Autovelox, il comandante: “Illegittimi se non omologati. Basta difendere l’indifendibile”

Il comandante Guido Lio

Guido Lio, Comandante della Polizia locale di Pederobba e già sindaco di Segusino, è voluto intervenire su quello che in molti hanno definito “caos autovelox“.

Tutto è scaturito dalla sentenza della Corte di Cassazione che, recentemente, ha accolto l’impugnazione di un avvocato trevigiano che aveva ricevuto una sanzione per aver viaggiato a 97 chilometri orari quando il limite era 90.

Nelle motivazioni della Cassazione si evidenzia che le apparecchiature sarebbero state autorizzate dal Ministero delle Infrastrutture, ma non sottoposte a omologazione.

“Ho sempre sostenuto – commenta il Comandante della Polizia locale di Pederobba – che gli autovelox sono illegittimi per mancanza di omologazione come previsto dal codice della strada. Infatti, all’articolo 142 comma 6, legge 285/92 si legge: ‘per la determinazione dell’osservanza dei limiti di velocità sono considerate fonti di prova le risultanze di apparecchiature debitamente omologate, anche per il calcolo della velocità media di percorrenza su tratti determinati, nonché le registrazioni del cronotachigrafo e i documenti relativi ai percorsi autostradali, come precisato dal regolamento'”.

“La norma – continua – non dà spazio a problemi di interpretazione sia a livello di significato semantico, che più strettamente giuridico/esegetico. Semplicemente, per le più svariate ragioni, molti Comandi hanno deliberatamente voluto ‘forzare‘ (consapevolmente), utilizzando comunque tali apparecchiature che, di fatto, permettono grossi incassi. Il problema l’ho sollevato più di una volta, anche in occasione di convegni sulla sicurezza stradale, ma ho riscontrato indifferenza o semplicemente minimizzazione del problema facendo leva sul fatto che va perseguito comunque chi corre troppo”.

“Ritengo invece – conclude – che si debba provvedere quanto prima affinché questi apparecchi siano legittimati e che gli agenti non siano costretti a firmare il falso sui verbali, attestando che l’apparecchio è conforme al codice della strada, cosa falsa ad oggi. A ciò si aggiungono i costi per i ricorsi e i mancati introiti quando si soccombe. Quindi, inutile ostinarsi a difendere l’indifendibile ma si lavori per legittimare pienamente l’utilizzo di questi apparecchi”.

(Foto: per concessione del Comandante Guido Lio).
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