“Ciao Checco”: era questo il saluto che gli amici hanno voluto dedicare con uno striscione a Francesco Favaro, lo studente 17enne deceduto martedì 30 agosto nell’incidente di via San Michele, strada che stava percorrendo a bordo della sua moto (qui l’articolo).
Amici, conoscenti, tutta la comunità, il Comune e rappresentanti delle associazioni si sono riuniti oggi, sabato 3 settembre, alle 14.30 nella chiesa di Santa Maria di Feletto, dove ha avuto inizio il santo rosario, prima della cerimonia funebre vera e propria prevista per le 15.
All’esterno della chiesa, oltre allo striscione appeso a una ringhiera, erano visibili dei palloncini giallo-neri assieme a un altro a forma di cuore, che facevano da sfondo a un ambiente caratterizzato da un grande silenzio, un segno di rispetto per questa giovane vita spezzata, ma soprattutto di profondo dolore.
Tra gli amici c’è anche chi non ha retto alla commozione e, complice il caldo e il dispiacere, ha avuto un piccolo mancamento, durato fortunatamente per poco tempo.
Nel frattempo la bara bianca all’interno della chiesa era cosparsa di rose bianche e rosse, di fronte alla comunità, alla famiglia e agli amici che reggevano il casco acquistato per il compleanno da poco passato.
Un funerale molto partecipato quello di Favaro, tanto che la chiesa non ha potuto contenere tutti i presenti, molti dei quali hanno ascoltato la funzione all’esterno grazie all’ausilio degli altoparlanti installati.
Da parte sua il sacerdote celebrante, don Adriano Bazzo, ha espresso le più sentite condoglianze alla famiglia, indirizzando verso i parenti, i genitori e la sorella “un forte e caloroso abbraccio”.
“Quando una famiglia soffre crudelmente, la cosa migliore che suggerisco è quella di soffrire in silenzio – così è iniziata l’omelia di don Adriano -. Per chi crede, è silenzio di fede. Anche noi siamo tristi e smarriti, increduli”.
“Non ha senso morire a 17 anni – ha proseguito il sacerdote -. Il giusto, anche se prematuramente, troverà il riposo”. Di Francesco Favaro è stato quindi ricordato lo “sguardo buono e limpido” e “l’empatia con le persone” ma, allo stesso tempo, don Bazzo ha sottolineato il fatto che è difficile per la comunità comprendere il senso di quanto avvenuto.
“La morte, ancora una volta, ha avuto la sua preda e ha portato la fine di tutte le speranze – ha proseguito il sacerdote -. Le speranze di tutti si sono interrotte. Ci è dato qui il modo di pensare e riflettere, di crescere, perché il buio diventi luce, perché la morte diventi aurora di vita”.
Don Bazzo ha quindi riferito la scelta della famiglia di donare gli organi del 17enne: “Un dono d’amore, – ha commentato – un dono perché la vita continui in altre persone”.
Dopo la predica si è svolto un momento di silenzio, mentre un fragoroso applauso è iniziato quando la bara è stata portata all’esterno, per fare il suo ultimo viaggio verso il cimitero per il rito della sepoltura. Un percorso accompagnato dal rombo delle moto degli amici, per ricordare la passione di Francesco Favaro.
Intanto, il Comune di San Pietro di Feletto ha proclamato il lutto cittadino, cosa che è avvenuta anche per il liceo “Marco Casagrande” di Pieve di Soligo, frequentato dal giovane: l’istituto ha esposto le bandiere a mezz’asta come segno di vicinanza al proprio studente (nella foto sopra).
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