Processo Battistetti, ok a Cgil, Cisl e Anmil parti civili; esclusa la “Chico Mendes”. La difesa chiede un incidente probatorio

Si è svolta questa mattina, venerdì, nel Tribunale di Treviso la seconda udienza preliminare del processo per la morte di Mattia Battistetti, il 23enne deceduto ad aprile 2021 in un cantiere della ditta Bordignon a Montebelluna. Sono sei, a oggi, gli imputati accusati a vario titolo di ipotesi di reato, fra cui omicidio colposo e inosservanza delle norme di sicurezza, che dovranno difendersi davanti al giudice.

Mamma e sorella di Mattia Battistetti fuori dall’aula del Tribunale di Treviso dopo l’udienza

Anche oggi, come in occasione della prima udienza lo scorso 26 gennaio, Monica, Giuseppe e Anna, rispettivamente mamma, papà e sorella di Mattia, assieme agli amici del giovane e ai rappresentanti dell’associazione “In memoria di Mattia” hanno organizzato un presidio davanti al Palazzo di Giustizia.

“Perché la gru si è rotta?”, “Perché il carico è passato sopra la testa di Mattia?”: sono solo alcune delle numerose domande riportate su cartelli e striscioni sotto la foto del ragazzo. Tanti i punti da chiarire sulla dinamica dell’incidente che causò la morte di Mattia, schiacciato da un carico di 15 quintali di impalcature crollato da una gru.

La famiglia di Battistetti si è costituita parte civile nel processo assieme a Cgil Treviso, Cisl Belluno-Treviso, Anmil (Associazione Nazionale Lavoratori Mutilati e Invalidi del Lavoro) e alla Onlus Chico Mendes. Quest’ultima, in seguito all’udienza di oggi, è stata esclusa dal processo. Il gup Cristian Vettoruzzo ha infatti accolto, in parte, la contestazione avanzata dalla difesa sulla costituzione di parte civile delle due associazioni e delle sigle sindacali per “difetto di legittimazione” in riferimento alle “finalità statuarie”. Tutto legittimo, invece, secondo il giudice, ad esclusione appunto della Onlus bolognese che porta il nome del noto sindacalista brasiliano.

“È un fatto importante, quasi epocale, che segna un prima e un dopo della battaglia contro le morti e gli infortuni sul lavoro in provincia di Treviso – ha commentato il segretario generale Massimiliano Paglini sull’ammissione della costituzione di parte civile della Cisl Belluno Treviso nel processo -. Si tratta solo della prima costituzione di una lunga serie che come Cisl attueremo in tutti i processi per i morti sul lavoro a Treviso come a Belluno. È tempo che venga riconosciuto il principio che il mancato rispetto di norme e contrattazione collettiva in materia di prevenzione, protezione e formazione sul lavoro è un atto contro la collettività dei lavoratori e l’intera comunità, non solo contro la famiglia e i parenti di chi è caduto sul lavoro o dei lavoratori menomati per infortuni gravi o meno gravi”.

L’udienza odierna si è conclusa con la richiesta da parte dell’avvocato Piero Barolo, difensore di alcuni imputati, di un incidente probatorio sullo stato di manutenzione della gru e del gancio che ne sorreggeva il carico, al centro della perizia ordinata dal Pubblico ministero. Starà al giudice valutare o meno se accogliere questa istanza nel corso della prossima udienza che è stata fissata per il 3 maggio.

“Qui nessuno sa quale sia il danno – si è sfogata al termine dell’udienza Anna, sorella di Mattia, con la voce rotta dalla tensione dopo ore di attesa in aula -. Il danno è la morte di un ragazzo di 23 anni mentre lavorava”. Anche mamma Monica, con gli occhi velati dalle lacrime, ha urlato: “Mattia è stato ucciso sul lavoro dalla negligenza di qualcuno. Non staremo zitti”. 

(Foto e video: Qdpnews.it © riproduzione riservata).
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