Un concorso in ricordo dei poliziotti Vanzella e Cescato: quattro murales all’anno sulle barriere dell’A27 per educare alle regole della mobilità

La consegna del distintivo alla figlia di Vanzella

Stavano percorrendo la Pontebbana per raggiungere un’auto a fuoco a Silea, quella sera del 26 novembre di venticinque anni fa: Adriano Vanzella e Marco Giovanni Cescato, in forze alla Polizia stradale, all’altezza di Villorba, uscirono di strada per evitare un cane apparso improvvisamente sulla strada, morendo entrambi in un tremendo incidente stradale mentre erano in servizio.

Dopo la sentitissima commemorazione di ieri a Feltre (Cescato era feltrino d’origine), oggi il loro sacrificio viene ricordato attraverso la pubblicazione di un concorso che porta il loro nome e che si assume il compito di educare i più giovani alle regole moderne della mobilità, quelle che un giorno – quando saranno guidatori – potrebbero salvar loro la vita.

Alla presentazione di questa mattina in Provincia, lunedì 27, il prefetto Angelo Sidoti, il consigliere provinciale con delega alla sicurezza stradale Roberto Fava, con il presidente Stefano Marcon per un saluto, il questore Manuela De Bernardin, il comandante della Polizia stradale di Treviso Simone Morello, Denni Montanari per Autostrade per l’Italia, Davide De Carli per la Polizia locale di Treviso e Barbara Sardella, direttrice dell’Ufficio Scolastico provinciale, hanno consegnato alla figlia di Adriano Vanzella il distintivo del padre, come simbolo di vicinanza alla famiglia.

Il tavolo dei relatori


Il ricordo più importante sarà però il concorso Vanzella – Cescato : coinvolgendo gli istituti scolastici, ogni anno verranno valutate da una commissione composta da undici persone (tra cui le famiglie dei poliziotti) delle proposte di murales, che raccontino con un linguaggio fresco, giovane, i grandi temi della prevenzione, dall’alterazione alla distrazione e alla velocità. I murales vincitori, creati dagli stessi studenti, coloreranno – quattro per ogni anno e una per tema, – ventiquattro superfici antirumore sul tratto di A27 che passa a Villorba, all’uscita Treviso Nord (quindi sul lato non visibile ai guidatori).

L’idea è quella di sensibilizzare la comunità partendo dall’educazione scolastica attraverso un’iniziativa che si somma alle tante altre sviluppate in questi ultimi anni dal tavolo provinciale dedicato: quella degli incidenti stradali è una problematica emergenziale che, come detto durante gli interventi, persiste nonostante il progredire della tecnologia. “Registriamo sempre un atteggiamento poco attento alle regole della strada: se fossero rispettate avremmo meno sinistri. Il nostro sforzo è quello di richiamare ai comportamenti di guida” è stato detto durante la conferenza.

Da sinistra Morello, De Bernardin e Sidoti

Comandante della Polizia stradale di Treviso, Simone Morello, ha commentato così l’iniziativa: “La maggior parte degli eventi non dipendono dalla fatalità ma da comportamenti irrispettosi o criminali. Quindi in questo caso non parliamo di incidenti, ma della regolarità attività di guida. Questa iniziativa vuole andare a raccontare la sicurezza stradale attraverso la street art”.


Poi su stimolo dei sindaci Francesco Soligo, per Villorba (che ospita ogni giorno ben seimila studenti), e Antonio Miatto, per Vittorio Veneto, Morello ha aggiunto che “le tecnologie che abbiamo non sono la soluzione, ma uno strumento. Non possono essere intese come una bacchetta magica. Stiamo passando da conducente responsabile a conducente supervisore: ma la tecnologia funziona solo finché l’algoritmo non viene stravolto dagli imprevisti o dal comportamento altrui”.

“Ricordare e commemorare Adriano Vanzella (il cui figlio – Matteo – è entrato in Polizia) e Marco Giovanni Cescato non è solo ricordare due poliziotti: continuare a ricordarli significa averli ancora con noi” ha detto il questore De Bernardin, assieme al prefetto Sidoti. “Noi possiamo analizzare ogni piccolo evento avvenuto tra le carreggiate – ha aggiunto l’ingegnere civile Denni Montanari di Autostrade per l’Italia, – l’impegno degli enti, come quello di oggi, serve per rendere questi sforzi sempre più concreti”.


L’obiettivo è ambizioso: arrivare, terminati i murales, al dimezzamento delle vittime della strada a livello provinciale.

(Foto: Qdpnews.it © riproduzione riservata).
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