Premio Alda Merini per la poesia al giornalista veronese, con legami a Vidor, Maurizio Pedrini

Una rinomata premiazione è stata assegnata venerdì scorso 8 aprile 2022 al giornalista veronese con legami a Vidor Maurizio Pedrini, che, alla sua prima partecipazione, ha ottenuto il secondo posto su ben 1707 partecipanti alla decima edizione del Concorso Internazionale di Poesia “Alda Merini”, organizzato dalla Nuova Accademia dei Bronzi di Catanzaro, in omaggio alla nota poetessa.

Originario di Venezia e trasferito a Verona dove attualmente vive, Pedrini si reca spesso a Vidor, paese al quale è affezionato perchè ha una relazione sentimentale.

Dopo aver studiato Scienze Politiche e Scienze Aziendali e dopo vari master universitari, Maurizio Pedrini è docente e giornalista molto conosciuto nel veronese, direttore di vari periodici nazionali e locali, opinionista, ed è stato tra i fondatori ed è attuale vicepresidente del gruppo CTG “Un Volto Nuovo”, associazione di promozione sociale nata con lo scopo di valorizzare il territorio e diffondere la cultura e la formazione.

Pedrini, nel 2009, è stato inoltre insignito dal presidente della Repubblica del titolo di Commendatore al Merito della Repubblica Italiana per le benemerenze acquisite verso la Nazione nel campo delle lettere e delle arti.

Amante della scrittura, fin da giovane ha composto poesie e filastrocche, che sono state pubblicate anche su riviste di letteratura. L’emozionante poesia vincitrice del premio Merini che ha ricevuto la targa d’argento dall’orafo Michele Affidato, patron della manifestazione, intitolata “Mi ritorni in mente” è dedicata alla mamma scomparsa, come ha motivato la giuria: per aver saputo tradurre “Con tenera leggerezza e dolce sapienza del cuore le nuvole dei ricordi in gomitoli di storie”.

Ma all’interno dei due volumi delle sue liriche inedite che stanno per essere stampati con due importanti case editrici, sono contenuti anche componimenti dedicati a Vidor e al Piave, che esprimono i luoghi con sensibilità ed evocano i ricordi di ciò che è stato. Il ricavato delle vendite dei libri che usciranno a breve sarà devoluto in beneficenza.

“Ormai mi sento un po’ cittadino di un paese che amo molto, nel quale mi sono trovato spinto all’improvviso dai sentimenti perciò condivido con piacere, con il paese adottivo e la laboriosa comunità che lo abita, questo premio di un concorso di poesia internazionale dedicato ad Alda Merini, secondo tra 1707 partecipanti, anche dall’estero” afferma l’autore, che ha gentilmente concesso a Qdpnews.it la pubblicazione in anteprima di due delle sue opere sul territorio vidorese.

VIDOR

Irradia il cielo, la palla di fuoco, accarezzando dolcemente i vigneti

nell’ alba ridente di luce

d’una gelida giornata d’inverno.

Tace incantato il Piave,

testimone di pianti e dolori

pronto a ridestarsi felice

ai primi primaverili tepori.

Scorre lenta l’acqua sotto il ponte

dove sventolano orgogliosi

i vessilli dell’indomito Tricolore,

difeso dai soldati e dalle genti.

E già sogna melodiosi canti

il sacro fiume, lungo le sponde

tra urla, tuffi e sorrisi,

di profumati volti di gioia.

Rarefatta appare la natura

nel magico silenzio dell’attesa,

rotto da sussurrati cinguettii,

o dal solitario canto del gallo.

Là dove il letto del fiume

si restringe all’improvviso

tra rocciosi promontori,

appare imponente l’abbazia.

Che gelosamente custodisce

le integre reliquie della Santa,

portate dal coraggioso cavaliere

nella terra delle dorate vigne.

Scandiscono i rintocchi del campanile

il ritmo antico e ancor lento

della vita che incredibilmente rifiorisce

in un tempo che quasi s’è fermato.

Al primo giorno che t’ho incontrata,

chiamato in questo paradiso dall’amore

per cullarti nello scrigno dell’ anima

e portarti ovunque con me.

PIAVE

S’odono in lontananza

echi di remote atmosfere

oppresse da aspri frastuoni.

Tace il fiume che riposa

tra placide onde ridenti,

su un tappeto di candide piume.

Ha bruciato tutto l’estate,

anche il tempo e, infine,

s’è arresa alla nuova stagione.

Che s’affaccia sui rami

delle fronde, d’un tratto ingiallite,

ormai rassegnate a lento declino.

Già volano i pensieri,

che salgono pigri alla mente,

dondolando tra fini sentimenti.

Nella pace dell’anima

che solo la natura sa donare,

s’affollano quasi estinte emozioni.

Mentre un pallido sole

fa capolino tra tutti i pertugi,

adagiato su variopinte nuvole.

D’improvviso si ridestano

lugubri fantasmi del passato,

quando tuonavano i cannoni.

E tra nemiche sponde

il fratello uccideva il fratello

su pietre grondanti di sangue.

Ora regna solo il silenzio,

là dove le acque, un tempo,

di vergogna arrossirono.

(Foto: per gentile concessione di Maurizio Pedrini).
#Qdpnews.it

Total
0
Shares
Articoli correlati