Segusino, il futuro della Casa della Sindica è tracciato: c’è un progetto di restauro da ben 608 mila euro

L’oblio e la noncuranza non sono il destino di uno degli edifici storici più in vista di Segusino: l’amministrazione Paulon ha tutta l’intenzione di “ridare nuova vita” alla Casa della Sindica con finalità mirate a valorizzarla per gli anni a venire.

Lo scorso 15 dicembre la giunta comunale ha infatti approvato un progetto di riqualificazione al fine di partecipare ad un bando mirato a reperire i fondi per attuare una ristrutturazione molto costosa.

A causa delle condizioni dell’immobile, che si trova in stato di abbandono da diversi anni, è necessaria una “ristrutturazione pesante al fine di renderlo fruibile agli intenti dell’amministrazione – si legge nel progetto comunale -, ovvero realizzandovi all’interno una sala auditorium per musica e un museo multimediale sul tema dell’acqua, filo conduttore di un percorso di rivalutazione turistica del territorio, suggellato con la firma del manifesto “Terre dell’acqua” presso il palazzo della Regione Veneto nell’agosto 2018″.

Nel progetto comunale emerge che l’importo complessivo dell’intervento è pari a 608 mila euro, di cui 370 mila per lavori e oneri per la sicurezza e 238 mila a disposizione dell’amministrazione.

Il documento di fattibilità è stato approvato sotto il profilo tecnico e la giunta Paulon ha deciso di provvedere all’inserimento dell’intervento della Casa della Sindica nella programmazione delle opere pubbliche triennale 2021- 2023 e annuale 2021, ma si specifica chiaramente che “la sua attuazione è condizionata al reperimento delle necessarie risorse finanziarie”.

La speranza è che possa arrivare un importante sostegno pubblico, privato o entrambi per ridare nuova luce ad un edificio che è stata la residenza di una persona molto stimata dalla comunità segusinese: la contessa austriaca Clelia Jagër, moglie di Beniamino Verri, sindaco di Segusino durante la Grande Guerra.

Un progetto comunale ambizioso che aspira a valorizzare anche la figura della Jagër Verri: una donna d’altri tempi che raccontò in un manoscritto la storia dei profughi di Segusino durante l’ultimo anno della guerra. Una tragica vicenda che, nel 1983, fu pubblicata in un libro insieme alla testimonianza del cappellano don Antonio Riva.

(Fonte: Luca Nardi © Qdpnews.it).
(Foto: archivio Qdpnews.it).
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