Gli animali fantastici di Beatriz Vidal e quella voglia di libertà in ognuno di noi

Dopo esserci soffermati sulle illustrazioni di Isabella Labate e Diego Mallo, nella sezione Panorama, “Oltre le immagini” incontriamo anche l’artista spagnola Beatriz Martin Vidal fra i protagonisti della 41^ Mostra internazionale d’Illustrazione per l’infanzia in corso a Sarmede.

Nelle tavole tratte dal suo albo illustrato “El jardín”,il confine fra mondo reale e immaginario si sgretola in nome di una ricerca di libertà e di evasione da una quotidianità asfissiante che trova il suo compimento proprio nell’arte.

Attingendo dalla propria esperienza personale, Beatriz Vidal condivide con l’osservatore un pezzo di vissuto personale, che diventa universale, e che l’accomuna allo stesso fondatore dell’esperienza di Sarmede, Štěpán Zavřel: un uomo alla ricerca della libertà nella sua accezione più ampia, fisica e intellettuale.

“La contrapposizione fra mondo reale e mondo interiore è falsa – racconta l’illustratrice di Valladolid – perché noi vediamo la realtà proprio attraverso le lenti del nostro mondo interiore“.

“Prima di arrivare all’arte studiavo diritto – prosegue – un percorso che mi ha annoiato molto e che non mi piaceva affatto. Mi tormentava l’idea non avere il tempo di pensare e fare quello che volevo io, anziché ciò che dovevo fare. Desideravo trovare uno spazio dove quel mondo interiore potesse avere più presenza, uno spazio dove essere sé stessi, nel quale esprimere la propria personalità, in tutte le sue sfaccettature, e in cui dare forma ai propri sogni”. Partendo dal proprio vissuto, Vidal delinea la sua inquietudine ricorrendo a colori e a forme che accostati producono un effetto surreale. 

Animali azzurri e scorci naturali fanno la loro comparsa in ambienti urbani grigi e monotoni, annullando ogni distinzione fra realtà e fantasia. “Il libro riflette la necessità di dare libero sfogo a quel mondo interiore che se privato di spazio rimane come intrappolato dentro di noi provocando dolore, ansia e inquietudine e compromettendo il nostro modo di vivere il mondo reale: è una metafora del sentimento di asfissia che provavo quando non potevo dedicarmi a ciò che mi interessava”.

“Questa metafora prende la forma di una bambina annoiata, alle prese con i suoi doveri, che sente la chiamata verso un’altra dimensione in cui può veramente essere sé stessa e fare ciò che vuole, un mondo popolato da esseri meravigliosi che la stanno invitando a giocare con loro”.

“Nel mio lavoro la parte immaginaria si integra nel mondo reale che viene ‘colorato’ dalla nostra fantasia e dai nostri sogni. Per me le due dimensioni coesistono, interferiscono fra di loro come gli animali azzurri che irrompono in ambienti quotidiani, così come fanno i nostri sogni. I sogni – conclude – si nutrono di vita vera, contribuiscono a creare quel mondo dentro di noi con cui a nostra volta interpretiamo la realtà che ci circonda”.

(Autore: Rossana Santolin).
(Foto e video: a cura di Simone Masetto)
(Articolo, foto e video di proprietà di: Dplay Srl riproduzione riservata)
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