“Rispetto la libertà di pensiero ma c’è un limite a tutto”: l’esperienza con il Covid di Erminda Brunelli. “Non è un’influenza, pensiamo a chi soffre”

“Non si può andare avanti così, la gente deve capire che non si deve scherzare con questa malattia”: con un filo di voce Erminda Brunelli, presidente della Pro Loco di Pieve di Soligo, ha voluto raccontare la sua esperienza con il Covid.

I contagi aumentano nella Marca Trevigiana e purtroppo anche lei, nonostante abbia fatto il vaccino e sia sempre stata attenta a rispettare le misure di prevenzione, è risultata positiva al Coronavirus ed è sintomatica.

Brunelli, che a Pieve di Soligo tutti sono abituati a vedere sempre attenta al look e molto curata, non ha avuto timore a mostrarsi struccata a letto con la mascherina, perché ciò che per lei conta veramente in questo momento non è tanto la forma ma la sostanza di un messaggio importante che vuole lanciare.

Non ritiene il Covid una semplice influenza: dice infatti di non aver mai avuto un mal di gola così forte, anche se non sono tanto le sue condizioni di salute a preoccuparla quanto piuttosto il clima in cui la società italiana si trova da mesi.

Rispetto alle contrapposizioni tra chi si è vaccinato e chi non crede nell’efficacia dei vaccini, Brunelli ha sottolineato che c’è un limite a tutto: non riesce più a leggere certi commenti nei social contro i vaccini o ad ascoltare le dichiarazioni in tv di chi ritiene che la pandemia sia soltanto un’invenzione.

In queste ore il primario di terapia intensiva del Covid Hospital di Vittorio Veneto, Alberto Grassetto, ha spiegato che tre quarti dei suoi pazienti non sono vaccinati e uno solo aveva fatto le tre dosi di vaccino (qui l’articolo).

Il primario ha aggiunto che molti sono arroccati su teorie complottiste e “le energie che vengono impiegate per confutare le fake news sono superiori a quelle che servono per inventarle”.

Questo schifo ha preso anche me – commenta Erminda – e devo dire che non assomiglia solo a una semplice influenza. Per fortuna sono vaccinata e, se tornassi indietro, mi vaccinerei ancora perché credo nella scienza, nella medicina e ho profondo rispetto per quei medici, infermieri e operatori sanitari che da mesi fanno sacrifici per la salute dell’umanità”.

“E lo farei di nuovo – continua -, per tutti quei malati oncologici e non che da due anni si vedono posticipare cure o interventi per colpa delle terapie intensive piene. Capisco che siamo persone con pensieri diversi e rispetto la libertà di tutti, ma non possiamo andare avanti così. C’è chi agisce senza pensare alle conseguenze di questo virus sulle persone più fragili, sugli oncologici e i bambini, senza dimenticare le attività che stanno soffrendo per le conseguenze dirette e indirette della pandemia”.

“Vorrei sensibilizzare maggiormente le persone sulla situazione che stiamo vivendo – conclude – Dobbiamo uscire da questo incubo e la soluzione è nelle nostre mani, ma tante persone non lo capiscono. Io sto male ma sono a casa e penso a chi sta passando dei momenti difficili in una stanza di ospedale. Non so a quanto possa servire questa testimonianza: so che in molti non saranno d’accordo con me ma vorrei con tutto il cuore aiutare la gente ad avere una maggiore consapevolezza sulle conseguenze del Covid”.

(Foto: per gentile concessione di Erminda Brunelli).
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