, affinché sia viva, fervida nella fede e nelle celebrazioni”.
Arrivato al termine della celebrazione per il saluto conclusivo, il vescovo di Vittorio Veneto monsignor Corrado Pizziolo ha affermato che quella di don Gerlin è stata “una vita donata al Signore in senso esemplare, spesa a favore dei sofferenti: la sua esperienza biografica è stata tutta improntata alla ricerca di Dio, al bene e alla carità cristiana”. Il presule vittoriese ha salutato ed elogiato l’opera che viene portata avanti dagli “Amici di don Mario Gerlin”.
“La ricorrenza dell’elevazione a Duomo – ha concluso Pizziolo – ricorda a tutti che questa è una chiesa riconosciuta come casa della comunità cristiana, una casa in cui tutti possono cercare e trovare Dio”.
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