Vidor, addio al conte Alberto Da Sacco, proprietario dell’Abbazia di Santa Bona. Finanziò “Casa Maria Adelaide” in memoria della figlia

Lo scorso martedì 1° febbraio è mancato all’età di 93 anni il conte Alberto Da Sacco, proprietario dell’Abbazia di Santa Bona a Vidor e fondatore dell’azienda agricola “Abbazia di Vidor del Conte Da Sacco”.

Padre di cinque figli, dopo la laurea in Giurisprudenza a Padova ha lavorato come assicuratore per le Generali e nel 1973 ha ereditato l’Abbazia di Vidor, dove ha fatto partire l’attività della sua azienda agricola legata alla produzione di vino.

L’Abbazia, luogo suggestivo con una splendida terrazza che dà sul fiume Piave, veniva aperta al pubblico in alcune occasioni speciali o per eventi culturali.

Appassionato di lettura, amava i testi storici ed è sempre stato sensibile alla bellezza e alla cultura in generale.

Dopo la morte della figlia Maria Adelaide, il conte finanziò l’apertura a Vidor di “Casa Maria Adelaide da Sacco”, una struttura che accoglie persone con disabilità.

“Il conte Alberto Da Sacco – si legge in un ricordo pubblicato nei social dallo scrittore e giornalista Giovanni Carraro -, austero ma al tempo stesso generoso di trasmettere nozioni, il 19 aprile 2018 mi spalancò le porte di quella che, di certo, era una parte di se stesso, l’Abbazia di Vidor. Non fu facile l’approccio, tanta era la sua riservatezza, ma bastarono due battute per intenderci, su quel piazzaletto inghiaiato a due passi dal Fiume Sacro alla Patria. Mi accompagnò nel chiostro, soffermandosi sulla colonna annodata, mi fece notare piccoli particolari che, ai più, sfuggono, come le croci patenti”.

“Aprì lo scrigno dove sono contenute le ossa di Santa Bona – conclude -, illustrò il dipinto di San Cristoforo, patrono dei traghettatori, perché lì vicino c’era un passo barca e mi condusse nel retro del palazzo dove ancor oggi si vedono i segni dell’artiglieria. E le vicende dei Da Vidor con le loro crociate. Era orgoglioso di quel gioiello che ordinerà lo start ai pellegrini nel Cammino dell’Unesco. Il conte Alberto Da Sacco ci ha lasciati, lo abbiamo saputo ad esequie avvenute, per sua espressa volontà. L’ultimo grande gesto di stile di un uomo d’altri tempi”.

“Discendente di un prestigioso casato nobiliare, il conte Da Sacco è stato una figura importantissima per Vidor – è il ricordo di Elvira Fantin, giornalista e direttore responsabile del periodico “Il Castello” – : senz’altro per aver mantenuto inalterata, da uomo colto, la bellezza dell’antica Abbazia e per averne permesso l’accesso a chi desiderava entrarvi per nutrirsene come oggetto di conoscenza. La sua vita è stata funestata da tanti rovesci luttuosi, per questo forse l’espressione più forte della sua personalità è stata la scelta di trasformare il dolore di padre per la scomparsa prematura di sua figlia in un gesto concreto di altruismo: Casa Maria Adelaide. Il suo fare a volte ruvido era forse l’esito di una ferrea educazione giovanile ricevuta nei severi collegi in cui venne mandato, ma ciò non ha potuto chiudere la porta ad una generosità di fondo che non possiamo non riconoscerli e di cui gli siamo grati.

Il funerale del conte Da Sacco è stato celebrato ieri, giovedì 3 febbraio, nella chiesa dell’Abbazia, aperta eccezionalmente per l’occasione.

La cerimonia si è svolta in forma privata alla presenza dei familiari, di alcuni amici, del sindaco Mario Bailo e del vicesindaco Albino Cordiali.

(Foto: per concessione di Giovanni Carraro e archivio Qdpnews.it).
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