Il Museo della Battaglia di Vittorio Veneto diventa alla portata di tutti con l’intelligenza artificiale: sono stati presentati oggi lunedì i nuovi visori di alta tecnologia e il progetto che abbatterà le barriere cognitive e renderà il più grande archivio della storia della prima Guerra mondiale in città più accattivante e interattivo.
La grande sinergia tra l’amministrazione comunale, il conservatore del Museo della Battaglia Stefano Gambarotto, l’azienda Webn’Go di Treviso e il Circolo Vittoriese di Ricerche Storiche ha permesso di dare, grazie alla vittoria nel bando Pnrr della somma di 309 mila euro, una nuova veste al Museo. “Il progetto – spiega Gambarotto – aiuterà il visitatore a comprendere meglio il contenuto culturale del Museo, a vantaggio anche delle persone diversamente abili”.
“Oggi per me è una bellissima giornata – ha dichiarato l’assessore alla Cultura e ai musei Antonella Uliana -. È una grande soddisfazione aver contribuito a facilitare alle persone diversamente abili la conoscenza dei contenuti storico-culturali del Museo attraverso le nuove tecnologie. Perché la cultura deve essere accessibile a tutti”.
“Nel settore pubblico è importante trovare persone di riferimento capaci, che sappiano portare avanti un progetto. A Vittorio Veneto le abbiamo trovate e grazie a loro siamo riusciti a portare a termine tutto questo – ha detto Fabio Visentin, amministratore di Web’nGo -. Abbiamo cercato di dare risalto a una realtà oggettiva di altissimo valore, portandola al grande pubblico con un sistema innovativo.
Presentiamo oggi monitor touchscreen che aiutano a comunicare in multilingua, un’interfaccia adatta a risolvere il problema delle barriere architettoniche, accedendo facilmente ai contenuti che, senza una guida specifica, non riuscirebbero a comprendere al meglio. Visori nuovi che permetteranno di ripercorrere i vetrini stereoscopici di Marzocchi. Grazie a delle tecnologie innovative, abbiamo recuperato questi vetrini, riassemblandoli all’interno di questa tecnologia 3D: portiamo il vecchio contenuto in un nuovo strumento utile per le scolaresche che apprezzano di più il materiale storico del museo” ha concluso Visentin.
“Perché lasciare lì i vetrini quando possiamo portarli nel 21° secolo grazie alle nuove tecnologie, all’intelligenza artificiale – ha aggiunto Maurizio Saggiorato, account manager di Webn’Go -? Abbiamo dato vita a queste persone, protagoniste in un momento buio della storia. Mi sento coinvolto in questo progetto perché sono stato colpito da questo Pnrr che metteva al centro le barriere cognitive, dando un aiuto concreto alle persone diversamente abili. Abbiamo cercato di lavorare emozionalmente: abbiamo abbassato il monitor pensando alla persona in sedia a rotelle per potergli permettere di interagire da solo.
Dobbiamo parlarci francamente: da visitatore di musei, leggo le prime due righe delle descrizioni dei materiali e poi mi stanco. Con questa app dedicata, intratteniamo maggiormente il visitatore perché quello che rimane impresso sono le immagini in movimento. I visori sono ormai strumenti molto sfruttati nei musei e nella didattica. Nel museo trovano una ragione perché quasi sempre il target più giovane fatica a entrarci. Se iniziamo a parlare di realtà virtuale, diventa più accattivante una visita al museo. La lezione frontale non è come quella con i visori: gli allievi, con la realtà virtuale, danno un risultato maggiore, è stato provato dagli scienziati” ha concluso Saggiorato.
La nuova veste del Museo
Al piano terra ci saranno venti postazioni con visori che permetteranno ai visitatori di potere visionare circa 100 fotografie stereoscopiche di Marzocchi, e sarà esposto materiale della Grande Guerra inertizzato per l’esperienza tattile dei non vedenti.
All’interno della Trincea sarà inserito un percorso in braille e audioguide (in italiano, inglese e tedesco) scaricabili da qualsiasi visitatore. Inoltre sono stati affrontati anche problemi di illuminotecnica: ci saranno nuove luci per illuminare le tabellazioni e tavolette grafiche retroilluminate in modo da poter leggere senza fatica le descrizioni relative agli oggetti esposti.
Nella Sala dei Cavalieri di Vittorio Veneto ci saranno altre postazioni con visori, i quali faranno vivere al visitatore un campo di battaglia e la trincea, sentendo la spiegazione di cos’è stata la Grande Guerra, il primo Conflitto industriale della storia.
Al piano superiore, all’Armeria Marson, c’era un problema di descrizione dei materiali: grazie a questo nuovo progetto tutto il materiale sarà descritto all’interno di uno schermo touchscreen, posto a un’altezza accessibile anche a persone in carrozzina, dove il materiale sarà descritto con un breve video fornito di immagini, audio e sottotitoli.
Nella Sala dell’Invasione ci sarà un percorso in braille, mentre il deposito delle armi, oggi non visitabile a causa dell’archiviazione non in vista del materiale, sarà aperto al pubblico grazie a un accordo con una grande ditta di armi, la quale fornirà nuovi armadi e cassettiere che permetteranno una buona esposizione delle armi. Inoltre sarà allestito un piccolo laboratorio di manutenzione del materiale.
All’ultimo piano le fotografie stereoscopiche di Marzocchi torneranno protagoniste grazie ai visori: tramite queste immagini e una voce narrante, si racconterà la storia della Battaglia di Vittorio Veneto. Inoltre, con un ulteriore touchscreen, si potrà conoscere la storia celata dietro i tanti affreschi dell’Aula civica e della Loggia sottostante.
Sempre in Aula civica sarà sostituito il proiettore con un mega schermo mobile, con un nuovo sistema Hd a luce laser davanti all’affresco centrale. Per far fronte allo spazio limitato di posti all’interno dell’Aula, sarà installato un ulteriore sistema di proiezione video con camera focale variabile a San Paoletto, così da poter avere circa 50 spettatori in più.
Un’altra novità riguarda il sistema di sicurezza: sono state adottate nuove telecamere gestibili da remoto in modo tale da poter tenere sotto controllo il Museo anche da casa. Inoltre è stato adottato un sistema di catalogazione e digitalizzazione del materiale archivistico, il quale verrà inserito nell’archivio storico del Sear rendendolo quindi fruibile da remoto.
Le aziende per il compimento dei lavori sono state già individuate: la parte burocratica dovrebbe terminare entro fine maggio. In totale, dei 309 mila euro a disposizione grazie al Pnrr, ne sono stati risparmiati circa 15 mila.
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