In pochi sanno che il 25 febbraio del 1695, giorno di Santa Costanza, avvenne il più forte evento sismico localizzato in Veneto.
Un sisma, secondo INGV (Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia), di magnitudo 6.5, che distrusse gran parte delle abitazione dell’Alta Marca trevigiana e del basso Bellunese.
I danni interessarono l’area compresa tra le prime propaggini del Massiccio del Grappa e i colli asolani.
L’evento, che fu preceduto nella serata e nella notte precedenti da alcune scosse, si verificò intorno alle 6.30 del mattino.
Il terremoto, stando ai dati storici, distrusse più di 1400 case, più di 1200 furono inabitabili e ci furono quasi 50 vittime.
Il sisma colpì duramente Alano di Piave e Segusino, con altrettanti danni a Castelcucco, Possagno e Cavaso del Tomba oltre ad Altivole e Caselle. Danni abbastanza gravi si ebbero anche a Valdobbiadene, Conegliano, Sacile e Treviso.
Di danni più contenuti o sporadici (crollo di comignoli, leggere lesioni agli edifici e alle opere murarie) si ha notizia anche a Padova, Vicenza, Verona, Soave, Desenzano del Garda, Rovigo e Ferrara.
Il terremoto, secondo l’INGV, fu avvertito sensibilmente in un’area molto vasta dell’Italia Settentrionale e in tutta la Pianura Padana; l’area di avvertimento si estese fino all’Emilia Romagna (Bologna, Carpi, Cento) e alla Lombardia (Mantova Ostiglia Bozzolo, fino a Lodi e Milano).
(Foto: INGV).
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