A Segusino nessuno si dà per perduto, tutti si sono rimboccati le maniche fin da subito, ben prima che questo consiglio arrivasse dal Governo, ma non tutti ce la fanno.
La confusione normativa ha mandato in tilt il sistema, forse ha dato troppe libertà a chi vuole tornare subito alla normalità come se nulla fosse accaduto, in barba ai divieti e alle prescrizioni, l’abusivismo dilaga, mentre le partite Iva faticano ad arrivare a fine mese tra tentativi di riapertura, bollette, affitti e tasse che devono essere pagati con regolarità nonostante tutto.
E’ il caso di Fulvia Stramare, titolare del bar Sbrech, in pieno centro a Segusino, che ieri ha deciso di chiudere nuovamente dopo tre controlli in una mattinata di Carabinieri e Polizia Locale perchè i suoi clienti consumavano caffè e altro vicino al bar, complice il mercato, e non a casa o lontano dal locale, come prevede l’ordinanza regionale del 24 aprile scorso (qui l’articolo).
“Cari amici, appena tentato di riaprire sono già costretta a richiudere – afferma dispiaciuta Fulvia -, impossibile lavorare in questa situazione avendo già avuto 2 controlli dei carabinieri e uno della polizia municipale, e alla terza volta oltretutto rischio la chiusura e una gran sanzione anche in assenza di assembramenti“. Grande amarezza visto che aveva aperto proprio ieri mattina.
“In questa situazione risulta davvero impossibile lavorare in serenità anche cercando di rispettare le regole – conclude Fulvia, che lavora da sola nel bar -, per cui, cari amici, ci rivediamo dopo l’ordinanza dell’apertura ufficiale. I clienti consumavano nelle vicinanze del bar, nonostante avessi messo i cartelli esposti e vari avvertimenti!”.
Da un lato la storia triste di Fulvia Stramare, dall’altra l’energia di Mirco Coppe, segusinese titolare del negozio “L’insolito look” a Alano di Piave, che vorrebbe aprire ma che lotta ogni giorno contro l’infinita burocrazia e le nuove normative igienico-sanitarie che hanno fatto dilagare l’abusivismo.
“Vorrei fare i miei complimenti a tutti quei colleghi parrucchieri titolari di negozi, e non, che nonostante lo stato di emergenza in cui ci troviamo girano indisturbati con la loro valigetta “incontaminata” casa per casa contribuendo all’aumento della diffusione del virus“: inizia con queste parole il suo sfogo di questa mattina.
“Noi, gli altri, poveri scemi che non approfittiamo di questa situazione di emergenza sanitaria nazionale per riempirci a nero un po’ le tasche – prosegue Mirco Coppe -, passiamo le ultime giornate di quarantena a barcamenarci tra burocrazia e decreti non chiari piuttosto che acquisti straordinari di mascherine FPP2 a 7,50 l’una, calzari, igienizzanti spray conformi alla legge, guanti introvabili a prezzi raddoppiati, paratie, distributori gel, visiere e occhiali, sanificazione ambienti, eccetera per riaprire nel modo più sicuro possibile”.
“Queste persone che saltellano di casa in casa hanno già dimenticato che ci sono stati morti e, forse 2 settimane fa, elogiavano gli infermieri e medici, costretti a lavorare in trincea – continua Coppe -. Sì, ma già tutto è passato, già tutto è finito nel dimenticatoio! O forse queste persone sono le stesse che si lamentano del fatto che la “nostra” è ancora una categoria poco riconosciuta, che non ha ancora ricevuto i giusti meriti. Beh, chiediamoci perché?”.
“A quelle clienti che non riescono a vivere con la ricrescita bianca per 3 mesi vorrei semplicemente dire che fate bene – prosegue Coppe – sì, fate bene ad affidarvi a loro, perché le anime con così poca bassezza si comprendono meglio. Di certo, se il 18 maggio potremo riaprire il nostro salone, non è certo grazie a voi”.
“Oggi sono un po’ arrabbiato ma sappiate che presto noi, che oggi apparentemente non facciamo niente, torneremo più preparati di prima e sicuramente in grado di fare la differenza! – conclude il parrucchiere Mirco Coppe – Grazie invece a chi ci sta aspettando, rifiutando le “avance” di pseudo colleghi! A voi la priorità e la nostra stima“.
(Fonte: Luca Nardi © Qdpnews.it).
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