“Milano-Cortina 2026 è all’orizzonte e rappresenta una bella sfida per le nostre imprese e per noi istituzioni – afferma il presidente della Camera di Commercio di Treviso – Belluno|Dolomiti Mario Pozza– Si perché abbiamo un’occasione unica per rinnovare l’attrattività del Veneto verso i giovani, per far crescere nuove comunità e guardare con interesse rinnovato alle eccellenze imprenditoriali che assicurano il successo agli atleti nelle competizioni e che sapranno offrire prospettive di successo, per l’esperienza lavorativa, ai giovani grazie a nuovi modelli di business sostenibili e di welfare”.
Per le imprese dello Sportsystem e dell’Occhialeria – sostiene Pozza – i Giochi olimpici saranno l’occasione per parlare ai giovani talenti, farli appassionare non solo alle gare, ma anche a quei luoghi di lavoro in cui, attraverso il lavoro sui materiali, sulle forme, sulle prestazioni estreme dei vari prodotti, si pongono le premesse per il successo degli atleti e delle comunità che ospitano i giochi. Come Camera di Commercio abbiamo voluto lavorare, in accordo con le istituzioni del territorio, per mettere in campo una nuova progettualità per i più giovani, quella che chiamiamo GenerAZIONE 2026, affinché viva appieno l’energia, ma soprattutto i valori dei Giochi olimpici e paralimpici non come un evento spot, ma come stile di vita, fidelizzati perché ascoltati dalle Istituzioni.
Il Progetto GenerAZIONE2026© – evidenzia il Prof. Franco Ascani, Membro CIO commissione Cultura e Presidente FICTS – è inteso quale contenitore di tutto ciò che è cultura e valori dei giochi, un progetto aperto a tutto il mondo olimpico, sportivo, culturale e turistico. È promosso e gestito dalla FICTS (Fédération Internationale Cinéma Télévision Sportifs) per il Veneto, con la Camera di Commercio di Treviso – Belluno|Dolomiti, la Regione del Veneto, l’ufficio scolastico regionale e il Distretto dello Sportsystem.
Elaborato con il CONI, con le forze sportive, Imprenditoriali ed Istituzionali si è creato un percorso di appuntamenti coordinati che porteranno ai Giochi del 2026.
Le finalità – sottolinea il prof. Ascani – sono un’interazione di sport, cultura e imprenditorialità con il coordinamento del contesto territoriale, delle esperienze, delle attività e delle infrastrutture creando una mentalità per nuovi momenti organizzativi e una costante promozione e valorizzazione delle iniziative territoriali per diffondere i valori del messaggio olimpico in un’ottica di sostenibilità ambientale e sociale.
Il Progetto è stato stilato e approvato con le Amministrazioni locali (Sindaci, Assessori allo sport, Camere di Commercio, Associazioni di Categoria, Delegati CONI dei capoluoghi di provincia, ecc.), per costruire una rete e una “vetrina” che permettano di condividere esperienze già esistenti sul territorio con il tessuto imprenditoriale e sportivo locale, con l’accelerazione dovuta ai successi italiani ai Giochi Olimpici e Paralimpici di Tokyo 2020.
GenerAZIONE2026© sarà utile alla “corsa” verso i Giochi Olimpici e Paralimpici Invernali Milano-Cortina 2026 e a tutto il territorio interessato.
Il Progetto GenerAZIONE2026© vuole essere un Contenitore interattivo di emozioni e servizi, un Polo di attrazione nazionale e internazionale a partire dai giovani, i futuri protagonisti di Milano-Cortina 2026, e di promozione degli eventi del territorio all’insegna dello slogan “Partecipa anche tu”.
“Tutti insieme appassionatamente”. È un nuovo snodo di azione e comunicazione attraverso una serie di attività volte all’insegnamento di “nuovi stili di vita” per promuovere e diffondere a tutti i livelli, l’Olimpismo e i valori culturali, educativi, etici e formativi dello sport. Polo di attrazione per i residenti e per quelli delle altre Regioni, per generare un forte incremento di flussi culturali, sportivi, turistici, artistici e ambientali, imprenditoriali intercettando quelli nuovi garantendo la promozione, d’intesa con tutte le Istituzioni, per lasciare un ecosistema in cui vengono valorizzate le entità e per lasciare un’eredità alle future generazioni, a partire dalle strutture.
Lo sport è l’ambiente per eccellenza – commenta il docente dell’ Università Ca’ Foscari Venezia School of Economics, prof. Alessandro Minello – che mette al centro i giovani, i quali, a loro volta, possono trovare, proprio nello sport, il luogo per eccellenza dove perseguire i loro sogni, siano essi di competizione o di condivisione, di passione o di realizzazione personale e professionale. Lo sport può essere il terreno su cui coltivare la risposta al bisogno di futuro, dando ai giovani l’opportunità di incubare le loro aspettative e ridurne quello che possiamo definire il “nomadismo dei talenti”, indotto da un ambiente più generale, quello attuale, che invece tende a respingere anziché attrarre le giovani leve.
