Legambiente scrive ai sindaci del territorio per aderire al Contratto di Fiume e salvare il Piave


Legambiente Veneto ha stilato un documento che sarà inviato a tutti i sindaci dei paesi rivieraschi con il quale si chiede il Contratto di Fiume unitario, per dire basta con i progetti che rispondono solo alle esigenze di soggetti individuali e non comprendono e rispettano la collettività.

Le risorse Europee del NextGenerationEU, rese operative con il Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza, potrebbero risultare un’opportunità di riscatto per il Piave, solo a patto che si punti sulla qualità dei progetti, mettendo al centro della strategia regionale progetti
integrati di adattamento e riduzione del rischio, per contrastare il dissesto idrogeologico e rendere il territorio più resiliente ai cambiamenti climatici.

Purtroppo, andando a vedere il Piano Regionale di Ripresa e Resilienza approvato dalla Giunta della Regione Veneto è facile verificare che seppure il Piave sia interessato da 11 schede di progetto per costi che ammontano a 459 milioni di euro (che riguardano principalmente la sicurezza idraulica, lo sghiaiamento, l’innalzamento degli argini, le opere di laminazione e la conversione dei sistemi irrigazione), nessuna di queste schede prevede azioni integrate o rimandi a ulteriori progetti utili alla conservazione integrata degli habitat naturali e della biodiversità.

Questi progetti, quasi per nulla discussi con le comunità, devono essere rivalutati in un
unico scenario e non possono più procedere per progettazioni isolate come nel passato.

Serve una visione completa degli scenari, facendo tesoro anche di tutto il lavoro fatto fino ad ora dalle amministrazioni locali anche attraverso contratti di Fiume attivati in questi anni, per condividere il più possibile la pianificazione degli interventi sia infrastrutturali sia di rinaturalizzazione, sulla base di priorità reali.

Indispensabile utilizzare il Contratto di Fiume, uno strumento che ha consentito lo svolgimento di percorsi trasparenti.

Regione Veneto e Autorità di Distretto Alpi Orientali dovranno diventare al più presto i protagonisti della gestione del CdF del fiume Piave raccogliendo il tanto lavoro già svolto dal 2013, valorizzando quanto già fatto fino ad oggi e coinvolgendo tutti i soggetti interessate per unire i molti progetti presenti sull’asta del fiume, in una visione unica e razionale.

Il Manifesto sarà presentato a maggio in una serie di incontri che porteranno agli eventi previsti a luglio sul Piave per la Campagna “Operazione Fiumi” che Legambiente Veneto sta conducendo su numerosi fiumi veneti.

(Foto: Archivio Qdpnews.it).
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