Il 27enne Nicola Collodel da San Pietro di Feletto a Dakar: “Tutto è nato nell’officina di famiglia”

Da San Pietro di Feletto a Dakar: questo è il tragitto che Nicola Collodel (nella foto),  27 anni, ha percorso per partecipare all’Africa Eco Race. Si tratta di una competizione automobilistica organizzata da Hubert Auriol, veterano della celebre Parigi-Dakar, riproposta ogni anni in Africa dal 2009.

“Siamo partiti da Monaco il 31 dicembre – ha spiegato Collodel – per arrivare il 15 gennaio al Lago Rosa di Dakar. Tutto è nato perché nell’officina di famiglia in cui lavoro ci occupiamo anche della preparazione di veicoli fuoristrada e già l’anno scorso ho partecipato a un campionato per quanto riguarda la parte dell’assistenza dei veicoli di gara. Un cliente mi ha segnalato le esperienze a cui ho partecipato”.

“Nell’Africa Eco Race – ha proseguito Collodel – siamo arrivati terzi di categoria. La squadra, oltre a me, comprendeva Alberto Marcon, ingegnere meccanico di Vittorio Veneto, e Denis Ceotto, gommista di Conegliano, per la parte dell’assistenza, mentre alla guida c’era il pilota aretino Stefano Rossi, assistito nel ruolo di navigatore da Elvis Borsoi, come me di San Pietro di Feletto”.

San Pietro di Feletto Nicola Collodel 2

“Per partecipare a competizioni di questo calibro – ha spiegato Collodel – ci vogliono circa sei mesi di preparazione del veicolo. Oltre a frequentare le scuole apposite, come ad esempio l’Itis, ci vuole passione e io posso dire di averla ereditata da mio papà, appassionato di autocross. Da 4 anni lavoro con lui in officina”.

“Sicuramente è stata una soddisfazione la partecipazione ad una gara simile – ha aggiunto Collodel – Era la prima volta: per questo non si sapeva a che cosa si sarebbe andati incontro e la soddisfazione del risultato è stata tanta. Gli imprevisti non mancano mai e bisogna essere pronti a ogni evenienza: nel nostro caso, ad esempio, ci siamo trovati a dover intervenire nella riparazione di una rottura arrangiandoci con dei mezzi di fortuna, ma se non avessimo trovato dei pezzi di ricambio sarebbe stato certamente un problema. Questa è stata la parte più dura della gara”.

(Fonte: Arianna Ceschin © Qdpnews.it).
(Foto: Rally Ciak e Qdpnews.it).
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