Risorse umane e professioni i nuovi indirizzi per le imprese
Due espressioni ormai sono diventate molto in voga. La prima è employer branding, ovvero la capacità di un’impresa di essere riconosciuta come luogo di lavoro attrattivo. Naturale conseguenza è poi il cosiddetto talent management: una volta che li hai portati in aziende, i talenti, li devi gestire, devi fare in modo che possano esprimere al meglio tutto il loro potenziale.
Da questi concetti discende la grande competizione che oggi c’è fra le imprese per scovare, ingaggiare, trattenere, sviluppare, quelle risorse umane che possono fare la differenza: sia in termini di competenze tecniche, sia in termini di competenze gestionali e relazionali.
Dopo gli approcci fortemente individualistici che hanno ispirato, per decenni, le politiche di gestione delle risorse umane, torna di nuovo lo sport a dare lezione alle imprese su come si può sviluppare la “talentuosità”. Serve fare squadra, serve – per dirla in modo più sofisticato – passare dal coaching individuale al team coaching. Qualcuno ha detto anche: serve la creatività con la “c” minuscola: non la Creatività di Leonardo Da Vinci, ma la “creatività” diffusa fra tutti i dipendenti, che probabilmente è quella che ha permesso a Steve Jobs il successo della sua azienda.
Il nuovo focus del talent management è dunque questo, che può essere preso di peso dallo sport: si vince come squadra, come gruppo. Anche la “discesa libera” da record non è frutto soltanto del singolo atleta, ma di tutto ciò che ha concorso a preparare quella performance.
Così in azienda: per essere luoghi di lavoro attrattivi, e di sviluppo dei talenti, bisogna che l’imprenditore o il manager sappiano favorire, anche attraverso la formazione continua, un know-how diffuso, un atteggiamento creativo e proattivo non legato al singolo individuo, ma per gruppi di persone.
Cambiano le parole d’ordine attorno al lavoro: non più, o non soltanto, carriera e soldi, ma crescita, apprendimento, esperienza, senso di appartenenza. I giovani cercano soddisfazione e significato nel lavoro con parametri radicalmente diversi dal passato. Insistere su vecchi approcci è una delle cause del mancato incontro tra domanda e offerta di lavoro.
Professioni e ruoli nel distretto dello Sportsystem
E per dare dei numeri, a sfondo di questi ragionamenti, le attività “core” del distretto dello Sportsystem “muovono” quasi 1.200 assunzioni all’anno (presi a riferimento i dati di Veneto Lavoro relativi al 2021). Di queste, circa 350 riguardano impiegati, tecnici di processo, tecnici di marketing, designer, grafici, specialisti informatici, sempre più difficili da reperire; ma altrettanto difficili da reperire sono tutti quei “talenti della manualità” (oltre 400 assunzioni nel 2021) che troppo sbrigativamente le statistiche classificano fra gli operai specializzati: confezionatori, modellisti, calzolai, attrezzisti. Parte integrante del know-how dell’azienda, di quella che si è definita “talentuosità diffusa”.
Ma, appunto, siamo alle porte di Milano-Cortina 2026. Vinceranno atleti, assieme ai loro preparatori, assieme ai fornitori degli attrezzi sportivi: quel decimo di secondo che farà la differenza, che consegnerà una medaglia d’oro piuttosto che d’argento, sarà il frutto di un team che avrà lavorato sodo, e al tempo stesso avrà creduto in un sogno, in una visione. Lo facciano capire ai giovani, le aziende dello Sportsystem, che anche nelle nostre organizzazioni si lavora così, credendo tutti assieme in una visione.
Professioni e ruoli nel distretto dell’occhialeria
Le attività “core” del comparto dell’occhialeria bellunese hanno generato circa 1.200 assunzioni nell’anno 2021 (in base ai dati di Veneto Lavoro, al netto del somministrato). Di queste assunzioni, circa 430 riguardano impiegati, tecnici di processo, tecnici di marketing, designer, grafici, specialisti informatici, sempre più difficili da reperire. Significativo è inoltre il numero di assunzioni degli operai specializzati (sagomatori, molatori, tagliatori di lenti, montatori e riparatori di occhiali, ecc.) che a noi piace definire come “talenti della manualità” (oltre 700 assunzioni nel 2021).
Il capitale umano è parte integrante del know-how di un’azienda e di questo le imprese del comparto sono ben consapevoli: la necessità di non disperdere le conoscenze tecniche e la volontà di far crescere in azienda le “professionalità dell’occhiale” hanno favorito la stretta interazione fra imprese, scuole e istituzioni/associazioni del territorio con la creazione di indirizzi scolastici dedicati alla formazione di queste competenze.
E’ un’attenzione al territorio e alla valorizzazione delle competenze e professionalità che può contribuire a trattenere nel Bellunese le giovani generazioni, ed è un modo anche questo per contrastare lo spopolamento.
(Foto: archivio Qdpnews.it).
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