Non poteva passare inosservato l’annuncio dato dal presidente della Provincia di Belluno, Roberto Padrin, a margine di un incontro istituzionale avvenuto ieri in Vaticano con Papa Francesco: secondo quanto emerso, il Pontefice ha previsto che la cerimonia solenne per la beatificazione di Albino Luciani (1912-1978) avverrà entro la fine del 2022, probabilmente dopo la prossima estate, e con tutta probabilità proprio a Roma, come avvenuto di recente per le canonizzazioni dei Papi Giovanni XXIII e Paolo VI.
Lo stesso Padrin ha espresso a Papa Bergoglio i sentimenti di venerazione e di attesa della comunità cristiana bellunese per un traguardo tanto atteso e ormai vicino, che vedrà salire agli onori degli altari il figlio più illustre di Canale d’Agordo, per undici anni vescovo della Diocesi di Vittorio Veneto prima di diventare Patriarca di Venezia. “Papa Francesco mi ha confermato che la beatificazione sarà completa entro il 2022, dopo l’estate. Gli ho comunicato la trepidazione con cui tutti i bellunesi stanno aspettando, e gli ho trasmesso anche la speranza che abbiamo di averlo con noi a Canale d’Agordo” ha scritto Padrin su Facebook.
Ancora una volta, alla luce di questa notizia, il pensiero di intere generazioni venete è andato a quel 26 agosto 1978, a quella piazza San Pietro gremita di folla in attesa dell’annuncio del nuovo papa. Sicuramente, anche alla lunga fumata dal camino della Sistina, e poi a quel nome “Albinum” pronunciato dalla loggia della Basilica di San Pietro, che significava una cosa sola: il Cardinale Albino Luciani era stato eletto nuovo Papa, e si sarebbe chiamato Giovanni Paolo I.
Una grande festa, un’emozione fortissima, soprattutto nelle terre tra Piave e Livenza della diocesi vittoriese, dove Albino Luciani era stato pastore amatissimo e aveva lasciato lo straordinario ricordo della sua fede, della sua umanità, della sua dedizione pastorale, del suo amore alle persone, della sua umiltà.
Il tempo di un sorriso, trentatré giorni appena di un pontificato conclusosi con la morte improvvisa ma entrato per sempre nella storia per le parole e i gesti semplici di Luciani, la sua capacità comunicativa, la serenità del messaggio cristiano, l’autenticità di una fede radicata negli insegnamenti della famiglia di origine, degli studi svolti e della vita ecclesiale della terra veneta.
Il 13 ottobre scorso era giunta la notizia ufficiale dal Vaticano del riconoscimento del miracolo compiuto da Papa Luciani, e quindi il via libera definitivo alla beatificazione di Giovanni Paolo I (qui l’articolo), sulla base del lavoro realizzato per anni dal comitato presieduto dal cardinale Beniamino Stella, nativo di Pieve di Soligo (qui la recente intervista a Qdpnews.it). Egli ha tra l’altro acquistato e donato alla Diocesi di Vittorio Veneto la casa natale di Canale d’Agordo, che ora è aperta alle visite dei pellegrini. Da ricordare, poi, che proprio in virtù di questo gesto tanto apprezzato e del profondo legame intessuto, il Comune natìo di Luciani ha deciso di conferire ufficialmente la cittadinanza onoraria allo stesso Stella (qui l’articolo).
Nella serata dello scorso 16 ottobre, al teatro Da Ponte di Vittorio Veneto era stato presentato l’oratorio in musica dedicato alla vita e al messaggio di Papa Luciani, opera del maestro Camillo De Biasi, a pochi giorni dalla notizia della prossima beatificazione e dell’anniversario della nascita di Luciani (qui l’articolo).
Dopo quanto annunciato da Padrin, che ha rivelato anche la grande emozione provata nell’ascolto e nel dialogo con Francesco, tutto ormai sembra deciso nei tempi e nelle modalità per la cerimonia solenne tanto attesa non solo nel bellunese ma anche nell’Alta Marca e in tutta la diocesi di San Tiziano.
(Foto: web).
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