Clima e viticultura: un binomio in continua evoluzione in funzione dei cambiamenti climatici. Martedì l’ultimo appuntamento sulla flavescenza dorata

Viviamo un tempo in cui i cambiamenti climatici stanno mettendo a dura prova popolazioni, territorio, coltivazioni, fauna, e di conseguenza la biodiversità. Un 2022 caratterizzato dalla siccità che ha messo in pericolo la produzione vitivinicola causando forte preoccupazione agli operatori del settore.

Ha preso il via, giovedì 23 febbraio, la rassegna annuale “Viticoltura a San Pietro di Feletto” per approfondire la tematica del cambiamento climatico con gli esperti e comprendere quale via è meglio scegliere.

Le interviste alle istituzioni ed esperti presenti. Servizio a cura di Monica Ghizzo

I saluti istituzionali e l’introduzione

Dopo i saluti del vicesindaco Loris Dalto e del coordinatore regionale dell’associazione “Città del Vino” Benedetto De Pizzol (organizzatore della serata), è intervenuto il presidente del Consorzio di bonifica Piave Amedeo Gerolimetto evidenziando il momento difficile che si sta passando e le preoccupazioni. “Il nostro territorio è cambiato molto e iniziative come queste sono importanti per mettere insieme vari attori e capire come superare questo periodo”.

Successivamente è intervenuto Luciano Soldan dell’Ufficio agricoltura di Banca Prealpi SanBiagio. “Siamo una banca che cammina con la gente e assieme affronta i problemi. I territori di montagna servono per la ricarica delle falde. Tutte le superfici abbandonate con il continuo sovrapporsi di fasce erbose hanno impermeabilizzato il terreno, l’acqua non entra più ma scorre. Deve esserci un cambio di rotta anche a livello di normative europee per incentivare il recupero dei territori abbandonati”.

Ad introdurre i due interventi degli esperti, il dott. Diego Tomasi, direttore del Consorzio di Tutela del Conegliano Valdobbiadene Prosecco Docg. “Il nostro ambiente sta cambiando e dobbiamo adottare una strategia. Noi abbiamo messi in piedi la Green Academy. Importante stimolare l’utilizzato dell’azoto organico e lavorare il suolo“.

Il gremito pubblico presente in aula magna

Cambiamenti climatici e strategie per la gestione della risorsa idrica nei vigneti di collina

Paolo Tarolli, professore al dipartimento Tesaf dell’Università degli studi di Padova, ha introdotto il suo intervento parlando dell’agricoltura Eroica e dei cambiamenti negli ultimi anni.

Tarolli si è poi concentrato su come gestire in modo ottimale la risorsa idrica in collina, su pendenze estreme. “Attraverso la messa in opera di una rete di mricroinvasi con un doppio ruolo: raccogliere l’acqua durante le piogge facendo venire meno il deflusso a valle e riusare la stessa acqua con l’irrigazione d’emergenza durante i prolungati periodi di siccità. Un’agricoltura eroica, più resiliente ai cambiamenti climatici che sono in atto.

L’intervento di Paolo Tarolli

Glera e stress idrico: perchè è bene prevenirlo. L’esperienza del Crea

È stata poi la volta del dott. Nicola Belfiore, ricercatore Crea Ve al Centro di ricerca per la viticoltura e l’Enologia di Conegliano.

La Glera, dopo un periodo di stress moderato, recupera i valori pre-stress di fotosintesi, di conduttanza stomatica e di efficenza dell’uso dell’acqua. Al contrario, dopo un periodo di stress severo, non recupera i valori pre-stress di fotosintesi e di efficenza dell’uso dell’acqua. Solo tardivamente, recupera la conduttanza stomatica.

In condizione di stress severo, l’acidità malica tendono a diminuire. La produzione tendenzialmente cala in condizioni di stress idrico moderato e significativamente in condizioni di stress severo. Nessuna variazione nel processo di differenziazione stomatica. Si consiglia di intervenire con l’irrigazione di soccorso quando il valore del potenziale idrico è -1/-1,1 MPa. Fondamentale prevenire l’insorgneza dello stress idrico severo in tutte le fasi enologiche. Pensando al cambiamento climatico, per ottimizzare la risorsa idrica bisogna porre attenzione al portainnesto, alla posizione del vigneto. In condizione di stress idrico severo, Glera peggiora i parametri fisiologici”.

L’intervento di Nicola Belfiore

Flavescenza dorata e gestione dei vettori: un biennio di ricerche nell’area delle denominazioni Conegliano Valdobbiadene

Il prossimo appuntamento si terrà martedì 28 febbraio alle ore 20.15 per parlare di “Flavescenza dorata e gestione dei vettori: un biennio di ricerche nell’area delle denominazioni Conegliano Valdobbiadne”. Ad introdurre la serata, ci sarà Carlo Duso del dipartimento Dafnae dell’Università degli studi di Padova.

Si parlerà di “Monitoraggio e gestione dei vettori” con il dott. Stefano Prazaru del dipartimento Dafnae dell’Università degli studi di Padova; dei “Fattori coinvolti nella recrudescenza di Flavescenza dorata con enfasi su Scaphoideus Tifanus” con il prof. Francesco Pavan del dipartimento Disa dell’Università degli studi di Padova e di “Epidemiologia molecolare sui citoplasmi associati a Flavescenza dorata nel territorio di San Pietro di Feletto” con la prof.ssa Marta Martini del dipartimento Disa dell’Università degli studi di Padova.

(Foto e video: Qdpnews.it © riproduzione riservata).
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