Futuro nero per l’ex stazione di Nove: Ferrovie dello Stato annuncia la volontà di demolirla. Meno di un mese per trovare soggetti interessati all’acquisizione

La stazione di Nove
La stazione di Nove

Il futuro a rischio dell’edificio della stazione di Nove, a Vittorio Veneto, è uno dei temi discussi durante la seduta consiliare dello scorso 13 giugno.

A introdurre la questione è stato il consigliere di opposizione Alessandro De Bastiani di Rinascita Civica, il quale ha portato al centro della discussione l’intenzione di Ferrovie dello Stato (FS) di abbattere e non ricostruire l’edificio, “perché considerato solo un costo”.

“Se per FS è un costo, per la nostra città è un’opportunità, un asse strategico per dare una scossa turistica a Vittorio Veneto – ha affermato – Credo sia necessaria una visione unitaria che superi i campanilismi“.

De Bastiani ha poi chiarito che, a suo parere, non solo sarebbe necessario il ripristino della fermata di Nove, ma sarebbe inoltre “doverosa” la realizzazione di un’altra fermata, stavolta nella zona industriale di San Giacomo di Veglia.

La fermata di Nove, secondo il consigliere, deve essere considerata un punto strategico non solo per la Val Lapisina, ma anche alla luce dell’organizzazione futura della tratta Belluno-Venezia.

De Bastiani ha poi riferito in aula che le Ferrovie dello Stato avrebbero sottoscritto un documento europeo con i principali operatori del settore, per avere un aumento della quota di ferrovie e trasporti, facendo notare la contraddittorietà di tutta la questione.

“Negli ultimi anni la città di Vittorio Veneto e in particolare la Val Lapisina hanno subito solo una sottrazione di servizi a favore dei cittadini: è ora di invertire questa tendenza”, ha proseguito De Bastiani, ribadendo la necessità non solo di salvare l’edificio ferroviario a Nove, ma anche di ripristinare 2-3 fermate in valle, “a servizio di chi ci abita e di chi vuole utilizzare le opportunità turistiche della valle”.

Per quest’ultimo aspetto, il consigliere ha indicato quanto l’edificio potrebbe rivelarsi funzionale anche in riferimento alla pista ciclabile Monaco-Venezia (“Ciclovia dell’amicizia”), divenendo così un punto di assistenza meccanica per i ciclisti e un centro di ristoro e pernottamento, come un piccolo ostello.

De Bastiani ha quindi concluso chiedendo all’amministrazione cosa “intenda fare per scongiurare questa chiusura” e se ci sia un “impegno per evitare l’abbattimento dell’edificio, inquadrandolo in un progetto generale di rigenerazione di tutta la Val Lapisina”.

La replica del Comune

A fornire una risposta all’interpellanza è stato Ennio Antiga, assessore al Patrimonio, il quale ha ricordato che la stazione è divenuta attiva nel 1938, prima con la denominazione di Lago morto, poi divenuta nel tempo la stazione di Nove.

Alla fine degli anni ottanta la stazione è stata trasformata in fermata, rimanendo attiva fino alla metà del 2011.

L’assessore ha quindi ricostruito i passaggi di tutta la vicenda: i primi contatti con Rfi (Rete ferroviaria italiana) risalgono a febbraio 2022, quando un funzionario ha confermato al Comune l’intenzione della società di non inserire all’interno del proprio piano di investimenti gli immobili che, da diversi anni, non risultino più essere funzionali, come nel caso specifico di Nove.

Da lì sarebbe proseguito il dialogo tra Comune e Rfi, come riportato dalla relazione di Antiga: l’amministrazione, infatti, avrebbe fatto presente quanto una eventuale demolizione avrebbe rappresentato un ulteriore depauperamento della valle, mentre sarebbe stato più utile una sua valorizzazione e implementazione, alla luce della funzione cicloturistica e ricettiva dell’area (con la Monaco-Venezia), ma anche considerato il titolo di patrimonio Unesco conquistato dal territorio.

A metà aprile di quest’anno, Rfi ha inviato una comunicazione riguardante l’intenzione di demolire il fabbricato e il suo deposito, considerato che non si tratta di un complesso da ritenere un bene culturale legittimato dalla Soprintendenza.

L’amministrazione, di rimando, si è opposta alla demolizione, chiedendo la valutazione di altre ipotesi alternative, ma senza ottenere l’attenzione sperata da Rfi, irremovibile nella propria decisione di non fare lì degli investimenti.

Investimenti che non saranno fatti neppure dal Comune, come chiarito nella relazione dell’assessore. Amministrazione intenzionata a cercare dei soggetti interessati a un progetto di rigenerazione, che comprende l’acquisizione senza spese dell’immobile e la sua gestione, tramite un contratto, prima di comodato gratuito e poi di compravendita, con trasferimento di proprietà.

Qualora, però, i soggetti interessati non dovrebbero palesarsi, avverrà la demolizione. E c’è tempo solo fino alla fine del mese per trovare chi si occuperà della vecchia stazione di Nove.

La relazione di Antiga, però, non ha convinto De Bastiani: “Prendo atto che l’amministrazione non stia cercando nessuna soluzione e si affidi alla provvidenza. Non sta elaborando nessuna proposta”, ha affermato.

(Foto: archivio Qdpnews.it).
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