Mojito ai fiori di ciliegio, zuppa di vongole e biscotti dei cowboys: un viaggio (del gusto) dal Giappone al Wyoming

Il mojito al sencha sakura

Quella fra il Giappone e l’America è una delle tappe più significative, oltre che più lunghe, del viaggio di Phileas Fogg. Il protagonista del romanzo di Jules Verne, infatti, naviga per 22 giorni attraverso l’Oceano Pacifico prima di approdare sulle coste del Nuovo Continente

Proprio a questa tappa del viaggio più celebre della letteratura moderna è relativo l’ottavo capitolo de “Il giro del mondo in 80 grammi”, ciclo di dieci cene tematiche proposto dal Bloom di Treviso dove ieri sera, giovedì, questo balzo dall’Asia all’America si è trasformato in un (succulento) menu di tre piatti. 

chef Matteo Bianchin

Ispirandosi alla rotta seguita da Fogg e dal suo fido maggiordomo Passepartout, chef Matteo Bianchin ha staccato un immaginario biglietto del piroscafo per tutti i commensali, accompagnandoli dal porto di Yokohama fino alle grandi pianure del Wyoming ricorrendo al potere evocativo dei sapori.

Spring roll e mojito ai fiori di ciliegio 

Dopo aver esplorato le grandi capitali asiatiche, il congedo dall’Oriente è avvenuto lungo le coste giapponesi che si affacciano al Pacifico. Nel via vai di navi e battelli carichi di persone e merci il profumo di salsedine si mescola a quello dei fiori di ciliegio. Sono proprio questi fiori, simbolo del Paese del sol Levante, ad aver ispirato Marco Marton Alberto Zuin nella realizzazione del mojito Sencha Sakura, il drink speciale della serata. 

Alberto Zuin (a sinistra) e Marco Marton

“In questo cocktail abbiamo messo assieme tre mondi diversi – hanno spiegato i barman del Bloom – Abbiamo il mojito, un drink di origine cubana tra i più famosi al mondo, il Sencha, ovvero la varietà di tè più diffusa in Giappone, e infine l’Europa, se guardiamo al metodo di preparazione di questo cocktail”. 

Partendo da un’infusione a freddo del tè Sencha Sakura, Marton e Zuin hanno creato una soda ai sentori di ciliegia che unita a succo di limone, sciroppo di zucchero e rhum ha prodotto una miscela gradevolissima, in equilibrio fra dolcezza e acidità, ideale per accompagnare l’antipasto: uno spring roll giapponese. 

Spring roll giapponesi

“L’involtino primavera è un classico della cucina cinese che i giapponesi hanno riadattato a loro piacimento” ha spiegato lo chef prima di servire gli spring roll con una salsa agrodolce, neanche a dirlo, home made. Asciutto e croccante, farcito generosamente con verdure alla julienne, l’involtino cotto al forno non ha nulla da invidiare al “cugino” solitamente fritto nell’olio, anzi. 

Zuppa di vongole al porto di San Francisco 

Come Phileas Fogg e Passepartout, terminata la lunga traversata dell’Oceano, siamo approdati lungo le coste della California. Lo skyline di San Francisco visto da uno dei suoi celeberrimi “piers” dà il benvenuto nella West Coast

Qui i moli sono punteggiati da baracchini che per pochi soldi servono abbondanti scodelle clam chowder, una zuppa preparata con gli ingredienti disponibili nelle prossimità del porto, perlopiù patate e vongole (clams). 

il clam chowder

“Con chowder s’intende una zuppa ‘inspessita’, o meglio addensata con latticini o farinacei. Qui la serviamo preparata ‘alla francese’, rosolando nel burro sedano e cipolla a cui si aggiungono panna, patate, bacon e vongole”. 

Per quanto una zuppa con la panna possa – almeno prima dell’assaggio – lasciare perplessi i commensali italiani, alla prima cucchiaiata ogni perplessità svanisce.  Cremoso, sapido al punto giusto, ma anche dolce (la combo panna e patate d’altronde ha il suo perché), il clam chowder ti fa sentire un cercatore di fortuna appena sbarcato nel Nuovo Mondo. Il bis? Diversi partecipanti alla cena non si sono tirati indietro all’offerta.

I biscotti dei cowboys 

Per il dessert da San Francisco ci siamo spostati nell’estremo entroterra statunitense fra le pianure sconfinate e le catene rocciose del Wyoming. Se qui la natura abbonda, al contrario la cucina locale non offre grande varietà. 

“Ho avuto non poche difficoltà a trovare la giusta chiusura per questa cena” ha precisato lo chef al momento di servire il dessert. “Fra la apple pie (la torta di mele) e i cookies, la scelta è ricaduta proprio su questi ultimi”. 

Cowboys cookies

Ecco che il pasto si è concluso con dei cookies “dei cowboys”, leggermente più piccoli di quelli americani ma più spessi, a base di cornflakes, frutta secca e cocco, serviti con una salsa al cioccolato fondente. Con questi ultimi “ottanta grammi” di goduria è calato il sipario sull’ottavo capitolo di un viaggio alla scoperta delle cucine del mondo. Phileas Fogg e Passepartout si preparano ad abbandonare il Wyoming a bordo di un treno diretto verso la costa ovest. 

Mancano appena due tappe per concludere il giro, ma la meta finale è ancora lontana. Riusciranno i nostri eroi a vincere la scommessa da 20 mila sterline stipulati con i loro soci del club londinese? 

(Foto: Qdpnews.it © Riproduzione riservata).
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