Era il 27 febbraio del 1921 quando il celebre sceneggiatore Rodolfo Sonego nasceva a Cavarzano, quartiere della città di Belluno.
E proprio nel bellunese lo sceneggiatore trascorse la propria infanzia, prima di quella che sarebbe stata una folgorante carriera, a fianco di registi di prim’ordine come Mario Monicelli, Roberto Rossellini, Dino Risi, Luigi Comencini, Gian Luigi Polidoro, Vittorio De Sica, Neri Parenti, affiancando il proprio nome a film come “Mogliamante” diretto nel 1977 da Marco Vicario, con Marcello Mastroianni e Laura Antonelli (ambientato sugli scenari di Cison di Valmarino, Farra di Soligo, il Molinetto della Croda a Refrontolo, Asolo e Vittorio Veneto), oppure a commedie sempre attuali come “Troppo forte” di Carlo Verdone del 1986.
Ma il nome di Rodolfo Sonego fu molto legato a quello di Alberto Sordi, anche nelle opere dirette da quest’ultimo come ad esempio “Un italiano in America” del 1967, tanto che lo sceneggiatore è ricordato come uno dei migliori artefici della commedia all’italiana, che grazie alle proprie abilità comunicative seppe legare il proprio nome ai più importanti film del secondo dopoguerra.
E c’è ancora chi ricorda il passaggio dello sceneggiatore nel nostro territorio locale, specialmente a San Pietro di Feletto.
Si tratta di Lia e Flaminio De Martin, figure capaci di costruire un vero e proprio cenacolo di artisti e intellettuali, fondando più di 60 anni fa il “Clan Verdurin” nella frazione di Santa Maria di Feletto: proprio lì si tenevano incontri conviviali a cui partecipavano, solo per citarne alcuni, Mario Luzi, Carlo Bo, Andrea Zanzotto, Walter Chiari, Federico Fellini, Ugo Tognazzi, Mario Soldati, Giovanni Comisso, Alberto Moravia, Carlo Della Corte, Neri Pozza, Toti Dal Monte, lo stesso Alberto Sordi, Oreste Lionello, Giulio Einaudi, Giuseppe Maffioli e Giuseppe Mazzotti.
Secondo il racconto dei coniugi De Martin, Rodolfo Sonego aveva acquistato una casa colonica con un terreno nell’area di borgo Anese, a Santa Maria di Feletto, dove inizialmente erano venute a stabilirsi la madre e la zia, raggiunte dallo stesso Sonego, quando poteva, durante le vacanze.
Poi, indicativamente negli anni Ottanta, era divenuta la dimora stabile dello sceneggiatore, dove aveva abitato con continuità per circa dieci anni.
“Lo vedevamo quasi tutti i giorni, durante quei dieci anni. – hanno ricordato Lia e Flaminio de Martin – Era una persona che amava raccontare storie e aneddoti, ma manteneva il massimo riserbo sul proprio lavoro”.
“Diversi attori venivano da lui per chiedere un consiglio, pensiamo ad esempio a Marcello Mastroianni o ad Alberto Sordi. – hanno proseguito – Lavoravano tutti i giorni, sabato e domenica compresi, considerato il clima tranquillo di queste zone”.
E proprio i coniugi De Martin avrebbero suggerito l’idea di fondare un premio che ricordasse la figura di Rodolfo Sonego: a confermarlo è la stessa Viviana Carlet, uno dei pilastri del celebre Lago Film Fest a Revine Lago.
Da lì sarebbe poi nato il noto premio di sceneggiatura “Rodolfo Sonego”, che ogni anno da l’opportunità agli autori di farsi conoscere ai registi: quest’anno sono 100 le sceneggiature giunte al concorso, in occasione di una ricorrenza così importante.
“Era il 2005 quando Lia e Flaminio De Martin hanno suggerito la possibilità di istituire un premio in ricordo di una figura che era così fortemente legata al territorio. Un premio che è poi partito stabilmente nel 2006”, aggiunge Viviana Carlet la quale, allo stesso tempo, ha spiegato come, per il centenario, sia stato ideato un sito dedicato alla figura di Rodolfo Sonego (qui il link), che ogni 27 del mese, per l’intero 2021, verrà aggiornato con i vari appuntamenti e le iniziative pensate per le celebrazioni.
Tra queste, l’intervista online del prossimo 27 marzo al figlio Giulio, che racconterà la figura del padre.
Un profilo quello di Rodolfo Sonego, scomparso a Roma nel 2000, che continua ad essere ricordato per la sua riconosciuta abilità di sceneggiatore.
(Fonte: Arianna Ceschin © Qdpnews.it).
(Foto: sito web Giulio Sonego).
#Qdpnews.it