Napolitano e quella lettera all’amico Zanzotto. Martedì funerali laici e lutto nazionale

I funerali del presidente emerito della Repubblica Giorgio Napolitano, morto a 98 anni la sera di venerdì 22 settembre,si svolgeranno martedì 26 alla Camera con una cerimonia laica: si tratterà di esequie di Stato, come disposto dal sottosegretario di Stato Alfredo Mantovano, e sarà lutto nazionale, con bandiere a mezz’asta su tutti gli edifici pubblici fino al giorno della celebrazione.

La camera ardente del Presidente Napolitano a Palazzo Madama oggi rimarrà aperta fino alle 18 e poi dalle 10 alle 16 di domani, lunedì. 

La presidenza del Consiglio dei Ministri ha disposto pure l’apertura di un registro di condoglianze dal giorno dell’apertura della camera ardente, oggi domenica, fino al giorno della celebrazione delle esequie di stato, martedì: in provincia di Treviso, il registro sarà a disposizione della cittadinanza nell’atrio di ingresso della Prefettura, a partire da oggi domenica e fino alla giornata di martedì, dalle ore 8 alle 18.

Quando scrisse a Zanzotto: “Continui a farci sentire questa sua limpida voce”

La figura di Napolitano era legata a più fili al Veneto: dalla maturità al Liceo classico Tito Livio a Padova, alle visite a Venezia, fino all’amicizia con l’illustre poeta di Pieve di Soligo, Andrea Zanzotto.

In occasione del 90esimo compleanno di Zanzotto, il 10 ottobre 2011, l’allora Presidente della Repubblica inviò una lettera con i suoi auguri “per un così bel compleanno, da un suo vicino di età”, poi pubblicata nel volume “Nessun consultivo” (Antiga edizioni, 2011).

“Altre vicinanze ci legano – scrisse Napolitano -, avendo entrambi vissuto epoche cruciali come quelle della fine del fascismo e della successiva fioritura democratica, e condiviso frequentazioni culturali e umane“. Nella missiva, Napolitano ricordò la formazione a Padova, “le alte figure dell’Università antifascista”, e il “gusto della poesia”.

“Le sono vicino nella visione della poesia come ‘sentimento del tempo’, e sono tra i tanti che ammirano la ricchezza di motivi ispiratori e di accenti con cui l’ha come tale rappresentata – scrisse ancora Napolitano – e “ritrovo i fili, a me familiari, dell’ancoraggio alla Resistenza e alla Costituzione, e dell’idea di ‘un’unità del Paese, messa in campo fin dal Medioevo’ sul terreno della storia letteraria“.

“Colgo in lei la vigile attenzione e il fermo richiamo a valori essenziali dinanzi ai guasti subiti dalla società e dallo Stato” – concluse –: “La ringrazio per questa severità appassionata dei suoi messaggi, per l’amore che rivolge alla natura ferita così come alla gente del suo Veneto – una volta “povera e serva” – sempre faticatrice, ora anch’essa presa in quel “progresso scorsoio” che turba noi tutti. Continui, caro Zanzotto, a farci sentire questa sua limpida voce“.

Zanzotto morì pochi giorni dopo, il 18 ottobre 2011, e Napolitano commentò così la scomparsa dell’insigne letterato pievigino: “La terra veneta e l’Italia perdono un grande figlio, un interprete sensibile dell’esperienza di vita e dei sentimenti del suo popolo, una personalità civilmente impegnata nella difesa del patrimonio culturale e dei valori nazionali della nostra Italia”.

(Foto: Wikipedia).
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