Questa mattina, una berlina Volvo stava percorrendo il Ponte di Vidor, tra Covolo e Bigolino, quando, terminato l’attraversamento del viadotto, il conducente ha deciso di buttarsi sulla corsia opposta e affiancare l’aiuola nel senso contrario di marcia, mentre auto e camion sopraggiungevano pericolosamente dal viale alberato di via Ponte Vecchio, dove il traffico è ordinato a senso unico. Pochi metri dopo, l’auto ha accostato oppure si è girata all’altezza del distributore di benzina, tra il suono dei clacson di un paio automobilisti esterrefatti.
“Era un po’ che non capitava qualcosa del genere, – ci racconta un esercente, – per fortuna sono casi ormai rari. Questo è un punto di passaggio molto frequentato e ormai quasi tutti quelli del posto sanno come funziona. O perlomeno da questa parte della rotonda”.
Effettivamente via Ponte Vecchio descrive una sorta di “mini-Put” (come oggi qualsiasi trevigiano definirebbe un senso unico a circuito) attorno a un quartiere residenziale dove i residenti si dicono abbastanza abituati a manovre bizzarre.
C’è chi scende in contromano da via Comisso e da via Val dei Faveri, pensando di aver sbagliato direzione (anche perché in quel punto il telefono prende poco e perciò capita che le mappe digitali si interrompano), c’è chi tenta di tagliare per le viuzze laterali per superare i trattori e i camion più lenti in transito e infine c’è chi – e questi ultimi sarebbero ancora tanti – non dà la precedenza a sinistra in prossimità dello stop sulla Sp2 da Bigolino. E alcuni ciclisti, c’è chi vuole sottolinearlo, non sono da meno.
“Vent’anni fa, quando è nata questa rotonda, era più comune che sbagliassero senso di marcia. Succedeva continuamente – spiega chi lavora per dieci ore al giorno da decenni in quella zona – le auto arrivavano fino in cima alla salita prima di accorgersi che avevano sbagliato. Fortunatamente non è mai successo niente di grave o almeno non che io ricordi. Oggi ci scappa soltanto la manovra di qualche turista che all’incrocio dopo il ponte gira a sinistra dopo l’aiuola, magari abituato a guidare in praterie ampie e distese, non su provinciali trafficate come questa”.
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