Una vera e proprie staffetta tra Italia e Francia, nel segno dell’inclusività: è questo il messaggio dell’iniziativa “Obiettivo tricolore, la grande staffetta”, messa a punto dall’associazione Obiettivo 3, fondata dall’ex pilota Alex Zanardi, allo scopo di avviare allo sport e sostenere gli atleti con disabilità.
Un sostegno sia economico che morale, per mostrare quanto lo sport possa essere davvero alla portata di tutti.
Una realtà fondata da un ex pilota che ha fatto della propria disabilità, avvenuta dopo un terribile incidente in gara, un punto di ripartenza. E ancora oggi, dopo l’incidente stradale del 2020, che lo ha coinvolto a Pienza (Siena), durante una di queste staffette, il suo percorso di ripresa è un incitamento a non mollare mai, di fronte alle avversità della vita.
La staffetta intende andare “oltre i confini della disabilità”: iniziata sabato 9 settembre con partenza da viale Italia a Cortina e passaggio a Longarone (con sosta alla diga del Vajont), ha fatto poi tappa ieri, domenica 10 settembre, anche tra le colline Unesco, passando per Vittorio Veneto.
Arrivati in bicicletta, gli atleti hanno prima fatto tappa al ristorante & resort Ca’ del Poggio di San Pietro di Feletto, dove hanno potuto fermarsi per un breve ristoro. A condividere con loro la fatica della salita del Muro di Ca’ del Poggio, anche il campione di sci Kristian Ghedina.
Poi, la flotta è ripartita in bicicletta per dirigersi verso il centro di Conegliano. E proprio dalla città del Cima partiranno domattina gli atleti, dall’istituto Cerletti, assieme alla leggenda del ciclismo Francesco Moser, alla volta di Noventa Padovana.
“Ancora una volta il Muro di Ca’ del Poggio è protagonista, come elemento per accorciare la distanza dalla disabilità – il commento di Alberto Stocco di Ca’ del Poggio – e costruire relazioni e sfide, attraverso lo sport”.
Quella in corso è la quarta edizione della staffetta, che ha come obiettivo quello di toccare Parigi il 1° ottobre, per un totale di 22 tappe e 1.600 chilometri.
Chilometro che gli atleti con disabilità andranno ad affrontare con l’ausilio di handbike, carrozzine, biciclette elettriche o a pedalata assistita, e addirittura canoa, il tutto nel segno dell’inclusività.
Un traguardo francese che avverrà dopo aver toccato Piacenza, Mantova, Reggio Emilia, Milano e Lecco, e varie località d’oltralpe.
“Questa non è una gara ma un vero e proprio passaggio di testimone – ha raccontato Pierino Dainese, team manager di Obiettivo 3 -, dove ragioniamo per categoria e non per età. All’interno dell’associazione sono coinvolti 70 atleti: alcuni gareggiano anche a livello nazionale”.
“Oltre alla staffetta, però, l’iniziativa prevede la nostra presenza nei villaggi olimpici e incontri con gli studenti delle università, che studiano Scienze motorie e Ingegneria – ha proseguito -. Abbiamo bisogno, infatti, di preparatori atletici che conoscano le necessità degli atleti con disabilità, ma anche di ingegneri che progettino delle tecnologie all’insegna dell’inclusione”.
“Per noi è una necessità, mentre per gli studenti può diventare un’opportunità di lavoro – ha continuato -. La nostra mission è quella di far conoscere il mondo paralimpico anche agli studenti, che possono essere vicini e di supporto a questo stesso mondo”.
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